Sexocracy: Lele Mora, Silvio Berlusconi e l'ipocrisia bipartisan PDF 
Felicia Buonomo   

Uscito nelle sale milanesi e romane a maggio, Sexocracy, docu-film ideato e scritto da Luca Redavid per la Innuendo Film, con la regia di Ruben Maria Soriquez, si presenta come un film dove il corpo della donna, la voglia di apparire e la politica si intrecciano indissolubilmente, evidenziando una certa "ipocrisia bipartisan" che regna negli ambienti della politica e della società italiana in genere. A parlarne è il produttore bolognese Luca Redavid.

Il titolo del film è sintomatico. Cosa sottende?
Il film vuole essere il completamento di due docu-film italiani di grande successo, Videocracy e Il corpo delle donne, a cui abbiamo aggiunto una serie di temi, a mio avviso, mancanti. Videocracy rappresenta un attacco palese a Berlusconi, mentre Il corpo delle donne procede a un'analisi sull'uso/abuso della donna. Noi abbiamo cercato di inserire contenuti che ruotassero intorno al corpo delle donne, allo spettacolo, al gossip, e su come tutto questo abbiamo influenzato la politica. Pensiamo solo a Carla Bruni/Sarkozy, Clinton/Monica Lewinsky. Abbiamo dunque cercato di tracciare una fotografia il più possibile oggettiva, che non prende posizione contro una figura piuttosto che un'altra, lasciando allo spettatore il compito di formulare giudizi e ipotesi. È una partita aperta, dove il finale se lo costruisce il telespettatore.

Il film è stato anche selezionato in importanti festival oltreoceano ...
Siamo stati selezionati dal New York Film Festival, dove ad agosto verrà proiettato, e al Life Film Festival di Los Angeles. Questo a dimostrazione del fatto che il fenomeno "bunga bunga" si dimostra ancora di un'attualità e popolarità enorme.

La lunga intervista a Lele Mora e la narrazione del suo rapporto con Silvio Berlusconi potrebbe far credere che sia una film di destra, dove si cerca in qualche modo di riabilitare la figura di questi personaggi pubblici.
No. Il film è ideato e scritto da me, ma mi sono avvalso della regia di Ruben Maria Soriquez, un regista dichiaratamente di sinistra, il quale rappresenta una sorta di sigillo di garanzia. C'è una lunga intervista con Lele Mora, ma ciò che viene rappresentato è altro: un triangolo che parte dal corpo della donna, passa per la voglia di apparire e approda alla politica. In questa cornice non mancano scene con alcune ragazze divenute famose alla cronaca italiana, le cosiddette Olgettine, compresa Ruby Rubacuori.

Non è solo questo ... tuttavia?
No. È interessante vedere il racconto di Lele Mora, che narra dei suoi esordi, un uomo non troppo colto, che da zero è diventato un uomo di grande successo, creando sempre nuovi fenomeni televisivi.

Poi c'è il suo rapporto con Berlusconi ...
Ci sono numerosi punti in comune tra Lele Mora e Berlusconi, e tra i due l'amicizia è veramente forte. Mora nel raccontare i suoi esordi svela risvolti inediti della sua carriera, che si ricollegano a quanto è poi successo. Il film è stato girato quando era appena scoppiato lo scandalo Ruby, prima che Mora andasse in galera. Berlusconi, presente nel film solo con immagini di repertorio, viene presentato come una persona dalla notevole capacità relazionali, esattamente come Lele Mora, abile nelle pubbliche relazioni, che da sempre si legano alle donne, la tecnica più antica del mondo se vogliamo.

E la sinistra? Che ruolo occupa nella struttura narrante del docu-film?
Procediamo a un'analisi dura sulla sinistra italiana, su come ha gestito in modo strategico l'attacco mediante l'uso del gossip. Ma non per questo è un film di destra, tanto meno di sinistra. Piuttosto mettiamo in evidenza una certa ipocrisia bipartisan.

 


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