Lo strano caso del Dottor Citizen Berlusconi e Mr Silvio Kane PDF 
Tiziano Colombi   

Ritorno al futuro
Citizen Berlusconi è un documentario scritto da Andrea Cairola e Susan Gray e trasmesso il 21 agosto 2003 nel corso del programma Wide Angel dalla Pbs, la  tv pubblica americana. Visto da centinaia di migliaia di telespettatori in giro per il mondo non è mai apparso sui teleschermi italiani, se non in un fugace (e recente) passaggio su SKY. Fu il settimanale Internazionale ad evitare il black out totale, allegando al giornale il dvd del documentario. Il sottotitolo scelto dai due autori suona oggi quanto mai emblematico, Il presidente e la stampa. Segno che, a guardar le cose da una certa distanza, queste si mostrano assai più nitide che da vicino. Pur con sei anni di ritardo l’orologio biologico dell’opinione pubblica nostrana si è finalmente allineato a quello del resto del globo? Difficile dirlo con certezza, forse però qualcuno ha tirato fuori dal garage la mitica DeLorean DMC – 12, messa a punto dal folle scienziato Doc, ed è andato a farsi un giro negli ultimi quindici anni della storia patria. La speranza è che riesca a tornare per raccontare ad altri quello che ha visto.

I Fantastici 5
Il presentatore Jamin Rubin saluta il pubblico invitandolo ad immaginare un paese dove esiste un uomo che riunisce in sé il potere politico di George Bush, la forza mediatica di Rupert Murdoch e la ricchezza di Steve Forbes. Mentre i telespettatori statunitensi cercano di figurarsi un tale prodigio, Stan Lee, il più grande creatore di supereroi di carta, seduto comodamente in poltrona davanti al suo televisore, viene fulminato da una geniale intuizione. Si precipita al telefono e chiama il suo vecchio compare, il disegnatore Jack Kirby.

– Hei! Jack sei sveglio? Senti ho trovato il modo di rianimare quel fottuto fumetto!
– Cristo Stan di che diavolo parli?
I Fantastici Quattro, Jack. L’uomo roccia e quegli altri tre. Siamo seri ormai non fanno più paura a nessuno. Siamo nel XXI secolo …
– Senti Stan … ne abbiamo già parlato mille volte, non so che dirti.
– Behh!! Bello, lo so io. Gli italiani se ne sono inventata un’altra. Geniali. Quando pensi che stiano lì a sbaffarsi pizza e spaghetti quelli ti tirano fuori il personaggio perfetto.
– Non ti seguo Stan …
– Te lo ricordi il fascismo … Mussolini? Quello che hanno copiato in mezza Europa tedeschi, spagnoli e greci. Beh!! Ne hanno sfornato un altro. Lo chiamano il Cavaliere. Una specie di super uomo. Bush, Murdoch, Forbes e Cameron Diaz nella parte della presidentessa nel film di Stone Ogni maledetta domenica, tutti insieme.
– Dio Stan … l’Uomo Ragno a questo gli fa una pippa!!!
– Vedo che cominci a capire vecchio Jack … lo mettiamo a capo dei quattro. I Fantastici Cinque. L’avvento del Cavaliere.
– Il botto Stan!!! Facciamo il botto!!!

In principio fu il porno
Mentre i registi Cairola e Gray raccolgono gli interventi dei vari Enzo Biagi, Marco Travaglio, Furio Colombo, Giovanni Sartori e di numerosi giornalisti delle redazioni dei tg Rai, Carlo Freccero, oggi direttore di Rai 4, uno dei pochi innovatori della televisione italiana, scopre la carta vincente. Anni di articolate interpretazioni sociologico/politiche sull’impressionante ascesa del Cavaliere Mascarato (copyright Antonio Ricci) spazzate via dalla parola magica: godere. Il popolo italico, messi alle spalle i travagliati anni Settanta, ha voglia di spassarsela, vuole tette e culi, e li vuole a portata di telecomando. La rete di emittenti locali messa in piedi dal Cavaliere pone le basi del futuro impero portando sul piccolo schermo cicciotte ragazze di provincia, audaci quel tanto che basta da mostrare un capezzolo e qualche porzione di chiappa desnuda. E qui il coro degli intellettuali diventa schiamazzo. Ma come? E le teorie sulla pervasività dei media, e Marshall McLuhan, e la scuola di Francoforte, e il concetto di intelligenza emotiva di Steven Johnson e, dannazione, Nixon contro Kennedy, tutto mandato in malora dal tanga di una casalinga annoiata di Pistoia? Mai sottovalutare la debolezza delle carni. In fondo è da sempre il peccato a muovere la storia umana. Qualcuno ricorda per caso il sexgate che portò alla cacciata dall’Eden di Adamo ed Eva? E chi difese il primo emendamento della Costituzione americana con tanto accanimento da finire su una sedia a rotelle con un proiettile nella spina dorsale se non il più visionario dei pervertiti del Novecento, Larry Flynt, l’inventore di Hustler? Se poi vogliamo parlare di futuro, basta citare il nome Jimmy Wales detto Jimbo, il padre dell’enciclopedia digitale più cliccata della terra, Wikipedia. Beh gente, il ragazzo ha messo piede per la prima volta sul web fondando Bomis, il Play Boy di internet, un sito i cui contenuti bollenti venivano generati dai suoi stessi utenti. Risultato: una montagna di dollari da investire nell’utopia della conoscenza globale. Può bastare? Convinti?

La demo…che?
In anni in cui i giuristi e la Corte Costituzionale sono chiamati, un giorno si e l’altro pure, a pronunciarsi sui vari lodo Maccanico-Schifani e lodo Alfano, il Cavaliere aveva già chiarito a tutti la questione. Mentre le troupe delle televisioni italiane se ne stavano a debita distanza, gli operatori di Citizen Berlusconi, con sprezzo del pericolo, si spingevano a filmare le dichiarazioni spontanee rese dal grande capo durante il processo Sme. Nel silenzio dell’aula milanese, circondato dai suoi avvocati, il Cavaliere ebbe a dire, con candore da educanda, che sì, esiste in Italia (con tutto il rispetto sia chiaro) un cittadino un po’ più uguale degli altri di fronte alla legge. Santo cielo, era già tutto chiaro nel 2003. Che diamine discutiamo a fare? Se l’ha detto lui perché dubitarne? È vero o no che il Cavaliere è da sempre un inguaribile liberale? E il padre della scienza economica Adamo Smith non ha cercato di dimostrare che ciò che chiamiamo bene è ciò che ci dà piacere e ciò che chiamiamo male e ciò che ci procura dolore? (Teoria dei sentimenti morali) E sempre il settecentesco scozzese non sosteneva che gli individui, perseguendo i loro interessi personali, finiscono per promuovere l’utilità generale? Ecco, il Cavaliere ha fatto delle teorie dell’economia classica, rivedute e corrette in salsa meneghina, il suo vangelo. Tanto da portare sempre con sé un breviario con le parole del medico londinese Bernard de Mandeville che, nel 1723, tramortì i suoi contemporanei con il motto “vizi privati, pubblici benefici”, e, non pago, regalò al mondo la finissima elucubrazione secondo la quale “i ladri sono utili perché danno lavoro ai fabbri”.

La Chiesa Catodica
Chiude la messa in onda del documentario una breve intervista ad Alexander Stille, giornalista del New York Times che da anni si occupa della politica e della società italiane. Lapidaria la conclusione del corrispondente: “Berlusconi ha capito meglio di altri che se una cosa non appare in televisione, non esiste”. Immediato si alza in lontananza il coro degli ultras dell’opposizione, i quali, sventolando i loro vessilli con la scritta “mai stati comunisti figurasi di sinistra”, intonano un sonoro e compatto: “Ohhh!!! Ma che stai a’ dì…ma che stai a’ dì…ma che stai a dì…ma che stai a’ diiii!!!”.

Post Scriptum
Mentre fuori la sera si fa largo e sto per mandare il pezzo alla redazione un urlo mi scuote, costringendomi ad alzare la testa dalla tastiera. È la mia vicina, la signora Maria, la quale, liberatasi da un paio d’ore del suo apparecchio acustico, schiamazza all’indirizzo del marito:

– Franco … dì un po’… ma tu l’hai capito che cribbio sono ‘ste escort???
– Mignotte Maria … sono mignotte.

TITOLO ORIGINALE: Citizen Berlusconi; REGIA: Andrea Cairola, Susan Gray; SCENEGGIATURA: Andrea Cairola, Susan Gray; FOTOGRAFIA: Bruno Sorrentino; MONTAGGIO: Giuseppe Petito; PRODUZIONE: Finlandia/Francia/Germania/Italia/USA; ANNO: 2003; DURATA: 56 min.

 


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