La gran quantità di premi guadagnati (sono più di venti!) da Alejandro González Iñarritu, girando il mondo di festival in festival con la sua opera prima, è la cartina tornasole della qualità di questa pellicola la cui permanenza al cinema, come spesso accade, è stata indirettamente proporzionale al valore del film.
Amores perros è strutturato sfruttando l’incastro di tre storie separate, tre splendidi cortometraggi, che trovano un punto d’incontro in un avvenimento drammatico: un incidente. Octavio (Gael García Bernal, conosciuto anche dal nostro pubblico per il recente Y tu mamá también di Alfonso Cuarón) è un giovane che s’invaghisce della moglie del fratello e tenta di tutto per conquistarla e fuggire con lei. Daniel (Alvaro Guerrero) è un importante pubblicitario che abbandona la famiglia per vivere con Valeria (Goya Toledo), una seducente modella, sua amante.
"El chivo" (Emilio Echevarría) è un ex guerrigliero comunista che, dopo aver scontato diversi anni di carcere, vive come killer mercenario. Le sue ossessioni sono i cani e il rapporto interrotto con la figlia, in seguito alle sue esperienze politiche. Uno scontro automobilistico segnerà la vita dei tre protagonisti, un impatto tanto violento quanto catartico che per alcuni significherà la speranza, per altri la morte, per altri la libertà.
Lo stile dell’esordiente regista si contraddistingue per un’esperienza che stupisce se si pensa al fatto che è al suo primo lavoro. Per ogni storia utilizza un linguaggio ed una cadenza diversa, seguendo i suoi personaggi sempre da vicino. Li pedina e li accompagna con lunghe carrellate; li studia con primissimi piani; li contestualizza con campi lunghi e dolly che accentuano il contrasto tra la loro personale dimensione e quella in cui sono inseriti.
E, al tempo stesso, non gli lascia scampo. Sembra non esserci via di fuga per loro. Qualsiasi azione compiuta deve tenere conto di un contrappasso disperato e drammatico. Non c’è felicità, non c’è gioia, non c’è salvezza. L’amore, inserito in una società violenta e corrotta, è costantemente aggredito e non riesce più ad avere la meglio su un mondo governato dal sangue e dalla morte. La bellezza è contaminata dalla menomazione. La libertà, anche quella più totale, è venata dalla malinconia della solitudine.
Lo stesso scontro, con tutte le sue conseguenze, non è soltanto un espediente narrativo, ma un leitmotiv che si trasforma ben presto in un manifesto programmatico. Le furibonde lotte tra cani non sono altro che la semplice metafora di un’esistenza brutale, di un ritorno alla primordiale legge del più forte che non lascia scampo a nessuno, che soffoca qualsiasi istinto di ribellione, che indica una strada a senso unico da percorrere senza altre soluzioni.
Amores perros è un film duro, implacabile, sorretto da una fotografia (Rodrigo Prieto) che accentua i forti contrasti cromatici non regalando pertanto mai intere zone di luce, ma segnando la costante presenza di ombre e sfumature. Un film che molti hanno avvicinato a Tarantino, ma che del divulgatore del pulp sinceramente non possiede nulla. Anzi l’alterazione narrativa e temporale (forse l’unico elemento che potrebbe unire i due autori) messa in atto da Tarantino è ben distante da quella del film-maker messicano, riferendosi ad un modello della Storia del cinema che finora ha costantemente omaggiato nelle sue tre opere (Rapina a mano armata di Kubrick). Al contrario Iñarritu la utilizza come semplice espediente per aumentare la drammaticità dei racconti da lui messi in scena, per far incrociare esistenze così distanti tra loro.
Se proprio bisogna trovare un modello a cui avvicinare l’autore di questa pellicola sicuramente si potrebbe pensare al nome di Paul Thomas Anderson (l’autore di Magnolia tanto per intenderci), di cui condivide la sapiente e grandiosa composizione dello svolgimento narrativo e il linguaggio ricercato e, a volte, leggermente barocco.
Ad ogni modo, Amores Perros rimane una delle rivelazioni del 2001, un film completo che affronta e aggredisce senza mezzi termini temi quale amore, morte, libertà, anarchia, peccato e perdono.
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