Pasolini - un delitto italiano PDF 
di Paolo Fossati   

"Nessun deserto sarà mai più deserto di una casa, di una piazza, di una strada dove si vive millenovecento settanta anni dopo Cristo.
Qui è la solitudine. Gomito a gomito col vicino, vestito nei tuoi stessi grandi magazzini, cliente dei tuoi stessi negozi, lettore dei tuoi stessi giornali, spettatore della tua stessa televisione, è il silenzio."
(Pier Paolo Pasolini, Una vita futura )

Esterno notte, 2 novembre 1975: l'auto di Pier Paolo Pasolini sfreccia all'impazzata, attirando l'attenzione di una pattuglia della polizia. Il poeta giace senza vita su uno sterrato all'Idroscalo di Roma.
Inizia così un'epoca di solitudine: il silenzio a cui è ridotta la voce dell'intellettuale verrà rotto dall'invasivo asserire di quella televisione di cui egli aveva denunciato la stupidità delittuosa , il lacerante vuoto culturale creatosi con la sua scomparsa sarà riempito solo dalle parole racchiuse nei suoi scritti. Sia quelle che rivelavano con meraviglia l'armonia della vita, sia le ancora urlanti dichiarazioni corsare .

Esattamente da quel momento, da quell'inseguire la verità, prende il via il film di Marco Tullio Giordana, che inizia la sua narrazione-inchiesta mostrando l'inseguimento tra l'auto di Pier Paolo Pasolini e la polizia. Alla guida del veicolo il giovane diciassettenne Pino Pelosi, che si dichiarerà colpevole dell'assassinio di Pasolini. Da quella notte l'esigenza di svelare i misteri, cara al poeta, si trasforma in necessità per la cultura italiana di scoprire la verità sulla sua uccisione.

Pasolini – Un delitto italiano , sceneggiato da Giordana con Rulli e Petraglia, intreccia le due urgenze, ricostruendo il processo a Pelosi e lo scenario socio-politico in cui si consumò il crimine. Immagini tratte da filmati originali dell'epoca sono sapientemente amalgamate nella finzione per ricostruire il susseguirsi degli eventi. L'inchiesta procede, così, in parallelo con il formarsi di un nitido disegno raffigurante il momento storico in cui si consumarono i fatti, tracciato dalle testimonianze che artisti, letterati e giornalisti fornirono all'indomani della scomparsa dell'uomo. Indimenticabili, su tutte, la discreta e luttuosa indignazione di Alberto Moravia e le dichiarazioni affrante, ma risolute, di Bernardo Bertolucci.

La tesi sostenuta dagli avvocati Calvi e Marazzita, ben esplicitata nel film, dubitava della presenza del solo Pelosi al momento dell'aggressione a Pasolini: l'autopsia sul corpo del poeta aveva rilevato troppe ferite, inferte con una violenza difficilmente sviluppabile da un'unica persona. Ma il delitto, classificato un crimine compiuto nell'ambito della prostituzione e in un ambiente omosessuale, dopo alcuni giorni smise di catalizzare l'attenzione dei media, che nella folle corsa allo scoop si bruciarono come fuochi fatui, palesando quell'omologazione culturale che Pasolini insistentemente aveva continuato a prevedere nei primi anni Settanta.

La televisione, per prima, diffuse l'eco della versione dei fatti fornita da Pelosi. Il film di Giordana, del 1995, insiste sul ruolo giocato dalle comunicazioni di massa e soprattutto dalla tv, che iniziava a manifestarsi come unico "luogo" di creazione di un senso del reale che spesso, consegnato ai telespettatori, si levava a validità storica in modo direttamente proporzionale al numero o all'efficacia dei colpi di scena contenuti nei fatti raccontati. Non possiamo che rivedere questo lungometraggio con quell'emozione che genera in fondo al cuore un senso di gratitudine per gli intellettuali e per quella loro cura per forma, contenuti e toni della comunicazione, proprio nei giorni in cui la televisione e Pino Pelosi tessono nuove trame del loro racconto [7 maggio 2005: Pelosi, ospite nel programma tv di Rai3 Le ombre del giallo dichiara per la prima volta dopo trent'anni di non essere stato lui ad uccidere Pier Paolo Pasolini, ma di aver assistito all'imboscata tesa al poeta da tre uomini. 21 maggio 2005: Pelosi, trovato in possesso di 400 grammi di cocaina, viene arrestato a Viterbo].

 


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