Loirent, nord della Francia, sul finire di un'estate che ha portato un'invasione di coccinelle in città. Camille, Julia, Delphine, Clémentine, Flavie... Una dopo l'altra 17 ragazze di una scuola superiore si scoprono, più o meno inaspettatamente, in dolce attesa, e progettano un'utopica vita in comune in cui ammettere solo le giovanissime mamme e i rispettivi bebè.
Ispirato a un fatto realmente accaduto quattro anni fa negli Stati Uniti, 17 ragazze propone una rapida immersione in un mondo adolescenziale i cui personaggi sono caratterizzati da egoismo e ingenuità a tratti quasi fastidiosi. Camille, anima del panciuto gruppo, la prima che senza premeditazione dà il via alle danze, convince tre delle sue inseparabili amiche a seguire il suo esempio, facendo entrare nel singolare "cerchio della vita" anche le altre compagne che, nel giro di poco tempo, si trovano a condividere la stessa situazione, millantando che l'unione fa la forza. Sin da subito appare chiaro che quello che cercano queste spaesate giovani donne, insofferenti all'età di passaggio con cui si stanno confrontando, è un modo per cambiare la piatta monotonia delle loro giornate di provincia, desiderando qualcuno che le ami e stia loro accanto per davvero, giudicandosi incomprese e indesiderate anche quando in realtà hanno una famiglia presente accanto. Alla ricerca di qualcuno che dia loro amore incondizionato, le protagoniste si sentono donne moderne, ingaggiate in un confronto generazionale che, nei loro disegni, le porterà un passo avanti nella storia dell'emancipazione femminile. Purtroppo, però, non sono ancora abbastanza mature per accettare gli errori e riconoscere una richiesta d'aiuto, così da arrivare a escludere una di loro quando scoprono che la sua pancia è solo immaginaria.
Delphine e Muriel Coulin, sorelle francesi che per la prima volta si accostano alla forma del lungometraggio narrativo, si soffermano sulla semplicità, sull'incapacità di controllare le situazioni e di ragionare obiettivamente proprie dei teenager, brave a evitare il facile ricorso agli stereotipi per giustificare un patto adolescenziale comprensibile solo grazie alle parole di una delle neomadri che, nel malinconico finale, sottolinea come "a 17 anni non si può essere seri, si sogna". Completamente incentrato sul mondo delle ragazze, i maschi restano sullo sfondo e le uniche concessioni al mondo degli adulti sono le poche scene che coinvolgono le famiglie di Camille e Clémentine - una la leader, l'altra la più fragile del gruppo -, oltre al punto di vista del personale dell'istituto scolastico frequentato dalle giovani, presentato ruvidamente in un paio di occasioni. 17 ragazze non esce dai limiti della convenzionalità dal punto di vista dello stile, tutto lo sconvolgente è già insito nel tema scelto, cui uno sguardo naturalista ben si addice, rispondendo allo scopo di dare una possibilità di riflessione allo spettatore e calandosi nell'ambiente che rappresenta anche grazie a un efficacie uso delle musiche. Allo stesso modo è apprezzabile l'asciuttezza della narrazione, a tratti schematica, senza fronzoli o sentimentalismi, che fa scorrere in fretta il tempo, portando precipitosamente verso un finale previsto, quasi inevitabile, che vede forzatamente quietate le idee rivoluzionarie, ristabilito l'ordine canonico delle cose e rientrata l'emergenza di una situazione fuori controllo.
Titolo originale: 17 filles; Regia: Delphine Coulin, Muriel Coulin; Sceneggiatura: Delphine Coulin, Muriel Coulin; Fotografia: Jean-Louis Vialard; Montaggio: Guy Lecorne; Scenografia: Benoît Pfauvadel; Costumi: Dorothée Guiraud; Produzione: Archipel 35, arte France Cinéma, Canal+, Ciné+, Arte France, Centre National de la Cinématographie, Région Bretagne, Banque Populaire Images 11, Cinémage 5, Palatine Étoile 8, Soficinéma 7, Programme MEDIA de la Communauté Européenne, Cofinova 5, Cofinova 6; Distribuzione: Teodora Film, SpazioCinema; Durata: 90 min.; Origine: Francia, 2011
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