X-Men: L'inizio segna l'avvio di una nuova trilogia dedicata agli eroi mutanti dell'universo Marvel creati da Stan Lee nel 1963, dopo che la saga iniziata nel 2000 dal film di Bryan Singer aveva perso mordente e dopo che il tentativo di uno spin-off dedicato a Wolwerine si è rivelato un flop di qualità e di pubblico. In cabina di regia, Matthew Vaughn, già autore del fantasy Stardust e di Kick-Ass, altro film ispirato al mondo della Marvel, ma Bryan Singer - estraneo all'operazione 'Wolwerine' - rimane nel cuore del progetto nei ruoli di produttore e di soggettista.

Si può dibattere sul fatto se X-Men: L'inizio sia un reebot, che segna l'inizio di una nuova trilogia, o piuttosto un prequel, in quanto racconta gli antefatti di ciò che viene mostrato nel film di Singer. Le vicende narrate riguardano infatti di come i mutanti siano venuti a conoscenza dei loro poteri e abbiano imparato a gestirli e di come siano nati e si siano evoluti in loro i differenti modi di vedere e rapportarsi con gli essere umani. Centrale è il rapporto tra i due personaggi più carismatici: Xavier ed Erik, futuri Dottor X e Magneto, i quali diventano i simboli delle rispettive fazioni di mutanti: dei 'buoni' favorevoli alla convivenza con gli umani il primo, degli 'astiosi' che cercano la contrapposizione e la lotta il secondo. Xavier ed Erik lottano per difendere la reputazione dei mutanti e per salvare il mondo dal conflitto atomico, siamo nel 1962 e lo sfondo storico in cui si svolge la vicenda è la crisi della baia dei porci. Il cattivo è il perfido dottor Shaw, anche'esso mutante, il quale cerca di provocare un nuovo conflitto mondiale per arrivare al governo del mondo. L'evoluzione del dualismo, gradualmente radicalizzato, tra Xavier ed Erik e delle loro visioni del mondo e dell'umanita costituisce lo scheletro del film, portando alla separazione finale, prologo di quello che è stato raccontato nei due film diretti da Singer. 

La presenza di Singer in cabina di produzione rende la ripresa e il rilancio degli X-Men molto fedele allo spirito di fondo del film originale, a differenza di operazioni simili legate ad altri supereroi, dove sono invece molto più evidenti cambiamenti tematici, di impostazione del personaggio, o stilistici anche importanti, come nel caso di Batman e di Spider Man. Gli X-Men di Singer e quelli di Vaughn non sono diversi tra loro come lo sono, per esempio, il Batman di Burton e quello di Nolan: per questo, forse, la definizione di reboot è calzante solo in parte. La particolarità più interessante di questo 'inizio' è la precisa e riconoscibile cornice storica che fa da sfondo alle vicende raccontate. Il classico complotto del cattivone in questione non è infatti una generica e fantasiosa minaccia per l'umanità, ma si riferisce al punto più caldo e teso della Guerra Fredda, quello in cui la tensione tra le due superpotenze sembrava poter deflagrare. L'evoluzione della 'crisi della baia dei porci' appare come assolutamente indipendente dalle azioni e dalla volontà degli uomini, che sembrano completamnte impotenti, come delle marionette manovrate dai mutanti, da quelli buoni come da quelli cattivi.

Titolo originale: X-Men: First Class; Regia: Matthew Vaughn; Sceneggiatura: Ashley Miller, Zack Stentz, Jane Goldman, Matthew Vaughn; Fotografia: John Mathieson; Montaggio: Eddie Hamilton, Lee Smith; Scenografia: Chris Seagers; Costumi: Sammy Sheldon; Musiche: Henry Jackman; Produzione: Bad Hat Harry Productions, Donners' Company, Marv Films, Marvel Enterprises, Marvel Studios, Twentieth Century Fox Film Corporation; Distribuzione: Twentieth Century Fox Italia; Durata: 132 min.; Origine: USA, 2011