Il confronto con i professionisti di uno specifico settore produttivo è sempre utile per chi voglia avvicinarsi ad una nuova attività: se il territorio prescelto, poi, è quello del cinema l'occasione diviene quantomeno preziosa. Per i giovani desiderosi di tuffarsi nella confusa e controversa realtà cinematografica italiana una guida risulta davvero necessaria, almeno per aprire gli occhi e imparare a osservare il panorama che si dovrà iniziare a esplorare alla ricerca di un'opportunità per emergere. Il volume pubblicato da Lindau nell'ambito degli incontri Dietro la cinepresa, organizzati dalla Mediateca del Cinema Indipendente Italiano e dal Dams dell'Università di Torino, rappresenta uno strumento essenziale, sia per monitorare le possibilità attuali alla luce di esperienze di lavoro già vissute, sia per valutare aree d'interesse spesso meno considerate rispetto alla regia e percepirne il fascino.

Il linguaggio colloquiale delle lezioni tenute da ogni professionista viene riproposto dagli autori del libro, che, mantenendo fede alla vocazione didattica dell'intera operazione, per la stesura delle conversazioni hanno coinvolto nel lavoro un gruppo di studenti selezionato tra i partecipanti agli incontri torinesi. Il confronto con soggetti attivi in ambito cinematografico è diventato così, parallelamente, sia un momento di apprendimento che un'esercitazione. I ragazzi hanno avuto la possibilità di mettere a fuoco i ruoli operanti all'interno dell'industria culturale che produce audiovisivi, di definirne i confini e, di conseguenza, decidere con chiarezza quali ambiti intenderanno approfondire in futuro. La mappa di orientamento tracciata dal libro, inoltre, risulta un ottimo strumento per tutti i lettori che desiderino gettare un ponte tra la propria cinefilia e l'industria del cinema, o vogliano soltanto soddisfare le proprie curiosità.

I dieci "monologhi" di Dietro la cinepresa sono ricchi di utili consigli, suggerimenti elargiti senza presunzione, con quella generosità che scaturisce tra individui che scoprono di condividere una passione. È così, ad esempio, che il produttore-editore Roberto Buttafarro (Santa Maradona, A/R Andata+Ritorno di Marco Ponti) esorta gli aspiranti sceneggiatori alla parsimonia, svelando che preferisce non ricevere sceneggiature complete, ma lavorare su soggetti e trattamenti "perché un trattamento è come un casa non ancora finita, un contenitore che può essere rivestito in molti modi, con l'aiuto e la collaborazione di professionalità diverse", riferendosi a script analist, script editor e dialoghisti. Tra i molti interventi (tra gli altri Roberto Stradella, Piero Brodato, Claudio Meloni, Roberto Forza, Timothy Heys Cerchio, Giovanni Gebbia, Silvio Pederzoli, Vicenzo Pontil, Leandro Pagano) anche Ladislao Zanini, direttore di produzione (Così ridevano di Gianni Amelio, Dopo mezzanotte di Davide Ferrario), che svela i segreti della gestione e pianificazione del lavoro sul set tramite software come Movie Budgeting e Movie Magic Scheduling, descrivendo un mestiere che richiede grandi doti organizzative unite alla giusta dose di fantasia che serve per sviluppare la capacità di risolvere problemi improvvisi.

La sensazione che nasce nel lettore, pagina dopo pagina, è quella che non vi sia modo migliore per ricordare la natura di arte collettiva del cinema che ascoltare, voce dopo voce, i racconti di chi lavora incessantemente dietro lo schermo, prima che le luci si spengano e inizi lo spettacolo. Lo sceneggiatore, il direttore della fotografia, l'operatore steadicam e l'assistente operatore, i macchinisti e tutti coloro che svolgono vari mestieri sul set, per una volta, vestono i panni del narratore onnisciente, incantano i lettori con grandi rivelazioni, coinvolgendoli attraverso una sorta di complicità implicita che si viene a creare quando, come per incanto, un sapere si trasmette da una generazione alla successiva.