La ragazza del lago PDF 
Andrea Bettinelli   

ImageLa ragazza del lago, opera prima di Andrea Molaioli, è tratto da un giallo della scrittrice norvegese Karin Fossum, Lo sguardo di uno sconosciuto, edito da Frassinelli e ambientato in un fiordo nei dintorni di Oslo, laddove il film, invece, si svolge in un paesino della Carnia, in provincia di Udine.

Una bambina viene condotta dal matto del paese sui bordi di un lago di montagna dove trova il cadavere di una ragazza, nuda, composta in una strana posizione su di un fianco. Sul posto, chiamato ad indagare, arriva il commissario Giovanni Sanzio, meridionale, burbero ma sensibile ai casi umani, alle prese con complesse vicende familiari (la moglie è ricoverata in un ospedale psichiatrico, la figlia cresce e mette in discussione l’autorità paterna). Questa del commissario Sanzio, a cui Toni Servillo presta inflessioni dialettali e studiatissime movenze attoriali, è una delle invenzioni più felici del film: una figura letteraria di grande ricchezza, che non rientra di certo nella schiera degli investigatori “cartesiani” tipici del poliziesco anglosassone (gli Sherlock Holmes e gli Hercules Poirot), ma che è parente piuttosto degli ispettori metafisici e umorali, fini psicologi e provinciali, della tradizione italiana e francese. Il suo metodo di indagine sembra farsi beffe delle tecniche avanzate e pseudo-scientifiche dei suoi collaboratori: per lui conta piuttosto immergersi in un ambiente, “auscultare” le atmosfere anche climatiche dei luoghi (come un moderno Maigret) e soprattutto agire, più che sulla base di induzioni e sillogismi, sulla scia del proprio intuito psicologico e della conoscenza acquisita del comportamento umano. Per questo è importante che il film si addentri anche nel privato del commissario, perché il delitto è nato all’interno dell’ambiente familiare, e solo un padre di famiglia può captarne le radici profonde.

Image Altro elemento di forza del film, oltre alla figura di Sanzio, è rappresentato senza dubbio dall’ambientazione: i paesaggi, gli angoli e le ombre della Carnia non svolgono la funzione di mero fondale, ma sembrano piuttosto portare una chiave psicologica e misteriosa aggiuntiva al racconto, un’inquietudine che rafforza il senso di colpevolezza diffusa che pare gravare sul paese. Per questo alcuni critici (Maurizio Porro sul Corriere e Valerio Caprara sul Mattino) hanno citato di sfuggita il precedente di Twin Peaks, la fortunata serie televisiva degli anni Ottanta ideata e diretta da David Lynch. Perché la parte più viva del film è da ravvisare proprio nei passaggi su cui agisce il vettore di forza dell’elemento naturale, ripreso con uno splendore espressivo abbastanza raro nel cinema italiano, poco avvezzo a lavorare su questi registri. Mentre quando ci si allontana dalle montagne della Carnia e dalle stradine del paese, quando cioè il racconto si ritira nelle strade della città e nelle stanze e nei corridoi del commissariato, il film sembra quasi indebolirsi e incespicare: forse anche per un altro ordine di problema, più legato alla sceneggiatura (opera di Sandro Petraglia), su cui occorre spendere due parole.

ImageIl fatto che lo scioglimento del caso poliziesco - dalle motivazioni dell’assassino alle circostanze psicologiche e materiali - non convinca fino in fondo, non comporta un grande ostacolo ai fini della riuscita di un giallo, essendo lo scioglimento la parte forse meno avvincente e meno decisiva di questo genere, al punto che anche un romanzo come Quer pasticciaccio brutto de’ via Merulana di Carlo Emilio Gadda, per fare un esempio, può essere tranquillamente letto seppur incompiuto. A contare sono piuttosto l’ambiente, le atmosfere, i caratteri, le notazioni psicologiche, il mistero dell’animo umano. Tuttavia, sembra che la sceneggiatura del film - pur nella sua ricchezza di sottotesti, da quello del rapporto tra padri e figli a quello della disabilità mentale - presenti alcuni buchi narrativi, alcuni temi irrisolti che avrebbero richiesto un maggiore approfondimento nella seconda parte. Molaioli, va detto, ha affermato che in fase di scrittura gli autori hanno voluto lavorare per sottrazione, per lasciare allo spettatore spazi di mistero da colmare attivamente. Eppure in questo lavoro di limatura sembra che si sia perso qualcosa di essenziale, alcuni interstizi che ci si aspettava di vedere non colmati del tutto, ma quanto meno arricchiti. Uno su tutti, il rapporto morboso tra il padre (Marco Baliani) e la vittima, cui si accenna nel momento in cui viene ritrovato un video amatoriale nel quale il padre riprende con insistenza voyeuristica la figlia in costume. Un suggerimento che poi non viene più ripreso nel film e che forse meritava di essere maggiormente approfondito.

Scheda film

TITOLO: La ragazza del lago; PAESE: Italia; ANNO: 2007; REGIA: Andrea Molaioli; SCENEGGIATURA: Sandro Petraglia; MONTAGGIO: Giogiò Franchini; FOTOGRAFIA: Ramiro Civita; MUSICA: Teho Teardo; DURATA: 95'

 


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