A Room for Romeo Brass PDF 
Fabio Fulfaro   

Dopo il convincente debutto di 24 7, Shane Meadows conferma le sue doti di narratore rigoroso e allo stesso tempo empatico, e nella sua seconda opera, A Room for Romeo Brass, prova a disegnare il delicato equilibrio che si viene a creare tra due dodicenni, il bianco Gavin e il mulatto Romeo, nelle Midlands dei primi anni Ottanta. Nonostante il background familiare disastrato, tra separazioni e sindromi da peter pan, tra problemi economici e ore che trascorrono lente, Gavin e Romeo riescono a creare un microcosmo autonomo dalle nevrosi familiari, in una complicità ironica e fraterna. Questo splendido rapporto d’amicizia viene turbato e messo in pericolo dall’irruzione nella storia di Morell (interpretato egregiamente da Paddy Considine), uno psicopatico che prima aiuta Romeo a non soccombere in una rissa, ma poi, tormentato dall’amore non corrisposto per la sorella di Romeo, si trasforma in uno schizofrenico delirante e in un sociopatico violento.

Shane Meadows segue tutti i suoi personaggi cercando di comprenderne il profondo disagio e l’immensa solitudine. Anche le figure meno edificanti, come il padre di Romeo e lo stesso Morell, presentano delle improvvise quanto umanissime debolezze che alla fine li portano a compiere dei veri atti di riabilitazione. La dichiarazione d’amore di Morrell, scandita dai battiti del cuore, è sinceramente commovente, e il pugno ben assestato nel finale da parte di Joe Brass risolve una situazione proprio mentre sta per degenerare. Gavin ha un problema alla schiena e dovrà essere operato: infermiere e riabilitatore (interpretati da Shane Meadows e dal suo co-sceneggiatore Paul Fraser) lo aiutano in piscina a ritrovare la coordinazione dei movimenti (molto toccante la scena al rallentatore). È evidente il parallelismo tra il processo di guarigione del bambino e la presa di coscienza da parte degli adulti della necessità di una unità familiare, seppure un po’ sgangherata. Numerose riprese dall’alto ci mostrano prima i sobborghi popolari inglesi degli anni Ottanta, per poi soffermarsi sugli interni familiari delle stanze di Romeo e Gavin: lo sguardo è di chi ha vissuto quei tempi e quei luoghi, e Shane Meadows, figlio di un camionista e di una venditrice di fish and chips, sta fondamentalmente parlando della sua adolescenza inquieta, dei suoi vicini di casa, delle sue relazioni amicali. Stupendi i dialoghi serrati e a volte scurrili dei quadretti genitori/bambini (abbiamo smesso di contare dopo i primi venti minuti il numero di fucking e fuck), e altrettanto particolari i sorrisi ironici che si dipingono sul viso di questi bambini che forse non hanno molta voglia di diventare adulti in un mondo che sembra non avere spazio per loro.

Tra le istanze proletarie del cinema di Ken Loach e le eccentricità dei personaggi di Mike Leigh, Shane Meadows si muove con una particolare cura degli ambienti e delle psicologie dei personaggi. In certi momenti viene in mente il Billy Elliot di Stephen Daldry, proprio per questa attenzione al mondo degli adolescenti e per la cura della colonna sonora (c’è dentro un po’ di tutto, a volte in deliziosa abbondanza: Beck, Donovan, The Specials, J J Cale, Billy Bragg, Eddie Harris, The Steps). In altre il debutto al vetriolo di Stephen Frears con il suo My Beautiful Laundrette, in bilico tra dramma e commedia. Shane Meadows non eccede nei toni, e appena può allontana la macchina da presa dal fulcro dell’azione, quasi per prendere le distanze dalle scene più violente (il primo pestaggio dei due bulli contro Romeo, l’ira funesta di Morell contro un ipotetico spasimante della sorella di Romeo). In alcuni momenti (l’incipit e la scena davanti al mare) sembra prevalere uno sguardo placidamente contemplativo; in altri il grottesco sembra farsi largo generato dagli equivoci (Romeo e Gavin che rubano le patatine, Morell che vorrebbe far toccare il suo pene eretto, il bacio rubato commentato dai versacci dei due bambini).

Sin da questa seconda opera Shane Meadows lascia intravedere le possibilità evolutive del suo cinema e la grande sensibilità nel trattare temi adolescenziali, che toccheranno il loro apice proprio con il capolavoro This is England (2010). A Room for Romeo Brass ribalta i luoghi comuni sul mondo dell’infanzia e prova a mettere il mondo genitoriale di fronte alle proprie responsabilità. La chiusa del film è comunque un piccolo messaggio di speranza: su questa terra c’è ancora posto non solo per Romeo Brass, ma per tutti i disadattati e gli emarginati del mondo, protagonisti e comparse, impegnati in quella assurda recita che è la vita.

TITOLO ORIGINALE: A Room for Romeo Brass; REGIA: Shane Meadows; SCENEGGIATURA: Paul Fraser, Shane Meadows; FOTOGRAFIA: Ashley Rowe; MONTAGGIO: Paul Tothill; MUSICA: Nick Hemming; PRODUZIONE: Canada/Gran Bretagna; ANNO: 1999; DURATA: 90 min.

 


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