Una voce fuori campo introduce il protagonista del film. È la voce di Vince Rizzo (Andy Garcia), che racconta la sua vita a City Island, nei pressi di New York. Rizzo è una guardia carceraria, ma il film diretto da Raymond De Felitta non vuole in alcun modo essere una pellicola di denuncia, come d’altronde chiarisce fin dall’inizio la colonna sonora spensierata, che introduce piuttosto i toni tipici della commedia.
La sceneggiatura di City Island è infatti costruita secondo la struttura (invero non proprio originale) della classica commedia degli equivoci, costellata di numerosi personaggi dai destini in qualche modo incrociati. La benestante famiglia Rizzo vive in una tipica villetta americana a due piani ed è composta dal nucleo familiare standard: il capofamiglia Vince, la moglie Joyce (Julianna Margulies), la figlia maggiore Vivian (Dominik García-Lorido) e il figlio Vince Jr. (Ezra Miller). La storia assume rapidamente un tono agrodolce quando si intuisce che ogni personaggio ha un segreto, più o meno importante. Il segreto che muove l’azione è quello del capofamiglia: il detenuto Tony Nardella (Steven Strait) è il figlio che Vince ha abbandonato più di vent’anni prima e che ha sempre tenuto nascosto alla moglie Joyce. Vince decide di invitare Tony a scontare il resto della detenzione a casa Rizzo, anche se non rivelerà subito la vera identità del giovane: la sua presenza sarà l’innesco della lunga serie di equivoci che si susseguiranno ad un ritmo incalzante. Ma l’esistenza di Tony non è l’unico segreto: Vince, di nascosto da Joyce (che lo crede intento a giocare a poker), frequenta un corso di recitazione, la figlia Vivian non è una diligente collegiale, ma una sensuale spogliarellista, e il figlio Vince Jr. ha un’attrazione irrefrenabile per le donne sovrappeso. L’assenza di comunicazione all’interno della famiglia Rizzo porterà ad una sequenza infinita di fraintendimenti, ripresi da De Felitta in maniera piuttosto sobria, con una macchina da presa che predilige i volti e le reazioni concitate degli attori.
Il protagonista incontrastato di City Island resta comunque Andy Garcia, in un curioso ruolo brillante, sicuramente penalizzato dall’intervento del doppiaggio. La sequenza in cui Garcia/Rizzo si presenta ad un provino per un film di Martin Scorsese con Robert De Niro ha qualcosa di gradevolmente surreale, come lo è altrettanto osservare Garcia durante il casting mentre interpreta il ruolo di un criminale: all’interno di un primissimo piano il rimando ai personaggi tipici incarnati dall’attore crea una sorta di déjà-vu. Una scrittura congegnata discretamente nella prima parte del film conferisce un buon ritmo complessivo, ma in seguito la corsa verso l’epilogo conduce il regista ad una serie di banalizzazioni. La commedia brillante si trasforma quindi in commedia dei buoni sentimenti, dove l’happy end semplifica e schematizza le reazioni dei personaggi. Il film di De Felitta si conclude banalmente nell’arco di pochi minuti con un movimento in contre-plongée, che mostra tutti i personaggi attorno ad un tavolo, sereni e felici, secondo il cliché fiabesco riassumibile nell’espressione “e tutti vissero felici e contenti”.
TITOLO ORIGINALE: City Island; REGIA: Raymond De Felitta; SCENEGGIATURA: Raymond De Felitta; FOTOGRAFIA: Vanja Cernjul; MONTAGGIO: David Leonard; MUSICA: Jan A.P. Kaczmarek; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2009; DURATA: 100 min.
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