L'estetica trash e la psicanalisi possono sembrare due ambiti molto lontani, ma lo stesso Freud e molti illustri studiosi dopo di lui hanno applicato le metodologie di indagine psicanalitica all'arte in genere e al cinema in particolare.
Il modello strutturale di Freud – Es, Io e Super-Io – può quindi venirci in aiuto nel fare un po' di chiarezza in un mondo così caotico e stimolante come quello del trash.
Il rapporto tra Es, Io e Super-Io scandisce la nostra esistenza e si riflette nelle opere cinematografiche dei diversi autori.
L'ES, pronome neutro della lingua tedesca, è l'istanza della psiche che, non avendo contatti con la realtà, esprime la profondità delle pulsioni di vita e di morte.
Di fronte a un certo tipo di cinema si intuisce che l'autore è dominato dal suo ES ed è rimasto imprigionato nelle sue pulsioni. Valgano come esempio i documentari di Gualtiero Jacopetti. La fantasia, abbandonata dalla ragione, genera mostri.
Questo è il cinema della sublimazione, che vanta certo esponenti illustri e annovera tra le sue file capolavori assoluti, ma non è trash in quanto manca per molti versi della consapevolezza del confronto con la realtà.
Il cinema trash, come andiamo ripetendo da anni, è il riflesso di un confronto consapevole, a volte giocoso a volte crudele, ma sempre lucido e partecipe, dell'autore con la realtà che lo circonda, condizione essenziale per realizzare un'opera di finzione.
In questo senso il cinema trash è quello in cui l'Io, l'istanza che si confronta con la realtà, la ragione che accompagna la pulsione, prevale sull'Es.
Qui troviamo il cinema di Larry Clark, che con Ken Park ha dimostrato di essere un autore geniale e gioioso, e, per rimanere in un territorio più dichiaratamente trash, John Waters, Fred Olen Ray, a cui il Turin Trash Festival quest'anno dedica una retrospettiva, e, in Italia, i Manetti Bros e Gionata Zarantonello.
E il Super-Io? In termini psicanalitici rappresenta l'interiorizzazione dell'autorità e della censura.
Il Super-Io del cinema? Beh, quello è Hollywood, il severo censore del linguaggio cinematografico, l'autorità che codifica i modi della produzione e della fruizione cinematografica…
Ma se c'è un Super-Io, ci sarà sempre un Io!
Buon divertimento!
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