In piena luce. I nuovi spettatori e il sistema delle arti PDF 
Paolo Fossati   

ImageUna nuova fase del rapporto tra gli uomini e le immagini è ormai cominciata. Gli indizi sono concordi e Gabriele Pedullà li dispone, chiarendone la natura e il valore, nel saggio In piena luce, edito nella collana “Agone” dei tascabili Bompiani a cura di Antonio Scurati.

Un sottotitolo - I nuovi spettatoti e il sistema delle arti - focalizza il duplice oggetto d’indagine, svelando implicitamente un interesse verso la ricerca dei confini tra due territori che si influenzano vicendevolmente fino a confondersi e compenetrarsi. In questo gioco di specchi l’obiettivo di Pedullà sembra essere quello di osservare la traiettoria della luce che si riflette da un fronte all’altro, generando senso (come fosse una metafora del film che, proiettato, rivive nella memoria degli spettatori in forme nuove, necessariamente poi analizzate dall’industria culturale per decidere quali strategie produttive future attuare: continuare sullo stesso filone, girare un sequel, un prequel… ).  Esaminare le caratteristiche dei nuovi spettatori e registrare le mutazioni dell’industria aiuta ad individuare gli snodi culturali responsabili dei lenti, ma inesorabili cambiamenti che, susseguendosi, divengono i cardini di una trasformazione del rito del consumo di cinema. La sala cinematografica, che nel Novecento ha rappresentato il vero (e facilmente determinabile) punto d’incontro tra pubblico e industria, l’appuntamento al buio tra fruitori e realtà produttiva, il luogo di una liturgia scandita da regole precise, la dark room nella quale intrufolarsi alla ricerca di stupore, emozioni e sospensione del ritmo del quotidiano, è destinata a scomparire? L’autore del saggio non è allarmista in questo senso, preferisce piuttosto constatare che è già stata affiancata da altri “luoghi”, o sarebbe meglio dire da altre modalità di visione, ovvero gli individual media (internet, dvd, videofonini…). Da questa considerazione sorgono alcuni interrogativi rilevanti riguardo alla settima arte: il consumo stesso di cinema non si trasfigura, così, in qualcosa di diverso? Il film, trasferendosi quasi definitivamente a “vivere” fuori dal cubo opaco edificato per ospitarlo - come già si era abituato a fare nella seconda metà del secolo scorso chiedendo asilo alla televisione - a quale futuro aspira? La stessa genesi di nuovi film non subirà (o sta già accusando) un’influenza estetica e narrativa determinante proprio a causa del cambio di condizioni base della visione? Le diverse dimensioni dello schermo, la mancanza del buio in sala, il venir meno dell’isolamento dal mondo esterno e dell’immobilità forzata, dello stesso abbandonarsi al flusso inafferrabile del film (che non attende lo spettatore distratto), l’assenza del rito sociale dell’incontro e della prossimità degli spettatori… l’elenco delle regole infrante e delle convenzioni decadute potrebbe proseguire, ma gli aspetti che per l’autore vale la pena di considerare e approfondire, come richiamato nell’inciso del titolo, sono l’identikit del nuovo spettatore e il volto del futuro sistema delle arti: raso al suolo il luogo del loro primo incontro (o risparmiato, in alcuni casi, come pantheon di un’epoca), dovranno lavorare per costruire un territorio comune dove far proseguire lo scambio comunicativo. L’ipotesi (in realtà quasi già dimostrata) per gli appuntamenti futuri è quella del meeting tra messaggio e singoli fruitori sugli individual media, che con la “portabilità” del media stesso aboliscono il bisogno di un luogo specifico e rendono ubiquitari i messaggi che veicolano, tra i quali i film.

Il libro di Pedullà è molto utile per comprendere questo slittamento di prospettiva e la scelta del parallelismo tra cinema e arte contemporanea - attraverso una serie di considerazioni relative alla nascita, nel Novecento, del cubo bianco come concetto e tipologia architettonica specifica per ospitare le opere contemporanee, che necessitano di modalità espositive diverse da quelle dell’arte precedente, che ne favoriscano la comprensione - permette al lettore di riflettere sul significato della visione come esperienza sempre diversa a seconda del contesto e non circoscrivibile al solo messaggio veicolato.

TITOLO: In piena luce. I nuovi spettatori e il sistema delle arti; AUTORE: Gabriele Pedullà; EDITORE: Bompiani; ANNO: 2008; PAGINE: 288; PREZZO: 12,00 €

 


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