Il diavolo di Rob Zombie non veste Prada. L’ultima satanica fatica del regista metallaro de La casa dei mille corpi è dedicata, appunto, all’anticristo e alla stregoneria tout court. Scopriamo in Le streghe di Salem uno Zombie inedito, cerebrale come David Lynch e visionario come Ken Russell, lontano dall’iperrealismo delle pellicole precedenti e focalizzato su un orrore mistico di origine soprannaturale. La selvaggia e truculenta provincia americana, magistralmente rivisitata trent’anni dopo le storiche incursioni di Tobe Hooper e Wes Craven, lascia il posto ad una sonnolenta e grigia Salem, dove un’appassita Sheri Moon Zombie interpreta la parte della speaker radiofonica Heidi Hawthorne, catapultata come tutte le donne della città in una dimensione mentale ipnotica in seguito all’ascolto di un misterioso vinile trasmesso dall’emittente. Vari flashback riportano la vicenda al XVII secolo, epoca della famigerata caccia alle streghe, per spiegare l’origine del sortilegio che causerà un suicidio di massa ai giorni nostri e la tremenda gestazione di Heidi, novella Rosemary fecondata dal malefico seme di Belzebù.
Rob Zombie gioca da un lato con la suggestione, accumula dettagli su dettagli, simboli e rituali e descrive il Sabba con l’occhio impietoso di un documentarista; dall’altro si cimenta invece con un’atmosfera psichedelica e al contempo blasfema, frammentando il flusso visivo in una martellante sequela di impulsi secondo l’estetica del videoclip musicale. Il risultato è uno spettacolo discontinuo, affascinante di certo in modalità contemplativa ma poco godibile sul piano della narrazione. Tensione e suspense purtroppo latitano e l’angoscia è diluita da inserti francamente noiosi; la pretenziosa ricerca di una cifra stilistica autoriale si rivela insomma controproducente. Tuttavia, la pellicola ha già innescato un’aspra polemica proprio per i contenuti dissacranti e, aldilà delle critiche più o meno condivisibili, è doveroso segnalare l’ennesima intromissione censoria, ad opera del vescovo di Ferrara Luigi Negri: “Mi risulta che nella mia, come in tante città italiane, in diverse sale cinematografiche sia stato proiettato un film realmente e incredibilmente anticattolico: Le streghe di Salem, un misto di satanismo, oscenità, offese alla liturgia e alle realtà ecclesiali che rasenta livelli difficilmente tollerabili per una coscienza autenticamente laica e civile, ancor prima che cristiana […] lo Stato in questo caso non ha neanche esercitato la sua funzione di prevenzione nei confronti dei minorenni che quindi, sopra i 14 anni, possono vedere liberamente questo film traendone probabilmente orrende convinzioni nei confronti della tradizione cattolica del nostro Paese”.
Infatti, oltre ad esprimere un profondo dissenso nei confronti delle Commissioni per la revisione cinematografica, colpevoli di troppa indulgenza nell’aver vietato il film ai soli minori di 14 anni, l’arcivescovo si è già attivato per valutare se sussistano addirittura gli estremi per una querela nei confronti del poco vigile stato italiano. Visto sotto questa luce il film di Rob Zombie acquisisce in Italia un valore aggiunto. A proposito di caccia alle streghe …
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