Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero è, fino ad oggi, il più compiuto tra i capitoli della saga cinematografica ispirata ai romanzi di C. S. Lewis. Dopo un esordio alquanto anonimo (Il leone, la strega e l’armadio) e un secondo episodio convincente solo in parte (Il principe Caspian), con Il viaggio del veliero la saga fantasy targata Disney sembra imboccare finalmente la strada giusta. Che ciò sia dovuto esclusivamente al passaggio in cabina di regia di Michael Apted, succeduto ad Andrew Adamson (il creatore di Shrek, per intenderci), è difficile da dire. Certo è che Il viaggio del veliero risulta sicuramente il più godibile ed appassionante fra le avventure della saga.

La struttura stessa della trama si presta maggiormente al racconto fantastico, evitando quel fastidioso effetto di déjà vu che, nei capitoli precedenti, aveva richiamato alla mente a più riprese Il signore degli anelli (il film, non il libro). Concentrando l’attenzione sugli aspetti maggiormente surreali, anziché bellici, della storia, Il viaggio del veliero è, a tutti gli effetti, una vera e propria “fiaba moderna per ragazzi”. Protagonisti di questo nuovo capitolo sono solo più due dei quattro fratelli Pevensie, i soli in grado di tornare, ancora una volta, nel mondo magico di Narnia: i più piccoli Edmund e Lucy, per l’occasione, saranno accompagnati, loro malgrado, dall’odioso cugino Eustace. Giunti a Narnia si riuniranno a Caspian, figura centrale del secondo capitolo, per poi partire alla ricerca di sette magiche spade (un tempo possedute da altrettanti re decaduti) il cui potere potrà fermare l’avvento del Male che minaccia la quiete di Narnia. Ancora una volta il viaggio a Narnia sarà, per i ragazzi, anche un percorso di formazione, in particolare per il cugino Eustace. È lui infatti il vero personaggio-chiave de Il viaggio del veliero, colui che, una volta affrontate le proprie paure, avrà l’occasione di crescere e migliorarsi, arrivando a comprendere – dopo la sua trasformazione in drago, espediente spettacolare di indubbio fascino per i ragazzi – il valore della collaborazione, e rinunciando così al proprio carattere scettico e individualista. Un’occasione per riscattarsi che coinvolge anche la piccola Lucy, la quale, segretamente invidiosa della bella sorella Susan, imparerà alla fine ad accettarsi per quella che è.

Dal punto di vista tecnico il film sembra voler prendere le distanze dagli stilemi che lo avevano legato all’adattamento de Il signore degli anelli di Peter Jackson. Come già accennato, infatti, Il viaggio del veliero, libero da ricostruzioni belliche (che, volenti o nolenti, richiamano le spettacolari battaglie della saga tolkeniana), riesce a dare il meglio grazie al suo carattere surreal-picaresco e ad una maggior cura dei particolari. Ed è proprio quel gusto per il surrealismo, mai eccessivamente banale, a nobilitare un film altrimenti destinato al solo pubblico di Natale: pensiamo ai diversi richiami nei confronti della pittura di Magritte,  evidente nell’iconografia della “casa invisibile”, e di Dalì, con il leone Aslan sulla spiaggia e l’onda sospesa a mezz’aria. Tutti particolari e finezze che riescono a creare un’atmosfera coinvolgente, impreziosita da alcuni espedienti molto ben riusciti, come quello utilizzato per giustificare il passaggio tra il mondo reale e Narnia, ovvero il dipinto di un veliero che, animandosi, inizia a gettar acqua nella stanza fino a riempirla. Una trovata degna del miglior Terry Gilliam.

TITOLO ORIGINALE: The Chronicles of Narnia: The Voyage of the Dawn Treader; REGIA: Michael Apted; SCENEGGIATURA: Christopher Markus, Stephen McFeely, Michael Petroni; FOTOGRAFIA: Dante Spinotti; MONTAGGIO: Rick Shaine; MUSICA: David Arnold; PRODUZIONE: Gran Bretagna; ANNO: 2010; DURATA: 115 min.