Grandi speranze PDF 
Caterina Rossi   

Le grandi speranze di Pip, protagonista del romanzo di formazione di Charles Dickens, furono incarnate per la prima volta da John Mills, nell’adattamento di David Lean del 1946. Più recentemente, è stato Alfonso Cuarón a modernizzare la storia e a spostare Pip nel corpo attuale di Ethan Hawke, in Paradiso perduto del 1998. Questi i precedenti cinematografici più illustri che, insieme al recentissimo Grandi speranze, realizzato nel 2012 da Mike Newell, testimoniano una sorta di ostinazione nel portare sul grande schermo la storia creata da Dickens e pubblicata a puntate tra il 1860 e 1861. I romanzi di Dickens, densi di patetismo e denuncia sociale, hanno avuto un rapporto sempre privilegiato con il cinema, anche se, raramente, hanno portato ad esiti cinematograficamente interessanti (si pensi al recente Oliver Twist di Roman Polanski, dove l’autore rinuncia al proprio sguardo per rifarsi il più possibile alle vicende). Da un linguaggio all’altro, dalla letteratura ottocentesca dell’autore inglese alla pellicola, sembra che qualcosa si perda e si semplifichi inaridendo le vicende nate per le pagine scritte.

Philip Pirrip “Pip” (Jeremy Irvine) è un giovane orfano che vive con la sorella maggiore (Sally Hawkins), una donna parca di sentimenti, e il marito Joe Gargery (Jason Flemyng), umile e affettuoso fabbro. Pip sogna per sé un grande futuro da gentiluomo accanto ad Estella (Hollyday Grainger), ragazza elegante e capricciosa allevata da miss Havisham (Helena Bonham Carter), zitella abbandonata sull’altare che perse quasi il senno in seguito allo smacco subìto. La donna educa Estella alla povertà di sentimenti per proteggerla da ipotetiche delusioni future. Gli anni passano, Pip cresce, e un misterioso benefattore che proviene dal passato (Magwitch, interpretato da Ralph Fiennes) gli permette di trasferirsi a Londra e di trasformarsi in un vero e proprio gentleman. Mike Newell si dimostra un regista onnivoro, passando da Quattro matrimoni e un funerale a Donnie Brasco, da Harry Potter e il calice di fuoco a Prince of Persia, e si comporta come un umile artigiano - forse ispirandosi all’umiltà d’animo del fabbro Joe -, cesellando una pellicola piuttosto letterale e lineare, senza riuscire a dominare la tendenza alla sintesi, inevitabile e connaturata al linguaggio cinematografico. La prosa di Dickens, infatti, dà spessore minuzioso ai personaggi e agli ambienti, mentre Newell non è in grado di produrre immagini efficaci quanto lo scrittore. Il regista tende quindi a semplificare i rapporti tra i personaggi, livellandoli e concentrandosi piuttosto sulla resa scenografica degli ambienti. Il contrasto tra i paesaggi naturali della brughiera paludosa da cui proviene Pip e la grande capitale, una Londra barocca in cui non è concessa la visione dell’orizzonte - una città che risucchia le persone come in una palude, non fisica, ma socialmente più paludosa dei luoghi d’origine -, è uno dei pochi aspetti che funzionano a livello visivo, ma non nell’economia della costruzione dell’atmosfera dickensiana. Non è sufficiente la buona performance di Ralph Fiennes, che sparisce in Magwitch, trasfigurato in un volto intensamente drammatico dove convivono umanità e sgradevolezza. Anche gli sforzi (forse troppi) della ormai sempiterna presenza burtoniana Helena Bonham Carter risultano grotteschi nel dare corpo a un personaggio che nella versione di Newell è appiattito e depotenziato a livello dimensionale. L’attrice strabuzza gli occhi e carica l’interpretazione con una surrealtà che in questa situazione sconfina nel miscasting.

Newell inserisce Dickens letteralmente nelle battute, e Pip si dichiara a Estella: "Tu sei nel fiume, sei nelle vele delle navi, sei nel mare, nelle nuvole, nelle pietre di Londra. Fino alle ultime ore della mia vita tu rimarrai in me, parte di quel poco che c’è di buono e parte del male, anche se io ti assocerò sempre al bene". Gli attimi di fedeltà al testo originario non sono però in grado di riprodurre l’intensità delle parole pronunciate. La frizione principale si può attribuire ai due giovani attori, che nel ruolo di personaggi principali scompaiono in un’espressività acerba. I primi piani insistiti non permettono di accedere realmente all’interiorità dei personaggi. I volti si svelano piuttosto come superfici patinate, dove a rivelarsi è la bellezza addomesticata di Jeremy Irvine e Holliday Grainger, troppo inesperti o semplicemente non adatti a reggere i ruoli a loro assegnati. Il tormento giovanile, poi trasformato in patimento esistenziale tout court, si cristallizza su questi volti/superfici poco reattivi. Le "grandi speranze" di Charles Dickens rimangono solo latenti e potenziali nell’adattamento di Mike Newell, bloccate in una versione visiva del romanzo impoverita, che difficilmente si può definire davvero necessaria.

Titolo originale: Great Expectations; Regia: Mike Newell; Sceneggiatura: David Nicholls; Fotografia: John Mathieson; Montaggio: Tariq Anwar; Scenografia: Jim Clay; Costumi: Beatrix Aruna Pasztor; Musiche: Richard Hartley; Produzione: BBC Films, Lipsync Productions, Number 9 Films, Unison Films, iDeal Partners Film Fund; Distribuzione: Videa CDE; Durata: 128 min.; Origine: UK/USA, 2012

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.