Fimpen è uno di quei film che spesso si associano a una memoria d’infanzia. Un pomeriggio passato davanti alla televisione saltando da una rete locale all’altra, cercando un qualche cartone animato. Poi ti ritrovi di fronte queste immagini dai colori spenti, che nella tua testa di ragazzino associ al passato, ai film noiosissimi che ogni tanto guardano i tuoi genitori. E ti fermi comunque, perché ci sono un rettangolo verde e un pallone da calcio, e non può essere uno di quei film noiosi, e pensi che invece potrebbe essere una vecchia partita, magari di quelle con l’Olanda degli anni Settanta di cui hai sempre sentito parlare ma non hai mai visto.
Quando capisci invece che è la storia di un bambino della tua età, gracile quanto te, arrivato a giocare in nazionale a 8 anni e autore di un improbabile miracolo calcistico svedese, dopo una prima incredulità (da piccoli si è più scettici come spettatori forse perché si associa seriamente il cinema alla realtà), ti convinci di essere tu Fimpen. E allora lo segui fino alla partita decisiva con l’Unione Sovietica, dove nella più scontata delle parabole, andando incontro a ogni tuo desiderio, segna il gol della vittoria. E dopo ci rimani incredibilmente male, quando lo ritrovi sui banchi di scuola a seguire svogliato le palline colorate dell’abaco, tornato “normale” per sua scelta. Ti sembra una cosa assurda e non ci credi, un po’ come quando Dorothy ne Il Mago di Oz dice di preferire il Kansas color seppia al regno della fantasia in technicolor.
A rivederlo oggi Fimpen mette un po’ di tenerezza. Ti sembrano ridicole le sue goffe scene di calcio giocato, con quei movimenti pesanti, irreali e macchinosi, in cui enormi ex calciatori della Svezia girano intorno al piccolo attaccante, quasi attenti a non romperlo. Ti sembra assolutamente pretestuoso lo svolgersi della sua vicenda; non incredibile, come quando eri un giovane spettatore, ma semplicemente scritta male. Eppure nel momento in cui “il goleador” segna ti emozioni ancora, e soprattutto ci rimani ancora male quando Fimpen sceglie di tornare a scuola; e un po’ ti chiedi chi glielo faccia fare di lasciare il sogno di ogni ragazzino che ha avuto un infanzia sana e felice giocando ai giardini. Cosa può importargliene di non saper firmare autografi se può vincere la Coppa del Mondo? E ti ritrovi bambino, prendi una palla si spugna che tieni nascosta dietro il divano, tiri un calcio o due e immagini di essere sul manto verdissimo e senza fine di un grande stadio, aspettando un cross che spiovendo dall’alto ti dia modo di essere decisivo…
Titolo originale: Fimpen; Regia: Bo Widerberg; Sceneggiatura: Bo Widerberg; Fotografia: John Olsson; Montaggio: Bo Widerberg; Produzione: Bo Widerberg Film; Distribuzione: Euro; Durata: 89 min.; Origine: Svezia, 1974
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