La nuova collana Italiana del Castoro PDF 
Paolo Fossati   

Il Castoro ha inaugurato la nuova collana di saggi Italiana, dedicata al cinema del nostro Paese. I primi due titoli, affidati a Mariapia Comand ed Emiliano Morreale, analizzano gli anni Sessanta, universalmente riconosciuti come uno dei momenti di massima gloria del cinema italiano, nonché ricordati come un decennio ricco di mutamenti di costume favoriti dal progresso e dall’imporsi definitivo del medium televisivo nella società. La struttura di ogni volume prevede un saggio di apertura, che consente una lettura dello specifico fenomeno preso in esame, seguito da casi di approfondimento dedicati a film significativi.

La commedia all’italiana è letta da Comand come uno specchio che rivela l’identità di un popolo affetto da un disagio, un conflitto non risolto tra il singolo e la società. I personaggi memorabili di questo periodo, a partire dagli acciaccati mascalzoni de I soliti ignoti, vivono il proprio esistere come pura rappresentazione. I film raccontano spesso storie di simpatici perdenti che mettono alla prova il ruolo del comico, fino a portarlo a divenire maschera di un’epoca storica. È il momento delle grandi migrazioni da sud verso nord, dieci milioni di persone lasciano la propria regione in cerca di lavoro e di quel benessere, sbandierato attraverso i mezzi di comunicazione di massa, che inizia a essere un sogno accessibile al cittadino italiano e che diventa il motore di una diaspora interna destinata a mutare i rapporti sociali. E come gli “ignoti”, che si improvvisano banda prima di essersi realmente misurati con le incombenze del lavoro di gruppo, anche gli italiani del dopoguerra, entusiasmati dal boom economico, recitano la parte del popolo progredito prima d’aver fatto i conti con la capacità del convivere tra i regionalismi. Invenzioni narrative e giochi linguistici sembrano spie per chiedersi se il popolo italiano sia una comunità immaginaria. Anche la rivisitazione di temi storici, come accade con La grande guerra e Tutti a casa, è un modo per ritrarre la storia recente portandone alla ribalta i protagonisti. Le diverse anime che compongono la società italiana vengono alla luce attraverso l’analisi de Il sorpasso, Divorzio all’italiana, La visita, fino ad arrivare ai primi anni Settanta, con Lo scopone scientifico e C’eravamo tanto amati, quando anche il pubblico è ormai definitivamente mutato, sia per consapevolezza spettatoriale (dopo oltre quindici anni di esperienza televisiva) che per abitudini al consumo.

E Morreale si sofferma proprio sul consumo, notando come la crescita economica proceda in parallelo con l’unificazione sociale e demografica del Paese, e sulla visione del film impegnato come esperienza necessaria per la successiva partecipazione a un discorso collettivo. La condivisione di storie, non importa se immaginarie, rende il Paese più coeso. Una nuova epoca cerca una propria epica. L’accesso ai temi d’interesse condiviso è garantito dalla visione del cinema di autori come Fellini, Visconti e Antonioni, che assurgono al ruolo di divi, prima riservato esclusivamente agli attori. In Italia non c’è una nouvelle vague, ma negli anni Sessanta si percepisce distintamente la sensazione della presenza di un gruppo emergente di cineasti e di intellettuali che si fanno carico di rispondere ai grandi interrogativi della contemporaneità. Lo sguardo dei nuovi autori in ascesa abbraccia tutti gli ambiti del vivere italiano, dall’eredità storica e letteraria de Il Gattopardo alle contraddizioni dei diversi volti di una nazione nel pieno del progresso mostrati da La dolce vita e Accattone. Indaga le relazioni sociali (Io la conoscevo bene, L’avventura) e si occupa in modo morbosamente analitico delle mutazioni in atto nelle dinamiche dei rapporti sentimentali e familiari (I fidanzati, I pugni in tasca, Prima della rivoluzione, Dilinger è morto). Attraverso le immagini e le storie di Visconti, Fellini, Pasolini, Pietrangeli, Antonioni, Olmi, Bellocchio, Bertolucci e Ferreri si ricompone il mosaico di un’Italia che entra nel decennio dei Sessanta con euforia e lo attraversa infrangendosi contro nuove consapevolezze. È uno Stato che corre veloce verso un’anelata modernità approfittando della forza impartitagli dall’onda del progresso industriale ed economico, realizzando contemporaneamente attraverso il cinema di aver bisogno di pause per focalizzare e metabolizzare i cambiamenti sociali che rimescolano i meccanismi dei rapporti di classe. La necessità di una scelta di campo politica si delinea poi, definitivamente, come l’orizzonte di una crisi di coscienza delle classi giovanili, che approderanno nelle contestazioni sessantottine. Il cinema, nel frattempo, vive una fase di rinnovamento del proprio linguaggio destinata ad essere ricordata come uno snodo nella storia del medium audiovisivo, che ancora centrale nella gerarchia dei consumi, avviandosi a un lento declino vive la propria modernità.

TITOLO: Commedia all’italiana; AUTORE: Mariapia Comand; EDITORE: Il Castoro (Collana Italiana); ANNO: 2011; PAGINE: 144; PREZZO: 15,50€

TITOLO: Cinema d’autore degli anni Sessanta; AUTORE: Emiliano Morreale; EDITORE: Il Castoro (Collana Italiana); ANNO: 2011; PAGINE: 160; PREZZO: 15,50€

 


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