Cinemacibocronenberg PDF 
di Roberto Emanuel   

"Sezionare i miei film in cerca di una piccola cosa significa ucciderli sotto i ferri"
D. Cronenberg

Non voglio parlare di cibo in Cronenberg facendone un'analisi perché sarebbe fuorviante, deturpante, sarebbe proprio operare chirurgicamente sui suoi film ed io non sopporto la vista del sangue-inchiostro nero che scorre nelle vene. Mi viene subito da pensare a Cronenberg come auteur, come padre di tante creature completamente sviluppate, indipendenti, organiche, aventi vita propria, per questo impossibili da affrontare con lo stesso carattere del censore, del poliziotto dell'immagine (non-poliziotto del cinema) che castra, amputa una mano di un bambino cronenberghiano perché in quel modo può meglio (non) vederla, decontestualizzandola e creandone una visione totalmente squilibrata, non equilibrata.

La incontenibile e straripante realtà, fisicità, delle creature di Cronenberg cresce come bisogno innato di un certo ottimismo da poter fondare esclusivamente sulla realtà, per quanto essa possa risultare difficile. E' lo stesso bisogno di vedere le cose nude, di assistere all'"attimo congelato" di Burroughs in cui ognuno guarda cosa c'è sulla punta di una forchetta. Cronenberg ha sempre prestato molta attenzione nell'evitare qualsiasi elemento sovrannaturale nelle sue sceneggiature e lo ha spesso ribadito, cosa che lascia intendere un suo rifiuto della divinità, anche questo più volte confessato, dell'entità al di sopra, a favore di un viaggio interiore quasi, anzi, sicuramente autobiografico (Brood, Dead Ringers…) verso l'unione tra vita e morte o la dicotomia uomo-donna… e poi più profondamente verso la separazione tra mente e corpo, verso il Cronenberg cartesiano della relazione tra mente e corpo.

 

Non si tratta di immagini, visioni stomachevoli o ripugnanti in sé nei film di Cronenberg, ma si tratta di immagini concettuali, proprio intese come tali, figlie di un certo conflitto filosofico dell'auteur. E' quello che Carpenter stesso, semplicemente parlando di Shivers, Rabid e Brood, riconosceva come serio e originale, al di sopra della scena "horror" di cui lui stesso faceva parte. Le creature di Cronenberg rendono fisico ciò che è mentale, si potrebbe parlare di dissoluzione, rarefazione del cervello, della mente, all'interno del corpo, di pura presenza corporea. Cameron Vale (Scanners) dice "mi sento trasparente, un vetro" e di fatti il lavoro di Cronenberg sembra entrare dentro i corpi, vedere con gli occhi spalancati all'interno di un addome per aprirlo davanti al pubblico. Si tratta dello stesso effetto che produce il "vetro" e che supera l'etichetta di "horror biologico" spesso attribuita al cineasta canadese senza molta preoccupazione.

Il cibo di Cronenberg è un personaggio autonomo: è il cibo che decide cosa mangerà Ted Pikul/Jude Law in eXistenZ e cosa diventeranno le ossa che lui sputerà, sono i parassiti che Allan Migicovsky strappa dalla faccia di Joe Silver (Shivers) per riempirsene avidamente la bocca che lo spingono, lo fanno fremere affinché questo avvenga. E non può che essere così: il cibo è veicolo di scambio di sostanze tra corpo e esterno, uno scambio che in realtà è un dialogo, è il dialogo che Cronenberg sottrae ai propri personaggi, intesi come personalità, di cui non sappiamo nulla, di cui non viene raccontato nulla se non il ruolo che giocano nella trama. Questa visione priva le apparizioni filmiche del cibo in Cronenberg del suo tradizionale significato culturale in quanto il cibo non significa, ma rappresenta una personalità a sé stante, un organo del corpo che decide di non percorrere il proprio percorso all'interno dell'essere vivente ed intraprende una propria strada esterna allo stesso. Quasi un batterio, un virus del virus che la mente costituisce nel corpo.
E' il "virus" genetico che pervade Brundle-mosca fino alla mutazione corporea/filosofica ("la filosofia degli insetti è spietata"), fino al suo documentario "bambini fate attenzione, ecco come mangia Brundle-mosca" che fa della sua nutrizione il suo cambiamento più devastante/rivoltante e che segna l'inizio del passaggio da una creatura ad un'altra, fino al tentativo di dare vita alla forma di famiglia più evoluta, tre individui in un corpo solo. Buon appetito.

 


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