C’è una pellicola, nella lunga e variegata filmografia da regista di Ron Howard, che non si può non ricordare con un misto di malinconia e affetto. Cocoon è uno di quei film imperfetti e un po’ agé, a cui, come a un vecchio amico lontano, non puoi non voler bene. Strizzando l’occhio e facendo suoi i cliché rodati del genere di fantascienza, Ron Howard immagina per questa pellicola la venuta degli extraterrestri sulla Terra con modi e conseguenze vicine allo spielberghiano E.T., di tre anni più giovane. Il soggetto è tratto dall’omonimo libro di David Saperstein e racconta il viaggio sul nostro pianeta di un gruppo di Antareani. La missione è presto detta: riportare a casa alcuni esponenti della propria razza, attualmente chiusi in bozzoli in fondo al mare. Gli extraterrestri, si sa, possono assumere sembianze umane, così nessuno sospetta nulla se, in un piccolo centro della California, tre uomini e una donna sconosciuti affittano in tutta fretta una villa con piscina e una barca per fare immersioni a largo dell’oceano. I reali protagonisti, però, per un’inversione di punto di vista che lo stesso film giustifica e alimenta fino alla fine, sono gli arzilli vecchietti che risiedono presso una casa di riposo poco distante dalla villa affittata dagli insospettabili Antareani.
Ron Howard pesca a piene mani nei codici consolidati di un genere intramontabile, ma riesce a regalare al film ritmi e mood favolistici, pur rimanendo profondamente ancorato a temi e visioni intimamente terrene. Forse è tutto qui il segreto di questa piccola pellicola, a suo tempo premiata con addirittura due Oscar, uno dei quali per “i miglior effetti speciali”. A rivederli oggi, in verità, quegli effetti appaiono neanche troppo speciali, per costituire, viceversa, il vero tallone di Achille di una narrazione di altri tempi, capace, tuttavia, di sposare riflessioni e forze ancora fortemente attuali ed universali. Dietro il mood favolistico, infatti, si nasconde - neanche troppo bene - una riflessione crudele sulla caducità della vita, sulla malattia e sulla natura come mater feroce del genere umano. Ad opporsi alla mortalità, dunque, sovviene il sogno realizzabile della vita eterna, con forme e fattezze di un Paradiso terrestre, fuori dalla Terra. In questo senso, la pellicola fa suo il terreno prolifico delle aspirazioni e paure dell’umanità, non senza una forte dose di ironia e autoironia. La solidarietà tra Antareani e vecchietti spazza - in un colpo solo e con una buona dose di apparente ingenuità - il mito dell’extraterrestre come altro in grado di mettere in crisi codici e abitudini di vita terrestre.
Non è un caso, allora, che il barcaiolo un poco scemo (Steve Guttenberg) chieda agli Antareani (Brian Dennehy, tra gli altri) se hanno intenzione di attaccare l’America, come controprova della loro benignità. In fondo, a ben guardare, il film racconta una piccola e stramba storia di solidarietà fra popoli, capaci di fare delle proprie differenze il terreno per costruire un rapporto di incontro/scontro proficuo. In fondo, i vecchietti, non sono che l’evidenza di una società consumistica, incapace di tenere segrete le confidenze, caratterizzata da un rapporto difficile con la morte, con le regole e la buona educazione, ma pullulante di buoni sentimenti e capace di provare dolore. Gli Antareani, dal canto loro, non hanno certo problemi a indossare una felpa con scritto “USA” e a concedere spazi con la promessa che le loro volontà vengano rispettate. Tuttavia, quest’ultimi, non conoscono la più grande spinta dell’universo: il dolore. Ecco allora che il vero eroe del film resta il nipote di uno dei vecchietti (ancora una volta ritroviamo reminiscenze di E.T.), capace di un’integrità morale che gli adulti, di ogni razza, ritrovano solo dopo un percorso di comprensione dell’altro.
Titolo originale: Cocoon; Regia: Ron Howard; Sceneggiatura: Tom Benedek; Fotografia: Donald Peterman; Montaggio: Daniel P. Hanley, Mike Hill; Scenografia: Jack T. Collis; Costumi: Aggie Guerard Rodgers; Musiche: James Horner; Produzione: Twentieth Century Fox Film Corporation, Zanuck/Brown Productions; Distribuzione: FOX; Durata: 117 min.; Origine: USA, 1985
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