Già prima dell’invenzione del cinema, fin dalla metà del Seicento, ci si divertiva ed emozionava osservando immagini proiettate nel buio di una sala. Questo incantesimo avveniva durante gli spettacoli di lanterna magica, nei quali le “macchine della meraviglia” conducevano gli spettatori attraverso nuovi mondi: una lampada a petrolio (o a olio) e un sistema di lenti permettevano l’ingrandimento e la proiezione dei disegni realizzati sui vetri,  montati su lastre spesso dotate di meravigliosi congegni che producevano l’illusione del movimento, facendo interagire tra loro più dipinti. Le lanterne magiche e i loro vetri a soggetto sono prove testimoniali della nascita di una nuova visione del mondo, di un passo fondamentale nella costruzione e nell’evoluzione dell’immaginario collettivo.

“Tutto il cinema, inteso nella sua globalità, ha avuto origine dai primi maghi e dagli spettacoli di lanterna magica”, sostiene il regista (e collezionista di giocattoli ottici) Francis Ford Coppola nell’introduzione del libro pubblicato in occasione della grande mostra organizzata alla Cinémathèque Française di Parigi l’inverno scorso e ora trasferita a Torino (fino al 9 gennaio) Le Macchine della Meraviglia. Lanterne magiche e film dipinto, 400 anni di cinema. Il Castoro, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e La Venaria Reale, propone in edizione italiana questo volume dedicato al precinema, che raccoglie per la prima volta fotografie delle più importanti collezioni del mondo, quelle del Museo Nazionale del Cinema di Torino e della Cinémathèque Française di Parigi. Cinquecento immagini a colori compongono una mappa per orientare gli spettatori contemporanei in un viaggio nel tempo, alla scoperta di un artigianato creativo destinato a suscitare emozioni. I testi redatti dai curatori, inoltre, tracciano un quadro del periodo storico di riferimento, descrivendo gli effetti culturali di una vera rivoluzione del visibile, messa in atto dalla tecnologia e promossa dalle arti pittoriche, successivamente affiancate dalla fotografia. Grazie ad un’alchimia tra arte e tecnica, l’uomo si confronta per la prima volta con la riproducibilità di uno spettacolo. Il pubblico osserva universi sconosciuti proiettati su uno schermo bianco. Realtà ed immaginazione si fondono in un fascio di luce. L’illusione del movimento, che avrà la propria consacrazione con la nascita del cinematografo, inizia a manifestarsi con sperimentazioni ottiche. “Nella ricerca incessante di immagini nuove e di nuovi trucchi, la lanterna è sempre rimasta all’avanguardia nel campo dell’ottica, degli effetti speciali, delle sovrimpressioni. La dissolvenza incrociata, le storie con montaggio e flashback, la carrellata di immagini, tutto sembra essere stato ideato ancor prima che arrivasse un George Méliès, che peraltro deve molto a quell’iconografia e a quella tecnica cinematografica”, affermano nella prefazione Alberto Barbera e Serge Toubiana.

I nuovi dispositivi consentono contemporaneamente progresso scientifico e astrazione creativa. I vetri da proiezione e i film dipinti a mano vengono utilizzati per gli spettacoli di un’arte popolare in costante evoluzione che intreccia il racconto mitologico con la didattica scientifica ed educativa, mette in scena squarci di vita quotidiana, ma anche grandi storie, melodrammi, sogni o incubi, aneddoti macabri, panorami esotici, immagini erotiche … Insomma, si crea un grande catalogo di visioni reali o immaginarie destinate a testimoniare la società del proprio tempo. E, contemporaneamente, ad influenzare gli slittamenti culturali verso un futuro dominato dal culto iconografico.

TITOLO: Lanterna magica e film dipinto. 400 anni di cinema; AUTORE: (a cura di) Laurent Mannoni e Donata Pesenti Campagnoni; EDITORE: Il Castoro; ANNO: 2010; PAGINE: 333 ; PREZZO: 40,00 €