The Help PDF 
Valentina Rossetto   

Tratto dal best seller di Kathryn Stockett, The Help ha ottenuto negli Stati Uniti un consenso unanime di pubblico e di critica: vincitore di tre premi ai Critics Choise Movie Awards, ha guadagnato anche cinque candidature ai Golden Globe e quattro agli Oscar. Il film è sceneggiato e diretto da Tate Taylor, amico dell'autrice, che opzionò i diritti della trasposizione cinematografica prima ancora che il romanzo uscisse. Taylor ha al suo attivo una lunga carriera come attore, e The Help è il suo secondo lungometraggio dopo Pretty Ugly People (2008).

Il romanzo della Stockett intreccia le storie di tre donne che vivono a Jackson (Missisipi): Aibileen, domestica di colore che, come molte, ha passato la vita crescendo i figli delle famiglie bianche in cui è stata a servizio; la collega Minny, che lavora presso una donna meschina e viziata per mantenere la famiglia e il marito violento; e Skeeter, una giovane ragazza bianca che sogna di fare la scrittrice. Il film mantiene intatta la struttura del romanzo privilegiando sugli altri il punto di vista di Aibileen (Viola Davis). Sono le sue riflessioni ad aprire e chiudere il film, ed è lei a guidarci nella narrazione e a introdurre per la prima volta luoghi e persone connotandole in maniera positiva o negativa. Dopo la laurea, Skeeter (Emma Stone) torna a Jackson e comincia a lavorare per il giornale locale curando sotto pseudonimo una rubrica in cui risponde alle lettrici dando consigli domestici. Si fa aiutare da Aibileen, che è a servizio da un'amica. Man mano che il legame tra le due donne si rafforza, Skeeter, anche in virtù del profondo affetto che la legava alla sua governante, decide di raccontare le vicende personali delle domestiche di colore che vivono nella sua città e delle molte difficoltà che devono affrontare per via dell'atteggiamento razzista delle famiglie in cui lavorano. Dopo una serie di incontri con Aibileen, e su suggerimento del suo editore di New York, che la invita a raccogliere più storie, Skeeter coinvolge Minny (Octavia Spencer), la quale è appena stata licenziata da Hilly (Bryce Dallas Howard), giovane donna razzista e regina della scena sociale di Jackson.

Il film, dal punto di vista della messa in scena, si presenta estremamente tradizionale, finalizzato soprattutto alla trasposizione fedele del romanzo e a una rappresentazione realistica del contesto storico sociale in cui si svolgono le vicende. La fedeltà all'opera della Stockett e la volontà di “non tradire” i lettori che hanno amato il libro sono le linee guida dichiarate in più interviste da Tate Taylor. Centrali sono i personaggi e fondamentale è il lavoro degli attori che li interpretano, conferendo loro spessore e credibilità. Un lavoro svolto da tutto il cast in maniera esemplare. Il periodo storico in cui sono ambientate le vicende, l'America dei primi anni Sessanta, è quella dei movimenti per i diritti civili, di Martin Luter King e Malcom X, quelli in cui Kenndy creò una commissione presidenziale per le pari opportunità così da contrastare la segregazione e le leggi discriminatorie verso gli afroamericani, ancora in vigore in molti stati del sud. Il clima politico e sociale nella cittadina di Jackson è sintomatico di queste tensioni: bianchi e neri vivono in quartieri separati, vanno in scuole diverse, non devono maneggiare gli stessi libri, sull'autobus devono sedersi in posti separati (sono le cosiddette leggi “Jim Crow”). Spesso una cameriera a servizio in una casa viene vista, come prima della guerra civile e dell'abolizione della schiavitù, qualcosa "di proprietà" che si lascia in eredità ai figli. "Separati ma uguali", come dice Hilly in un momento del film, citando la dottrina che alla fine dell'Ottocento giustificava e legittimava la segregazione razziale. Hilly, ossessionata dalla promiscuità tra le razze, rappresenta quella parte di società che crede ancora all'inferiorità dei neri e al loro rapporto subalterno nei confronti dei bianchi. Dall'altro lato, a compensare questa visione, ci sono personaggi come Skeeter o i coniugi Foote (la coppia dalla quale andrà a lavorare Minny dopo il licenziamento), che cercano sinceramente di stabilire un rapporto paritario e di vicinanza con le persone che lavorano per loro e alle quali sanno di dovere molto.

Quello che emerge in The Help è un generico atteggiamento discriminatorio volto a isolare gli elementi non conformi alle regole sociali dettate da una minoranza piccola ma influente. I neri ne sono certo le prime vittime, ma lo è anche la stessa Skeeter. Cresciuta come gran parte dei suoi coetanei da una cameriera di colore, non riesce a ragionare in termini discriminatori, è anzi curiosa di conoscere speranze, delusioni e problemi delle persone che si occupano della casa e dei figli di tante famiglie bianche benestanti. Skeeter non è ancora sposata e non ha figli come le sue coetanee, non subisce come loro il fascino di Hilly, non partecipa alle attività "filantropiche" e, alla fine, dopo la pubblicazione del libro con le testimonianze delle donne di Jackson, viene definitivamente "espulsa" dalla cerchia delle persone che contano. Così come Celia Foote (Jessica Chastain), che con il suo temperamento umano e diretto non si adatta alle regole non scritte di Hilly, che quindi la isola decretandone la morte sociale. Si tratta di una società a prima vista solare e serena, caratterizzata dal benessere economico e dai rituali collettivi, ma che in realtà si dimostra asfittica e intollerante con chi non si conforma.

Molti film, in passato, si sono occupati delle contraddizioni della società americana degli anni Cinquanta e Sessanta. Tra questi c'è Lontano dal paradiso di Todd Haynes, nel quale troviamo gli stessi rituali e le stesse tensioni sociali di The Help, in particolare la condanna senza appello del diverso e dei rapporti interrazziali che, anche in questo caso, colpisce non solo le persone di colore ma anche gli elementi non conformi all’interno dello stesso gruppo. A differenza del film di Haynes, The Help è però meno amaro. Il rapporto tra le donne, il loro confronto, sia nella vita quotidiana che nelle riunioni per la scrittura del libro di Skeeter, riesce a vincere le diffidenze e le differenze che le separano. Il risultato è un film di buoni sentimenti in cui anche i fatti più violenti che hanno sconvolto la società americana perdono la loro carica. Un film nella migliore tradizione hollywoodiana, con una bella storia a lieto fine, dei bei personaggi, grandi sentimenti e grandi principi che alla fine emergono, nonostante tutto. Il pericolo qui, come altrove, è di ricondurre problematiche complesse e tensioni sociali alla bidimensionalità di una bella fiaba, con in più il sapore di qualcosa di già visto. Pericolo in parte aggirato in The Help grazie alla bravura degli interpreti. 

Titolo originale: The Help; Regia: Tate Taylor; Sceneggiatura: Tate Taylor; Fotografia: Stephen Goldblatt; Montaggio: Hughes Winborne; Scenografia: Mark Ricker; Costumi: Sharen Davis; Musiche: Thomas Newman; Produzione: DreamWorks SKG, Reliance Entertainment, Participant Media, Imagenation Abu Dhabi FZ, 1492 Pictures, Harbinger Pictures; Distribuzione: Walt Disney Motion Pictures Italia; Durata: 146 min.; Origine: USA/India/Emirati Arabi, 2011

 


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