21 grammi PDF 
di Gloria Misul   

Ventuno grammi possono equivalere al peso di un colibrì, di una barretta di cioccolato o, per chi ci crede, a quello che un corpo perde al momento della morte, cioè al peso specifico dell'anima. Il regista messicano Iñárritu ha creato intorno a questa curiosa leggenda un film simile alla costruzione di un mosaico: un complesso gioco di incastri che in questo caso, però, disorienta e affatica lo spettatore, la cui attenzione è frammentata da continui slittamenti temporali.

La narrazione intreccia tre storie di miseria umana, in cui la morte appare non solo come un tragico evento ma anche come una possibile rigenerazione. Paul Rivers, interpretato da Sean Penn, è un professore in fin di vita che necessita di un urgente trapianto di cuore mentre la sua compagna Mary (Charlotte Gainsbourg) non si arrende all'idea di non poter avere figli e vuole fortemente che lui sopravviva più per soddisfare il proprio bisogno di maternità che per un concreto amore nei suoi confronti. Benicio Del Toro, invece, è l'ex detenuto Jack Jordan che investe accidentalmente un uomo e le sue due bambine, uccidendoli. Il cuore del morto viene trapiantato nel petto di Paul, che vuole così scoprire l'identità del donatore. La ricerca lo conduce a Christina (Naomi Watts), moglie del defunto, a cui il destino ha distrutto la vita, rubandole marito e figlie in un colpo solo. Insieme progetteranno di uccidere Jack, per soddisfare il desiderio di vendetta della donna. La semplicità di questa struttura è alterata da una regia che indugia su ripetuti salti cronologici e che, pur mettendo i personaggi a confronto l'un l'altro, non fornisce l'autentica visione d'insieme a cui aspira. Anzi, la macchina da presa li segue diventando, talvolta, scomodamente vicina, come accade quando Christina si trova in ospedale dopo l'incidente: stringe in lacrime suo padre ma l'obiettivo inquadra il volto distrutto della sorella, ritratta così in un solitario dolore. Pallidi e tesi, i protagonisti comunicano efficacemente il pathos, rinnovandolo in ogni fotogramma: Sean Penn, coraggioso e disperato, con questo ruolo ha vinto l'ultima edizione del Festival di Venezia come "miglior attore", Naomi Watts, dal momento dell'incidente in avanti, pare realmente straziata e privata dell'anima (forse i ventuno grammi li ha persi anche lei, pur rimanendo in vita) e Benicio Del Toro è crudo e brutale come si può immaginare che sia un uomo uscito di prigione ma che, spiritualmente rinato, cerca ora di tenere salda la propria famiglia attraverso principi religiosi esasperati e deformanti. I

tre personaggi appartengono a tre mondi differenti che, analizzati singolarmente, non potrebbero neanche sfiorarsi ma che un fortuito incidente d'auto collega indissolubilmente, attraverso un'evoluzione ramificata degli eventi. Proprio in merito a ciò Inárritu, in un'intervista rilasciata al Toronto International Film Festival, ha affermato che "quando si scrive la storia di qualcuno, bisogna considerare tutte le persone che incrociano la sua vita. Noi siamo ciò che siamo in funzione degli altri. Sento che tutti noi siamo collegati e ci influenziamo vicendevolmente". Attraverso la trama di questa tela umana, egli affronta questioni intellettualmente ed emotivamente profonde: la morte, quella improvvisa e violenta della famiglia di Christina ma anche quella lenta ed inesorabile di Paul; la redenzione, qui nel caso di Jack, che fa seguito all'incidente e che, in una prospettiva biblica, dovrebbe essere tanto più autentica quanto più intenso è il dolore che l'ha innescata; la vendetta, servita da Paul e Christina su un piatto ancora caldo, a distanza di otto mesi dal tragico evento. Infine la speranza, per Paul di tornare a vivere con cuore nuovo ed efficiente e per Christina, forse, di ritrovare accanto a quest'uomo apparso dal nulla un sollievo minimo, dopo il passaggio di un destino impietoso che le ha sottratto gli affetti più cari. Oltre a questi temi importanti, ve ne sono altri ugualmente significativi, come l'amore, l'esistenza di Dio, la donazione di organi e l'ingiustizia, che non possono esaurirsi con la fine del film.

21 Grams non vuole fornire giudizi o spiegare una morale universale ma mettere i protagonisti a confronto con l'infelicità umana. Ciò lo rende un film complessivamente bello ed intenso ma le numerose ellissi temporali, insieme alla mescolanza dei piani narrativi, non solo richiedono una lettura particolarmente vigile da parte del pubblico ma tradiscono anche una cura autocompiaciuta per la forma della storia anziché per la sua essenza, che rischia così di apparire fredda e accademica.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.