The Incredibles vs Shrek2, ovvero Supereroi vs Orchi Verdi PDF 
di Eva Maria Ricciuti   

Bambini e genitori uniti nelle risate ed eccitati dal comune desiderio di stringere la mano del grande orco verde o di trovarsi al riparo del fluttuante campo di forza generato da Violetta. Mamme in visibilio di fronte ai muscoli dell'inossidabile Mr. Incredibile e padri pronti a tutto pur di incontrare la Principessa Fiona (in versione pre-matrimonio). Bimbi disposti in fila per ore pur di accarezzare la testa del petulante Ciuchino e di scambiare qualche stoccata con il Gatto; bimbe innamorate del velocissimo Flash e intenerite dal "piccolo e dolce" Jack Jack. Insomma ce n'è per tutti i gusti.

Sia che siate amanti delle favole classiche in cui trionfa il lieto fine e i buoni sentimenti la fanno da padroni, sia che il vostro pane quotidiano siano satira e sarcasmo, quest'anno "animato" non vi deluderà; e sì, perché il grande schermo ci offre due eccezionali pellicole, due grandi storie e soprattutto molte, molte risate. E...risate intelligenti.

Shrek2 e The Incredibles sono, infatti, due grandi film, pellicole di alta qualità e soprattutto mature. Adatte sia ai bambini, che si eccitano di fronte alle avventure dei loro eroi, fantasticando di essere amici del pestifero Flash (e perché no, immaginando persino di essere lui!), sia ai genitori, che si divertono di fronte alle innumerevoli citazioni cinefile dell'esilarante Shrek2 e ritrovano se stessi nei problemi coniugali ed esistenziali di Mr. e Mrs. Incredibles. E se proprio una differenza c'è tra le due pellicole non dobbiamo certo cercarla nel loro valore, ma piuttosto nella constatazione che mentre The Incredibles è sostanzialmente un film per bambini adatto ad un pubblico adulto, Shrek2 è invece esattamente l'opposto (o per dirla come Sindrome: la Nemesi) ossia un film per adulti adatto ai bambini.

La storia di The Incredibles, infatti, sebbene esilarante, talvolta persino ai limiti delle lacrime (e chi potrà mai dimenticare la "stilista" Edna e suoi modi eccessivi?) ruota attorno ad una serie di temi delicatissimi quali la crisi di mezza età dell'"una volta aitante Mr. Incredibles, ora padre di famiglia sovrappeso Bob", il valore della famiglia stessa e l'importanza di salvaguardarla, la sensazione di disagio che genera il sentirsi diversi, e tutta una serie di altre tematiche più o meno ampiamente trattate, sempre prestando molta attenzione a mantenere viva ed alta una morale che si può identificare con la classica "linea Disney" (in questo caso nel suo alter ego digitale Pixar) della tutela dei buoni sentimenti. Nulla di male in questo, anzi una tendenza perfettamente legittima e da elogiare in un momento in cui ai bambini non si fa altro che propinare regali tecnologici e video games "spara spara", ma che rende la storia un tantino didascalica, nella classica formula del " e vissero felici e contenti". Motto che viene invece sbeffeggiato, parodiato, in certo qual modo ripudiato dagli autori di Shrek2, e, per intenderci, se è vero che comunque la favola dell'orco verde si conclude bene è altrettanto vero che la paladina del lieto fine, la Fata madrina, ha tramutato il famosissimo "e vissero felici e contenti" in una temibile arma di ricatto, e se, ancora, il lieto fine c'è e pur sempre vero che con una coppia di bellissimi sposi trasformati in orchi verdi, uno splendido destriero che torna asino, un Re che diventa rospo e la Fata che si smaterializza, è certamente ben diverso da quello che tradizionalmente ci saremmo aspettati!

Non che in Shrek2 la morale finale (con l'amore che trionfa su tutto e i cattivi sconfitti) sia meno forte che in The Incredibles, ma è il modo di presentarla ad essere profondamente differente. Shrek2 è, infatti, una sequela interminabile e spassosissima di gag e citazioni cinematografiche sapientemente intrecciate tra loro a costruire una trama ritmicamente e tecnicamente perfetta. È un film che scorre veloce e che non annoia con dialoghi artificiali e monologhi a volte farraginosi (difetto che talvolta si riscontra in The Incredibles, specialmente nelle scene d'azione), ma che ha una verve verbale eccezionale, un serrato scambio di battute e doppi sensi intelligenti capaci di tener viva l'attenzione di grandi e piccoli (sebbene per ragioni differenti). Ed in questo secondo episodio delle avventure dell'orco più famoso del pianeta, non è solo il petulante Ciuchino a tener banco, ma una serie formidabile di nuovi personaggi che, principali o secondari che siano, risultano tutti in egual misura sapientemente delineati e curatissimi nei particolari. Dallo spadaccino latin lover Gatto con gli stivali, alla Fata madrina vamp e over size, dal figo, vanitoso e vacuo Principe Azzurro ad un "equivoco" Pinocchio in mission impossibile con tanto di tanga fuxia, e via dicendo fino ai deliziosi ciuchini/drago dell'ultima sequenza.

Graficamente entrambi i film sono mirabili esempi dell'utilizzo dell'animazione in 3D, veri e propri prodigi frutto di anni di lavoro e interminabili ore passate davanti al pc da innumerevoli disegnatori, programmatori e grafici. Lo stile adottato dalle due case di produzione (la Pixar per The Incredibles e la DreamWorks per Shrek2) è profondamente diverso l'uno dall'altro, più realistico (per quanto possa esserlo la storia o l'immagine di un orco verde) e con un'attenzione estrema nella resa quasi tattile della realtà (si pensi al velluto del vestito di Fiona, che sembra quasi palpabile, o al soffice manto del Gatto rispetto all'ispida pelliccia del Ciuchino) in Shrek2 e maggiormente interessato alla creazione di una realtà fedele a se stessa e al proprio design (rigorosamente ispirato al periodo d'oro dei super eroi, gli anni '50) per The Incredibles.

E in effetti, sin dai loro primi esperimenti (si pensi ad esempio ad altri due film omologhi quali Z la formica e A bugs life), queste due case cinematografiche si sono distinte per obiettivi e per target, e se la Pixar è rimasta sempre fedele al suo pubblico di bambini e bambinoni, la DreamWorks ha sempre fatto l'occhiolino ad un pubblico più adulto e smaliziato. In ogni caso le favole, sia nella loro versione più classica, sia in chiave moderna e irriverente, quest'anno la fanno da padrone e noi non passiamo fare altro che inchinarci, o meglio, sederci e gustarcele. Accompagnando al cinema i nostri figli, o facendoci accompagnare dai nostri nipoti.

 


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