Underworld: La ribellone dei Lycans PDF 
Marco Capriata   

Giunti al terzo capitolo della saga di Underworld sorge spontanea la domanda del perché di un seguito che tanto per cambiare – forse Wiseman non aveva molta voglia di occuparsi della regia di questo nuovo capitolo – è un prequel. L’ennesimo da quando Star Wars ha dato inizio ad una moda che in altri casi ha portato a risultati più interessanti e narrativamente ibridi quali i reboot, ovvero riavvio di una saga ripartendo dall’inizio, come se ciò che era stato precedentemente raccontato nel film capostipite della serie potesse trovare nuovi  spunti e significati. Ma non è purtroppo il caso di quest’ultimo Underworld.

Ad essere onesti, il primo capitolo aveva un suo perché narrativo:  Wiseman aveva deciso di giocare sugli stereotipi erotici dei vampiri, accentuandone il lato latentemente perverso, inguainando la minuta Kate Beckinsale in un latex sadomaso che l’avvolgeva completamente rendendola un’eroina sexy e d’azione, sempre imbronciata o pensierosa e vigile. La vicenda partiva subito in quarta, con azione e pallottole a profusione, ma con innesto quasi noir, in cui le due fazioni dei Vampiri e dei Lycans erano viste come due famiglie malavitose che si ostacolano e si alleano all’insaputa degli adepti per ottenere il potere a discapito del rispettivo rivale. La ribellione dei Lycans, invece, posto il fatto che tutto quello che vi era da sapere in merito alla saga di Underworld sulle origini delle varie famiglie, le linee di sangue, il perché e il per come della loro esistenza, era già stato detto abbondantemente, allunga la brodaglia riproponendoci la storia d’amore tra Lucian (Michael Sheen), capo dei Lycans, e la bella Sonja (Rhona Mitra) figlia di Viktor (Bill Nighy), il Lord dei Vampiri, vicenda ben nota già dal primo capitolo e che non necessitava di ulteriore spreco di pellicola. Il film inanella una serie di leziose sequenze in cui lo spettatore è obbligato ad assistere ai sospiri languidi e penosi dei due protagonisti, ai loro tentativi di portare avanti la storia all’insaputa del padre tiranno di lei, al di lui desiderio di liberarsi dal giogo del padrone. Per non parlare della sottomissione dei Lycans a cani da guardia dei Vampiri, che appare così scontata e inutilmente sottolineata da risultare involontariamente ridicola. Nel seguire poi le vicissitudini romantiche dei due amanti sorge quasi spontaneo il desiderio di vederli soccombere sotto le mani del cattivo, per quanto impersonali e fastidiosi siano i protagonisti e noioso e privo di nerbo il racconto, che si perde negli stereotipi del gotico medievale senza riuscire ad innestare spunti visivi interessanti, come invece era riuscito a fare Wiseman nel primo capitolo.

La bella Rhona Mitra, per quanto sexy e ormai consolidata protagonista di un genere tra l’action e l’horror, non riesce ad essere veramente credibile come amante sofferente, e lo stesso Lucian verrebbe davvero voglia di lasciarlo legato al guinzaglio con una museruola per impedirgli di latrare una sofferenza decisamente risibile, quasi volesse trasformarsi in un novello Robin Hood, ma senza carisma. La differenza di scrittura la si avverte sin da subito nell’incapacità del neo regista, prima addetto agli effetti speciali, di raccontare con la giusta malizia e ambiguità una storia d’amore e di attrazione fisica che nel primo Underworld era stata resa in maniera decisamente inusuale per il genere, in cui solitamente i protagonisti si avvinghiano nella passione sfrenata, lasciando invece in sospeso il tutto attraverso sguardi e non detti che valgono molto più delle sequenze pseudo-erotiche poi profuse nei successivi capitoli, anche se nel secondo era lecito aspettarsi un bacio tra i due innamorati.

Underworld non poteva chiudere in maniera peggiore la propria saga. Perchè, a meno di un riavvicinamento tra la Beckinsale e Wiseman, che a loro modo avevano costruito un prodotto interessante, grazie anche forse allo sguardo innamorato del regista che aveva saputo omaggiare la propria compagna, non ci sarà un seguito. Fortunatamente.

TITOLO ORIGINALE: Undreworld: Rise of the Lycans; REGIA: Patrick Tatopoulos; SCENEGGIATURA: Danny McBride, Dirk Blackman, Howard McCain; FOTOGRAFIA: Ross Emery; MONTAGGIO: Peter Amundson, Eric Potter; MUSICA: Paul Haslinger; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2009; DURATA: 92 min.

 


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