Un film parlato: il tempo della storia e il tempo del dramma PDF 
di Davide Morello   

Recuperando la tradizione del dialogo filosofico-morale, del racconto didattico attraverso il viaggio per tappe, De Oliveira ci permette di ripercorrere la storia delle civiltà del Mediterraneo ponendo un continuo confronto con l'età contemporanea e ampliando la riflessione sulle problematiche della natura umana.

La madre Rosa Maria e la figlia Maria Joana partono da Lisbona per raggiungere Bombay dove il marito/genitore, aviatore civile, sta per iniziare le ferie. La docente di storia vuole visitare quei luoghi di cui ha tanto parlato e la bambina, curiosa di apprendere, si fa condurre per mano, ascolta le spiegazioni e non si esime dal porre le sue questioni. Fatti storici, miti, leggende s'intrecciano e prendono corpo nelle opere d'arte, nei monumenti, nelle architetture, generando un raddoppiamento della descrizione in cui la parola rafforza, ripercorre, sostituisce e crea l'immagine. Visivo e sonoro formano un circuito costantemente sospeso fra presente e passato: la macchina da presa fotografa i quadri e le rovine soffermandosi su di essi, fissandoli come tappe di un'evoluzione che conduce ai nostri giorni.

A Marsiglia l'inquadratura si ferma su una lapide che commemora, con lo sbarco dei greci, l'inizio della civilizzazione, mentre le protagoniste si indirizzano verso la nave; nell'Acropoli di Atene, dopo la spiegazione del prete ortodosso, i personaggi vanno a visitare il teatro e l'immagine contempla gli antichi resti. Significativa è la sequenza che mostra la loro visita al Cairo e l'incontro con un connazionale. Si apre con un piano ravvicinato sulle piramidi e la voce fuori campo della madre che parla del popolo egizio. Le due incontrano l'uomo portoghese, che si avvicina per la familiarità della lingua, e mostra loro dipinti che rappresentano l'inaugurazione del Canale di Suez. Seduti ad una certa distanza dal quadro, mentre la loro guida fornisce spiegazioni, si succedono una serie di dettagli dell'opera e, nel controcampo corrispondente, si nota un campo vuoto con il tavolo abbandonato. Un processo narrativo interrotto che scinde e rimescola, creando un effetto di ridondanza e di dilatazione temporale, la rievocazione storica e le esperienze attuali, lo sguardo dei personaggi e quello della macchina da presa, le parole e le immagini.

 

La Storia oggettiva, quella con la "s" maiuscola coesiste con quella soggettiva e personale delle due protagoniste. Maria Joana, allieva stimolata dalle spiegazioni e dalle favole, pone riflessioni spontanee e logiche e la madre ammette le contraddizioni della Storia. Davanti alle piramidi spiega che tali monumenti sono frutto dell'ingegno di una popolazione civilizzata, che ha saputo darsi un ordinamento e poi accenna alla manodopera schiavizzata, ma la figlia osserva: " ..per questo erano civili?".

Ad Atene emergono le discrepanze e le incomprensioni fra i cattolici e gli ortodossi, e la cattedrale di Istanbul, trasformata in moschea, è simbolo del conflitto cristiano-musulmano che conserva i segni delle differenti culture.
Marsiglia, Pompei, Atene, Il Cairo, Istanbul, con il loro peso storico, sono i luoghi privilegiati degli insegnamenti, delle contemplazioni, degli incontri, del tempo disteso, mentre le traversate in mare, messe in ellissi, sono sempre suggerite con la stessa inquadratura sulla prua della nave che fende le onde.
Ma in mezzo a questa immersione nella nicchia della nostra civiltà, si fanno strada alcuni indizi che preparano ad un secondo movimento risolutivo della pellicola. L'attenzione della macchina da presa e quella della bambina che richiama a sua volta la madre si concentrano su alcune donne che salgono sulla nave.

Gli spazi aperti delle città, le testimonianze che si sovrappongono e il tempo della memoria oggettiva mutano radicalmente. Il luogo è l'interno della nave e la narrazione, accumulando eventi, si concentra sulla vicenda personale delle due. Il procedimento di sospensione temporale, di interruzione narrativa, trova la sua realizzazione nella sequenza conclusiva dove passato e presente finiscono per coincidere. Gli stessi piani di ripresa svuotati dai personaggi vengono riproposti, ma svolgono una specifica funzione drammatica.
Sono sedute nella sala da pranzo; poco distante, tre donne famose hanno il privilegio di sedere al tavolo del comandante e, attraverso prolungati piani fissi, si assiste ai loro discorsi in cui le storie personali s'intrecciano ai temi fin qui trattati dal film: le differenze linguistiche e culturali, i miti e le religioni; ma si parla anche del presente, dell'Unione Europea e delle divergenze fra il mondo occidentale e quello arabo.

 

Dopo una fermata in un porto del Mar Rosso e dopo qualche insistenza da parte del comandante, le protagoniste sono sue ospiti con le altre donne e l'uomo regala una bambola alla bambina. La storia non è più il viaggio attraverso i siti archeologici, ma il fatto attuale e Maria Joana dice sempre più frequentemente che sta per raggiungere il padre: il presente sta per essere inglobato nella storia. Un altro piano fisso mostra la scena al tavolo degli ospiti con il comandante che propone a Elena, la donna greca, di cantare per l'intera sala. Ad un certo punto dell'esibizione, uno stacco vede un marinaio giungere dal suo capitano che viene informato riservatamente. L'inquadratura è sempre frontale sul tavolo delle donne sedute, ma l'uomo si alza, segue il suo sottoposto e la bambina chiede dove stia andando.

Il tempo si dilata nelle strofe della canzone e il comandante, quando fa il suo ingresso, si avvicina a Elena e, con estrema calma, aspetta la fine del brano per applaudire. Ritorna al tavolo e avverte le sue ospiti che, non appena inizia a suonare il segnale, devono dirigersi nelle loro cabine, indossare il giubbotto salvagente e raggiungere le scialuppe: dei terroristi hanno lasciato delle bombe sulla nave, ma non ci si deve allarmare perché rimane ancora del tempo. Rosa Maria e Maria Joana escono per ultime e la macchina da presa rimane fissa ad osservare la sala vuota. Si dirigono in cabina dove l'inquadratura si sofferma sulla stanza con il letto su cui è posata la bambola dimenticata; scendono le scale e vanno verso l'uscita dove la folla, in preda al panico, si spinge. La figlia torna indietro per prendere il suo giocattolo e la madre la segue, ma a causa del contrattempo, quando giungono sul ponte, scorgono la nave spaventosamente deserta. Passeggeri ed equipaggio sono già nelle scialuppe al largo. Un marinaio avverte il comandante che urla alle due di gettarsi. Controcampo, e le piccole figure sull'immensa nave non reagiscono, forse non sentono. L'inquadratura torna sull'uomo che si prepara per tuffarsi, ma nel suo volto si vedono i riflessi della grande esplosione. I titoli di coda iniziano a scorrere sul frame-stop del suo primo piano immortalato con la bocca semiaperta e gli occhi increduli, impotenti.

Una tensione drammatica che stravolge le premesse del film. Un lavorio sul tempo del racconto volto ad innescare un meccanismo di suspense che in questa scena descritta si amplifica: quando il marinaio avverte il comandante e nell'attesa del suo ritorno, quando aspetta la fine della canzone, nel tentativo di avvertire le passeggere e nel tuffo finale che non avviene; ma soprattutto nelle due inquadrature che si prolungano nella sala svuotata e nella cabina. Suspense interrotta da un inquietante effetto sorpresa: la scoperta improvvisa della nave già abbandonata.

 

La storia delle culture, delle religioni, delle lotte e delle differenze, quella virtuale dei musei e dei libri, si attualizza nel fatto privato del presente. Il carattere distaccato, descrittivo, antidrammatico, lascia spazio alla storia personale, al coinvolgimento emotivo e all'azione. L'estensione temporale della contemplazione diviene l'estensione dell'incertezza, l'attesa di un pericolo imminente, e i dècadrages nella sala e nella cabina dimostrano come questa soluzione narrativa abbia cambiato completamente registro. Come la madre fa con la figlia, il maestro del cinema portoghese conduce lo spettatore attraverso una rilassante visita guidata lungo i secoli, per poi precipitarlo con ansia nel dramma dell'attualità.

 


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