Genova PDF 
Emanuele Scansani   

In questa sottile pellicola, Winterbottom si cimenta con un tema forse non troppo originale (la tragedia della perdita di una moglie/madre e il tentativo di superamento del trauma da parte del nucleo familiare), evitando al contempo di cadere nel monotono ripetersi di un vuoto formalismo inestetico da film per la tv o del toccante ma già visto film da grande schermo. Rimarrà certamente deluso chi si aspetta un film di forte denuncia in stile documentaristico, a cui in passato Winterbottom ci ha abituati, da Welcome to Sarajevo a Road to Guantanamo o A Mighty Heart (il regista sta proprio in questo periodo lavorando ad un film sul regime autoritario in Uzbekistan), perché Genova non denuncia niente più di un quadro familiare relativamente semplice, ritratto nella sua intimità e sconvolto da un incidente automobilistico. Tuttavia, Winterbottom riesce a fare una riflessione molto profonda sui rapporti interpersonali di una famiglia in cerca di speranza, e sulla psicologia dei personaggi nel percorso di superamento della loro tragedia. Un intento narrativo reso ancor più apprezzabile perché non autobiografico, e rappresentato filmicamente da uno stile naturalistico molto convincente.

Un regista di vocazione fortemente internazionale come Winterbottom non poteva che scegliere la cornice di una città straniera, italiana in questo caso, come luogo ideale di ambientazione di una storia familiare. Ed è proprio il rapporto che i personaggi intrecciano con la città, in modo diverso, e con aspettative, occhi, intenzioni e tentazioni diverse (che sono al contempo espressione dell'esperienza di scoperta artistica e culturale di Genova da parte del regista), a costituire forse il maggior punto di forza della pellicola. Quello che infatti il film perde nell'originalità della trama lo guadagna nel modo in cui Genova è dipinta. La città diventa allora non solo luogo filmico, ma esperienza personale, un “tempio” in cui i tre personaggi cercano di dimenticare, a modo loro, la tragedia che hanno subìto, lavando i loro sensi di colpa. Il superamento del trauma, che per il padre (Colin Firth) si realizza nell'accettare un incarico in un'Università italiana, e che si rafforza con due tentazioni amorose, strette tra passato (con la sua vecchia compagna di studi di Harvard) e futuro (con una studentessa del suo corso di letteratura), si consuma invece, nel caso delle due figlie, nel labirinto della città vecchia, circondato dal traffico ossessionante delle tangenziali che si purifica solamente con le rinfrescanti corse in motorino, e gli scenari incantevoli della costa ligure.

Eppure Genova viene vissuta in modo molto diverso dalle due sorelle, divise da pochi anni di età ma da opposte esigenze di sviluppo. Se, nel caso della sorella maggiore, Kelly, l'esperienza di un anno in Italia diventa un modo per dimenticare l'incidente scoprendo, in modo forse eccessivamente estroverso e frettoloso, l'illusoria bellezza delle prime storie sentimentali, per la sorella più piccola, Mary, le cose sono complicate dall'improvviso disorientamento legato alla traumatica assenza della figura materna, di cui sente il bisogno e che continua ad immaginare attraverso una serie di apparizioni che non riescono ad aiutarla a superare l'incidente. Ed è infatti la giovane bambina la figura più importante della famiglia americana, i cui legami affettivi tra padre e figlie non riescono a farsi più stretti nonostante l'evasione nella calda brezza dell'estate genovese. Il padre dimostra preoccupazione per la condizione della figlia minore, e non si lascia prendere dallo sconforto quando lei si perde inseguendo uno dei molti fantasmi materni. La sorella maggiore, invece, sembra accorgersi dell'importanza di offrire un sostegno al trauma della sorellina soltanto quando si rende conto di quanto vuote siano le relazioni affettive costruite in fretta sulle spiagge liguri per dimenticare l'incidente della madre. Soltanto nel finale, quando si manifesta la paura improvvisa di dover perdere anche un altro elemento della propria famiglia, con la bambina piccola che vaga senza meta e sperduta per il labirintico groviglio di strade, il padre e la figlia maggiore si rendono pienamente conto che il superamento del trauma non può avvenire ai danni della loro armonia. Non può, in altre parole, prendere la strada individualista dell'isolamento dal dramma comune. Sarà infatti solo quando la bambina sfuggirà ad una tragedia che sta per ripetersi che la famiglia riacquisterà l'unità perduta dalla morte della madre/moglie: il terrore di dover attraversare un'altra perdita diventa così l'elemento riunificante del nucleo familiare.

TITOLO ORIGINALE: Genova; REGIA: Michael Winterbottom; SCENEGGIATURA: Laurence Coriat, Michael Winterbottom; FOTOGRAFIA: Marcel Zyskind; MONTAGGIO: Paul Monaghan; MUSICA: Melissa Parmenter; PRODUZIONE: Gran Bretagna; ANNO: 2008; DURATA: 94 min.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.