Cina – XIX secolo, tra le pieghe di un ventaglio di carta di riso si nascondono le parole segrete che hanno legato per la vita Fiore di Neve e Giglio Bianco. Ideogrammi che raccontano in una lingua, il nu shu, usata solo dalle donne di una realtà fatta di isolamento e privazione, di sottomissione e sofferenza. Cina – XXI secolo, tra i fogli sparsi di un romanzo incompleto Nina ripercorre le tappe della sua vita e ritrova l’amicizia con Sophia, autrice delle pagine lasciate incustodite a causa di un incidente che l’ha vista coinvolta. Fiore di Neve e Giglio Bianco, Nina e Sophia. Storie di donne tanto lontane tra loro da scorrere sullo schermo come universi paralleli che pure si incontrano in un ideale tempo indefinito e in un luogo infinito. L’indefinito del ricordo e l’infinito del laotong, quel legame di sorellanza speciale che le unisce e le fa vivere l’una nell’altra, l’una per l’altra.
Alternando calligrafismi manieristici e immagini hi-tech, Il ventaglio segreto troppo spesso ricorre al facile sentimentalismo che sottende alle storie di donne raccontate per le donne. Già tratta dal romanzo di Lisa See Fiore di neve e il ventaglio segreto, questa pellicola che si annunciava come primo esempio di cinema cinese prodotto e realizzato con “sistema” hollywoodiano nella moderna Cina, in realtà è una operazione abbastanza deludente. E il definirla “operazione” non è casuale, la sua stessa genesi ne spiega il motivo. Il libro, che dicevamo essere di Lisa See, autrice cino-americana, è finito tra le solerti mani della moglie orientale di Murdoch, signora Wendi Deng Murdoch, meglio conosciuta come “la tigre asiatica”, grazie al suggerimento dalla scrittrice cinese Amy Tan. La signora Murdoch, che ricopre la carica di amministratore delegato della casa cinematografica Big Feet Productions, da lei stessa fondata nel 2008, e che sente impellente la necessità di raccontare la Cina in modo diverso, rimane affascinata dalle pagine della See al punto tale di acquistare i diritti del libro e commissionarne un adattamento per il cinema. A questo punto il gioco è fatto: lei è la perfetta figura crossover per una coproduzione cinese-americana, e siccome gli affari sono affari, anziché girare nella Hollywood statunitense si gira in Cina, risparmiando la metà dei costi (che si dimezzano rispetto ai 45 milioni di dollari che si sarebbero impiegati negli States), ma impiegando le tecniche e lo standard d’oltreoceano, affidando la regia a Wayne Wang, anch’egli di origini orientali ma di comprovata esperienza hollywoodiana, già autore di blockbuster come Amore a cinque stelle (altra pellicola che parla di donne per le donne con un linguaggio che farebbe infuriare persino Cenerentola) e farcendo il cast di star cinesi (Gianna Jun e Bing Bing Li) e hollywoodiane (Hugh Jackman).
Un'operazione commerciale di tutto rispetto, se non fosse che il prodotto che ne è venuto fuori, lungi dall’essere una storia cinese che abbia i caratteri della universalità (“Voglio raccontare storie interessanti sulla Cina, girare film cinesi per un pubblico internazionale”, dichiarava Wendy Deng Murdoch in un'intervista rilasciata a Panorama alla vigilia dell’uscita della pellicola nelle sale italiane), è un ibrido che non ha il fascino e l’eleganza delle pellicole orientali e nemmeno la perfezione – è vero, a volte pesino un po’ artificiosa! – e l’ampio respiro dei prodotti hollywoodiani. Insomma, Il ventaglio segreto è per l’appunto un prodotto privo di anima ma perfettamente confezionato, sofferente di una dualità che non si riesce a conciliare né nella trama (a volte didascalica, banale nella contrapposizione un po’ manieristica e nell’articolazione per sequenze giustapposte in banali giochi di analogie e differenze tra le due storie) né nello stile (migliore nelle sequenze in costume per la verità ma comunque privo di guizzi). In ultima analisi, lungi dall’essere minimamente partecipe della magiche atmosfere e dell'articolazione dei livelli comunicativi e stilistici di pellicole come Addio mia concubina o Lanterne Rosse, Il ventaglio segreto si rivela un soffio artificiale di vento in una estate cinematografica calda e noiosa.
TITOLO ORIGINALE: Snow Flower and the Secret Fan; REGIA: Wayne Wang; SCENEGGIATURA: Ronald Bass, Michael Ray, Angela Worman; FOTOGRAFIA: Richard Wong; MONTAGGIO: Deirdre Slevin; MUSICA: Rachel Portman; PRODUZIONE: USA/Cina; ANNO: 2011; DURATA: 105 min.
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