A proposito dei meccanismi della comunicazione di Schmidt PDF 
di Giampiero Frasca   

In quell'ameno, plastico, ballonzolante, istrionesco e – soprattutto – spurio teatrino della comunicazione allestito da Alexander Payne per A proposito di Schmidt, risulta fin troppo evidente che l'ostacolo del buon neo pensionato Warren, più che in un problema di solitudine, risieda in una questione di verbalità infranta.

 

Così già dalla prima e fin troppo programmatica scena: Warren Schmidt, seduto nel suo ufficio a pochi minuti dalla sua giubilazione per sopraggiunti limiti d'età, osserva il quadrante dell'orologio che per decenni ne ha scandito le giornate e a sua volta ne è guardato, come nel più classico dei campi e controcampi. Ma l'orologio non parla, scorre soltanto inesorabile. Nemmeno Schmidt parla, ma, altrettanto inesorabilmente, sul suo volto che pare tumefatto sono evidenziati, impietosi, i segni del tempo trascorso. Schmidt non parla perché nessuno gli presta ascolto: la moglie lo interrompe, da quarantadue anni, non appena apra bocca, il suo giovane successore nella prestigiosa ditta lo ascolta brevemente solo per pietosa gentilezza, la figlia è indaffarata e si affretta a riagganciare il telefono, l'estemporanea vicina di camper ascolta i suoi patimenti soltanto per poter affermare con orgoglio di aver capito tutto, gli invitati al matrimonio della figlia ascoltano il suo discorso ma non comprendono appieno e prima di applaudire hanno bisogno dello stimolo di un primo battimano, la consuocera pare dialogare amorevolmente con lui ma poi si dimostra più interessata al suo corpo. Tra Omaha, Nebraska, e Denver, Colorado, nonostante l'unica frontiera, esiste un cortocircuito comunicativo che porta il buon Schmidt a rivolgersi a veri e propri simulacri, a degli investimenti sul piano discorsivo che giustifichino in qualche modo la sua esistenza e non lo releghino oltre quella simbolica grata in cui sono stati accantonati tutti i suoi files, raccolti in tanti anni di sacrificato lavoro.

Se Roman Jakobson fosse un perdigiorno in viaggio sulle freeways del Midwest, probabilmente non avrebbe avuto assolutamente nulla da eccepire sulla presenza di un mittente (Schmidt, confuso, certo, fors'anche spiazzato, ma esistente) e una serie di più o meno attenti destinatari (gli altri). Altrettanto probabilmente, avrebbe convenuto sulla regolarità di un codice comune (la lingua utilizzata) e sulla necessità di un contatto tra i vari soggetti della comunicazione. Fin qui il sornione linguista di origine russa avrebbe gongolato, eppure qualcosa di anomalo avrebbe dovuto comparire per creare la totale assenza di feedback tra Schmidt e i suoi interlocutori. L'anomalia risiede nella mancanza delle funzioni specifiche relative ai vari fattori della comunicazione.

A Schmidt manca prima di tutto l'orientamento nei confronti del significato di ciò che dice, ossia la funzione referenziale: durante il discorso matrimoniale, l'eccedente Warren si rende protagonista di una tirata in favore degli sposi che è l'esatto contrario di ciò che l'uomo pensa realmente, facendo perdere così il senso a tutti gli invitati, che colgono un affetto laddove c'è solo sdegno e preoccupazione. Ma a Schmidt manca anche la funzione poetica, ossia l'utilizzo della migliore configurazione possibile da presentare al mittente: nel dialogo con la figlia affinché si convinca a non sposare quello che lui reputa un imbecille, il pensionato è troppo aggressivo nei modi e nella successione delle parole e sortisce l'effetto contrario di addolorare e inviperire la ragazza. A questo punto si potrà notare come manchi decisamente anche un particolare atteggiamento verso il destinatario della comunicazione, in modo che questi possa disporsi all'ascolto e alla ricezione: se in questa specifica funzione, che Jakobson chiama conativa, l'imperativo riveste un notevole valore perché in qualche modo attira verso il mittente il suo interlocutore, il suo mancato dosaggio rischia di interrompere la comunicazione, di fare in modo che venga meno quella funzione fàtica che regge le sorti di un qualunque dialogo e lo prolunga nel tempo.

 

Ecco il cortocircuito di Warren Schmidt da cui si origina la solitudine del personaggio: la comunicazione, per svariati motivi, non si prolunga, non si può prolungare, quasi la tendenza ad interrompere della moglie diventasse una sorta di coazione a ripetere pronta a durare un'intera vita. La realtà così com'è viene sostituita da un suo simulacro (si veda Jean Beaudrillard, Simulations), la comunicazione di Schmidt trova soddisfazione verso l'esterno del suo mondo, verso quella Tanzania in cui risiede un bambino di sei anni, Ndugu, che non sa leggere né scrivere (assenza totale del codice) e si serve di una suora amica (che legge la lettera) per realizzare il necessario contatto (che quindi risulta mediato). Pare una comunicazione a senso unico, una sorta di diario intimo in cui Schmidt illustra se stesso intradiegeticamente ad un destinatario cui si rivolge per certificare la sua stessa esistenza. Sembra che Schmidt riesca a essere totalmente sincero perché il suo interlocutore è lontano e non risponderà, non lo giudicherà, soprattutto non lo interromperà.

Ma avviene il miracolo: Ndugu risponde. Non con una lettera, non con un nastro, non con una foto. Ma con un disegno che lo ritrae per mano con Warren. Warren piange, di gusto, e non lo aveva fatto nemmeno nel giorno della morte della moglie. Warren e Ndugu hanno aperto un varco nella comunicazione, nonostante le difficoltà insite in essa: hanno utilizzato il linguaggio dei sentimenti, universale, capace di andare oltre il confine fra Nebraska, Colorado e l'Oceano Atlantico, suscettibile di penetrare oltre le trite e meschine convezioni, in grado di superare il grigiore quotidiano con cui il film ha inizio e di spaziare in quel cielo azzurro che il bambino della Tanzania ha posto genuinamente sopra il loro icastico capo.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.