Bigas Luna: Palle d'Oro PDF 
di Martina Palaskov Begov   

Josè Juan Bigas Luna è il nome, per intero, del regista catalano, internazionalmente acclamato e conosciuto per pellicole quali Jamon Jamon (Prosciutto, Prosciutto, 1992), Bilbao (La chiamavano Bilbao, 1978), Le età di Lulu (1990), Lola (1986).

Josè Juan, come nome, non mi è mai piaciuto. Ho sempre avuto l'impressione che suonasse come il nome troppo importante di un monarca, un duca, un dittatore. Tutti mi chiamano Bigas Luna, anche i miei nipotini. Oramai Josè Juan non esiste più. Quando mi trovo qui negli Stati Uniti poi (abbiamo incontrato il regista in occasione di una retrospettiva organizzata dall'American Cinematheque, a Los Angeles, svoltasi lo scorso mese nel bellissimo teatro Grauman Egyptian sulla Hollywood Blvd, e nel nuovo delizioso Aero, un tempo anche gestito da Redford, a Santa Monica), mi chiamano Mr. Luna...bellissimo! Bigas è il cognome di mio padre e Luna quello di mia madre. I due nomi hanno anche un valore simbolico per me. La famiglia di mia madre è una famiglia di ricchi imprenditori, di persone con mentalitá economica. Mentre la famiglia di mio padre si distingue per l'inclinazione decisamente artistica; filosofi, artisti, scrittori. Quindi ho sempre pensato al giusto mezzo, all'equilibrio dei due rami genealogici da cui discendo – la razionalità e la spiritualità- e l'affermarsi di tale concetto attraverso il nome che porto.

Bigas Luna nasce come artista visivo, installatore e video artista attivo negli anni Settanta. Sperimentando con diversi media e formati dell'immagine (Beta, 16mm, 8mm ed anche 35mm, sporadicamente), egli si è successivamente interessato al potenziale narrativo del cinema. Nel 1976 con l'aiuto economico dell'amico gallerista Fernando Amat, Bigas gira TATUJE, film scritto dal patriota catalano Manuel Vázquez Montalbán. Nonostante il film sia stato, usando le parole di Luna, "un disastro", le immagini e la tendenza narrativa peculiare del regista sono giá evidenti ed evidenziabili.

È con il secondo film, BILBAO, che Luna consolida, tuttavia, uno stile decisamente più maturo e consapevole, pur essendo allarmantemente nero e cupo.
Bilbao mi ha dato delle grandi soddisfazioni. Il film ha avuto anche un eccezionale successo in Spagna. Non è nemmeno stato censurato, a differenza di Tatuje. In un certo senso sono davvero felice che il mio primo film sia stato un fallimento. Sono anche contento di aver perso tutti quei soldi. Non avrei mai avuto la grinta e la determinazione di affrontare un secondo progetto con tanta lucidità artistica, soprattutto.

Bilbao è il nome della provocante e vampiresca prostituta (Isabel Pisano) di cui il Nostro (Leo/Ángel Jovè) si innamora a tal punto da farne un'ossessione. Bigas non solo alimenta la narrazione con immagini e situazioni decisamente claustrofobiche, ma intensifica la tensione della cronaca interloquendo con lo spettatore attraverso la mente del protagonista tramite la sua costante voice over. Come spesso è stato notato, il film rispecchia quelle che erano le grandi paure di una Spagna ancora stagnata sotto il simbolico e forse psicologico giogo franchista. Una Spagna ancora troppo spaurita nel rivendicare quella libertà individuale e, perchè no, a volte bizzarra (rappresentata qui dalle ossessioni dell'infantile Leo), che, se negata, appunto, si trasforma in ossessione. Molteplici sono le caratteristiche del cinema di Luna. A distinguere il suo stile non sono tanto le manie o le ossessioni, quanto il modo con cui il regista comunica con lo spettatore. Gli elementi tipicamente iberici, la sottile linea tra realtà e sogno, la carnalità del sesso e l'intimità del racconto, il cibo, l'acqua sono tutti momenti luniani che si assaporano in tutte le sue opere, che ci si aspetta in tutti i suoi film. La capacità di apprezzarne il vero significato è tuttavia la sfida che il regista ci suggerisce. La tua arte si radica profondamente nelle radici della tua cultura.

Sono cresciuto in una famiglia cattolica, credente, tradizionale. La Spagna che ha surrogato la mia infanzia, inoltre, era una Spagna molto diversa da quella di oggi .

Regista post-franchista, Luna, accanto ad altre personalità artistiche come Almodovar e Victor Erice, ha impresso un marchio significativo sulla nuova cinematografia spagnola, da un lato, e sulla mentalità e sulla formazione socio-culturale dell'opinione pubblica della penisola, dall'altro. Il fatto che il suo cinema sia stato (ed è ancora) poi internazionalmente riconosciuto ha dato al suo teorema artistico un valore pressoché assoluto e non negabile alla ancora fragile opinione pubblica spagnola. La riflessione che Luna fa della nazione si focalizza su diversi spaccati e svariati livelli. La Trilogia Iberica, che egli completa nel 1994, è un'osservazione molto accurata della Spagna degli anni Ottanta e Novanta come entità sociale e nazionale. Inoltre le opere evidenziano l'unicità delle connotazioni artistiche del regista.
Jamon Jamon, Huevos de Oro e La teta y la Luna sono film in cui compare sempre la parola palle (cojones); vocabolo che io personalmente odio, ma che tanta importanza ha in Spagna. La figura del "macho iberico", dell'uomo duro con le palle, spesso ignorante, che sottomette la donna e terrorizza l'infante è alla base della mia trilogia.

Mentre Jamon Jamon(1992), il primo film della riuscita trilogia, concentra rudimenti della Spagna come nazione (attraverso l'utilizzo di simboli e di condizioni che vanno interpretati come simboli) in La teta y la Luna (1994) Bigas inquadra l'immagine e l'essenza della sua micro nazione, la Catalogna. Huevos de Oro(1993), invece varca addirittura i confini del globo per arrivare a Miami.
Ho passato quattro anni della mia vita negli Stati Uniti, a Los Angeles negli anni Ottanta (dal 1980 al 1984). Mi rendo conto che solo dopo questo soggiorno mi è stato possibile concepire e portare a termine la Trilogia; un'opera che dedico alla mia nazione e che parla della mia Spagna .

Quando gli chiediamo come è nata l'idea del primo film
L'aglio! Una ragazza mi ha fatto notare, tempo fa, la sua preferenza per l'aglio tra i suoi cibi preferiti.

Nonostante il tubero venga considerato un alimento off-limits, soprattutto per le donne, Bigas e i personaggi dei film di Luna traggono forza, passionalità ed erotismo dall'aglio che si gusta crudo, a pezzettoni.
Jamon Jamon, come titolo, ha un duplice significato. Da un lato è un alimento tipicamente spagnolo, ma nel film si riferisce anche alla protagonista femminile, Silvia (Penelope Cruz), la jamona, bel pezzo di donna; termine che il macho Raul (Javier Barden) usa per stuzzicarla .

Nel film, Bigas inquadra e mostra una Spagna in via di sviluppo, una Spagna divisa tra le lande ancora desolate ed infinite del nulla e le strade trafficate da grandi camion trasporto merci. Una nazione di ricchi borghesi e semplici lavoratori. Una Spagna che ha molto da dire, ma che lo dice attraversi i corpi, gli odori, i sapori e i simboli di Bigas.
Ci sono molti simboli che fanno parte della mia infanzia e della società cattolica in cui sono cresciuto. La scena finale del film: il lavaggio dei piedi con l'olio, il vestito bianco della mia protagonista di sembianze virginali che viene sottomessa dalle palle del toro o dal pube dell'uomo, sono entrambi simboli che Silvia osserva sui grandi cartelloni pubblicitari ai lati della strada...

Huevos de Oro (Palle d'Oro) ha nuovamente Bardem come protagonista.
In Spagna mi considerano uno scopritore di talenti. Ho lavorato con Bardem, Cruz, Jordi Molla, Leonor Watling, Benicio del Toro quando erano ancora molto giovani e decisamente poco conosciuti.

Il macho qui diventa imprenditore e non solo si adegua alla nuova società capitalista, ma cerca di conquistarla come fa con le donne nelle quali si imbatte. Tra sesso, potere, cibo e ancora simboli, la Spagna varca i confini della propria nazione e arriva in America dove incontra la sconfitta, dove il dollaro conta più delle palle... Quando viene interrogato sulla differenza dell'interpretazione sessuale e l'approccio artistico che un autore latin-europeo ha nei confronti del sesso e della passione carnale interpretata e rappresentata diversamente rispetto all'analisi anglosassone.

L'aglio! Voi americani(1)non mangiate aglio crudo…(ride). La metafora è chiara...

Molti dei tuoi film vengono considerati erotici nonostante utilizzi il sesso per parlare di molte altre cose...
Io sono innamorato del sesso, per me il sesso è simbolo di vita, di felicità, di nascita. Avete mai provato a pensare che la vita nasce dal sesso? Tre sono le necessità fondamentali nella mia vita, le cose più importanti per me: il sesso, il cibo e la spiritualità.

E le ispirazioni di Bigas? Quali sono gli autori che ti hanno indicato la via?
Luis Buñuel e Alfred Hitchcock. Due geni tra loro molto diversi. Buñuel è l'occhio. Tutta la sua filmografia si basa non solo sull'occhio e sulla visione, ma anche sull'interpretazione del mondo attraverso il suo occhio, quello che all'inizio taglia (Un chien andalou) e che alla fine ricuce (Quell'oscuro oggetto del desiderio). E Hitchcock è la mano, l'ingegnere della macchina e dell'espressione cinema. Egli poteva raccontare tutto e in mille diversi modi solo con lo spostamento della m.d.p. Decisamete questi sono i maestri che mi hanno ispirato e che mi ispirano ancora.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto lavorando molto sulla video arte in questo momento. Credo che sia il futuro dell'immagine in movimento. I corti e le storie brevi. Tuttavia sto lavorando ad un altro progetto per il cinema che si chiama Yo Soy La Juani. Un film che narra di una ragazza che vuole diventare una star hollywoodiana. La nuova Spagna...

(1)l'intervista è stata realizzata presso l'American Cinematheque

 


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