La torta al mirtillo non è cosa da tutti. Infatti, il barista interpretato da Jude Law la getta intera ogni sera perché nessuno dei suoi clienti ne prende neanche una fetta. Fino a che arriva Norah Jones, che la divora afflitta da pene d’amore. Tra i due si instaura qualcosa, tanto che lei si allontana per migliaia di chilometri da New York, per poi tornare da lui. On the road incontrerà altri personaggi afflitti da pene sentimentali, affogate nell’alcol al bancone di un bar. La torta al mirtillo è quella che dà il titolo originale al film, My Blueberry Nights, piuttosto banalizzato dal titolo italiano Un bacio romantico. Ma quello che conta non è il titolo. Quello che conta è che parliamo del nuovo film di Wong Kar-wai, presentato allo scorso Festival di Cannes, il suo primo lungometraggio “americano”. L’artista che più di ogni altro ammanta di bellezza esteriore il nostro struggimento interiore, colui che fa brillare le luci e i colori come nessun altro (qui con la fotografia di Darius Khondji), incontra le città dalle mille luci, New York e Las Vegas. Il suo matrimonio con l’America, con i neon e le insegne dei suoi locali, è riuscito. La sua America è quella vista da uno straniero, come quella che ci ha mostrato più volte Wenders. È un’America che a prima vista sembra colta nei suoi aspetti più esteriori e iconici. Appunto, i neon e le mille luci della città, i treni metropolitani che attraversano le città su strade sopraelevate, gli ampi spazi del deserto, le grandi strade e le grandi macchine. E, ancora, i banconi dei bar che sembrano usciti dai quadri di Hopper. Ma ovviamente il film non è solo questo. Perché avvolti in quel colore rosso pastoso e insinuante, marchio di fabbrica di Wong Kar-wai, quei banconi del bar sono sì americani, ma sono anche quelli di tutto il mondo. Banconi dove la gente annega i propri dispiaceri nell’alcol, o cerca una spalla su cui piangere, qualcuno a cui confidare il proprio tormento interiore, a cui affidare il proprio cuore dilaniato. Persone in cerca solo di un po’ di tenerezza, come recita una delle canzoni che fanno da leitmotiv al film, Try A Little Tenderness. Wong Kar-wai rende ancora una volta la sofferenza amorosa qualcosa di universale, che ci riguarda tutti. Ci fa sentire dentro le sensazioni altrui, portandoci a un sentimento di compassione (nell’accezione originale del termine, che è condivisione della sofferenza). Così come sembra farci assaggiare quella dolcissima e consolatoria torta al mirtillo, con il gelato che ci si scioglie sopra, ripresa in modo che sembra quasi di sentirne il gusto. Ci mantiene sempre e costantemente “in the mood for love”, nello stato d’animo giusto per amare. Ed è proprio creare un “mood”, uno stato d’animo, quello che fa il regista. Nel suo lavoro non c’è una sceneggiatura rigorosa, ma i personaggi si evolvono e crescono con gli attori durante il film. È qualcosa di unico in un cinema che è sempre più pianificazione di ogni minimo dettaglio. È qualcosa che lo avvicina di più alla vita. Wong Kar-wai destruttura e ricostruisce anche un genere cinematografico tipicamente americano come il road movie. Ne coglie gli stilemi per usarli a suo piacimento. Il viaggio esteriore è solo uno specchio di un viaggio interiore, di un percorso personale di crescita e di catarsi. Un percorso circolare, come la struttura del film, che porta la protagonista a tornare al punto dal quale era partita. “Tutti i miei film parlano di distanze”, ha dichiarato l’autore, “ma si tratta di distanze emotive più che geografiche. Un bacio romantico è un film sulla distanza, e non sul viaggio, come molti potrebbero pensare. La strada diventa qualcosa che bisogna percorrere per colmare queste distanze, venirne a capo”. Vi diranno che è un film superficiale e formale, che non trasmette sentimento. Ma non credete loro. Anche il cinema di Wong Kar-wai non è cosa da tutti. Proprio come quella torta al mirtillo. TITOLO ORIGINALE: My Blueberry Nights; REGIA: Wong Kar-way; SCENEGGIATURA: Lawrence Block, Wong Kar-way; FOTOGRAFIA: Darius Khondji; MONTAGGIO: William Chang; MUSICA: Ry Cooder; PRODUZIONE: Francia/Hong Kong; ANNO: 2007; DURATA: 111 min.
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