Batman begins (?) PDF 
di Mario Bucci   

Bisogna diffidare di quei prodotti che, arrivati per ultimi, vogliono porsi alla testa di tutti quelli che li hanno preceduti. Si fosse trattato di politica avremmo parlato di revisionismo... tuttavia anche trattandosi di cinema, non siamo comunque molto distanti dal medesimo effetto. È accaduto diverse volte, infatti, che un film scegliesse di anticipare i fatti già avvenuti, per dare una chiave di lettura diversa ad un percorso che in realtà già viveva di vita propria: Red Dragon (2002) di Brett Ratner voleva cancellare dalla storia del cinema il miglior Hannibal Lecter apparso sul grande schermo, Brian Cox in Manhunter – Frammenti di un omicidio (1986) di Michael Mann, la seconda trilogia lucasiana di Star Wars voleva rivendicare un immaginario ancor più fantastico, ritoccando i primi tre episodi, e dunque falsandoli, per acconsentire l'esplosione di effetti speciali utilizzata per gli ultimi prologhi... ed anche con Batman begins siamo di fronte a qualcosa di simile.

Con astuzia, la Warner Bros ha chiamato due britannici, regista inglese ed interprete gallese, per dare a questa pellicola una caratteristica solida, che in mano ad una coppia di americani sarebbe stata evidentemente troppo esile e diretta. Ma il risultato non è cambiato...

Procediamo con calma allora, ed addentriamoci nel cuore di tenebra dell'ultimo uomo pipistrello: il primo. Girato tra Londra, Chicago, N.Y. e l'Islanda, costato circa 150 milioni di dollari (quasi cioè quattro volte quello che era costato il primo Batman di Tim Burton) e pronto ad incassarne almeno il triplo, l'ultimo appuntamento in sala con l'uomo pipistrello è anche l'ultimo appuntamento con un pensiero americano sottilmente nascosto tra le maglie di un film altamente spettacolare, asciutto, forse sterile. C'è la volontà di un uomo (paese) che vuole rialzarsi dopo essere caduto (Torri gemelle) e che ha paura dei pipistrelli (aerei) che deve imparare a governare e a non temere più. Non si tratta di vendetta, come viene ripetuto per quasi tutte le due ore del film, ma di incanalare le proprie paure in modo da rifletterle sul nemico (corsa agli armamenti) in modo da costringerlo ad una resa coscienziosa di fronte all'uomo pipistrello, l'anima nera di una città come Gotham City, afflitta dalla violenza e dal disinteresse e pronta ad essere distrutta dalla Setta delle ombre (mujaidin), anime oscure che si lanciano alla conquista di paesi decadenti (l'Occidente). In questo ultimo/primo capitolo, l'eroe della notte si libera del senso di colpa che gli ha dato vita, e si smarrisce nelle ammissioni o vere riflessioni sulla propria colpa, quella di aver lasciato che la delinquenza proliferasse a Gotham City senza aver trovato mai una soluzione congrua al problema. Non basta, infatti, che Bruce Wayne risparmi la testa di un condannato sulla cima dell'Himalaya, perchè il senso di vendetta, tutta americana, sottile e subdola, si mostra ugualmente attraverso la preparazione fisica e cameratesca (fatta cioè di morale, volontà e allenamento), lo studio, la scelta delle armi e il ricorso alle macchine militari.

C'è odore di contemporaneità nel film di Christopher Nolan, e l'eroica contemporaneità di questi tempi puzza. Il regista, infatti, capovolge il proprio personale percorso, e abbandonando i deliri della memoria descritti in Memento (2002), riprende il filo di Arianna e costruisce una storia di oltre due ore basata e strutturata interamente su un processo mnemonico ben definito, che guarda all'infanzia (il giovane Bruce che cadendo nel pozzo viene circondato di pipistrelli) e che affonda nella morte dei genitori. Su questo ultimo punto, una scorrettezza scollegherà per sempre questo episodio dal suo successore, il Batman di Tim Burton, nel momento in cui non è più il giovane Jocker/Nicholson ad averli uccisi, ma un balordo qualunque. Del lavoro del regista dark riprende solo l'aspetto sentimentale che lo lega a Rachel, lasciando intravedere nel personaggio principale una breccia umana che lo mantiene al rango di semidio (non è il mondo dei supereroi una sorta di Olimpo?), non Superman ma nemmeno solo uomo, perché a muoverlo è l'anima oscura della notte, della giustizia privata al servizio della cittadinanza (quanto volte nel film è data per scontata l'ufficialità dei vigilantes?).

Batman begins è un gigante storpio, dotato di un ottimo impianto narrativo, di un buon montaggio che sfrutta al meglio le necessità del pubblico più giovane e distratto, e che fa soprattutto della citazione il suo arricchimento migliore: la parte dell'allenamento è vicina a Kill Bill di Quentin Tarantino almeno quanto questa era vicina a Karate Kid – Per vincere domani di John G. Avildsen; il personaggio di Lucius Fox interpretato dal solito Morgan Freeman (solito in questa occasione è utilizzato per dire che non cambia mai registro) ti introduce al mondo che una volta era stato di James Bond 007; la follia allucinata che dilaga in città è un insieme di zombi alla Romero e di delinquenti alla Carpenter, rispettivamente in Zombi (1978) e 1997 fuga da New York (1981); l'inseguimento tra auto e sopraelevata è direttamente preso da Il braccio violento della legge (1971) di William Friedkin; ed un'aria alla Il silenzio degli innocenti (1991) di Jonathan Demme si respira quando Rachel Dodson, interpretata da Katie Holmes, va a visitare il boss Falcone.

Nella formazione morale/delinquenziale di Bruce Wayne poi, è inquietante il rapporto descritto tra disagio della povertà e delinquenza (Bruce che sceglie di fare il vagabondo e poi il ladro) in un assioma tipicamente capitalistico che fa della mancanza di responsabilità della società la chiave di lettura migliore per l'interpretazione della realtà. Anche Gotham City, meno cupa e gotica, perde molto del suo fascino, guardando più al futuro nipponico (fatto di sopraelevate e treni ad altissima velocità) che al modello espressionista tedesco cui le prime pellicole avevano guardato. Nota di merito, però, per l'attore protagonista, Christian Bale, apprezzato recentemente con il film L'uomo senza sonno (2004) di Brad Anderson, capace anche in questa pellicola di vere e proprie mutazioni professionali (almeno tre volti diversi in questo Batman begins). Bravo, solo lui. Di tutto il resto sarà bene continuare a diffidare.

 


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