Todd Phillips … chi è costui? È uno dei nuovi Re Mida di Hollywood, l’artefice di uno dei grandi successi della scorsa stagione, Una notte da leoni, film apprezzato da pubblico, critica e addetti ai lavori, e addirittura vincitore di un Golden Globe. Phillips è l’erede della commedia fracassona americana, che dopo aver abbracciato proprio con Una notte da leoni il sottofilone “bachelor”, sulle tracce di Addio al celibato e Cose molto cattive, ora si cimenta con un altro glorioso sottogenere della commedia d’oltreoceano, il “buddy movie”, il film dove due sconosciuti si ritrovano insieme per forza e sono costretti a tollerarsi e a conoscersi. Quello, per intenderci, in cui eccellevano Jack Lemmon e Walter Matthau.
Parto col folle si apre con uno sguardo in macchina di Robert Downey Jr., bocca impastata e occhio a palla, mentre, appena sveglio, parla al cellulare con la sua compagna. Sta per diventare papà e ha un aereo che lo aspetta per tornare a Los Angeles. Per una serie di equivoci sarà però costretto a scendere dall’aereo insieme a un tipo strano appena conosciuto (Zach Galifianakis, uno dei protagonisti di Una notte da leoni) e a tornare con lui in macchina a Los Angeles. Bello, atletico ed elegante il primo. Grasso, barbuto, impresentabile il secondo. Parto col folle è un film che gioca sugli scontri e sui contrasti, dei due attori come dei due personaggi. Zach Galifianakis e Robert Downey Jr. lavorano su due opposti stili di recitazione: il primo, fisicità alla John Belushi, ingombrante per personalità come per il fisico, lavora sugli eccessi, è un istrione, recita con tutto il corpo. Il secondo, invece, lavora di sottrazione, sceglie un’interpretazione minimalista, interpreta con pochi cenni, pochi tic, impercettibili movimenti degli occhi e della bocca. Il primo insiste, il secondo resiste. Galifianakis, aspirante attore, rifà il Marlon Brando de Il padrino (e in questo senso nel film c’è una breve, e superficiale, riflessione sul ruolo dell’attore). Downey Jr. è impassibile, l’occhio perennemente sbarrato.
Parto col folle è uno di quei film volutamente scorretti, a tratti inutilmente volgare, che, nonostante la bravura degli interpreti, non riesce però a bissare l’exploit del precedente Una notte da leoni. Phillips ha in squadra due attori fuoriclasse, ma la sceneggiatura ha pochi colpi da sparare, e i pochi che ha li spara subito. Seppur comica, e in assenza di variazioni sul tema, la storia di una discesa agli inferi alla Fuori orario di Scorsese, dove ogni evento ne genera un altro in una catena che sembra impossibile spezzare, sa di già visto. E alla fine c’è sempre la comprensione, il rispetto dell’altro e l’amicizia. C’è qualche buona gag (su tutte quella del caffè), un’ottima colonna sonora rock (Wolfmother, Cream, Neil Young e i Pink Floyd con Hey You, da The Wall), ma nel complesso l’insieme non entusiasma. Non dimenticatevi invece questi nomi: se Robert Downey Jr., dopo Iron Man e Sherlock Holmes, è ormai una certezza, Zach Galifianakis e Todd Phillips, ormai una premiata ditta, promettono di farci ridere ancora molto, e a lungo in futuro. Siamo pronti a scommettere che ci regaleranno ancora molte notti da leoni.
TITOLO ORIGINALE: Due Date; REGIA: Todd Phillips; SCENEGGIATURA: Alan R. Cohen, Alan Freedland, Todd Phillips, Adam Sztykiel; FOTOGRAFIA: Lawrence Sher; MONTAGGIO: Debra Neil-Fisher; MUSICA: Christophe Beck; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2010; DURATA: 96 min.
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