Gli amori di Astrea e Celadon PDF 
Alessio Gradogna   

ImageIl cinema bisogna saperlo fare. E bisogna amarlo. Sfiorarlo, dolcemente, sensualmente, con voluttà, con il gusto saporito di un’eterna sfida, con l’entusiasmo frenetico di chi sa di poter dipingere il mondo, presente o passato che sia, con un’abilità mai scalfita dal correre del tempo. Doti non per tutti, non da tutti. Eric Rohmer le possiede, da sempre, e oggi, a 87 anni, non ha perso quella voglia, quell’amore, quella missione perpetua volta alla rappresentazione pittorica di storie semplici che però contengono in sé tracce d’infinito.

Così Jean Marie Maurice Scherer (vero nome del regista) torna, di nuovo, per l’ennesima volta, al trentasettesimo film di una carriera lungimirante, e per farlo rifugge l’oblio e la dannazione della contemporaneità per rifugiarsi nell’innocenza bucolica della Gallia druidica del V secolo. In questa lontana terra di pastori e amorini, fronde mosse dal vento più puro e specchi d’acqua in cui affogare i propri dolori, gelosie laceranti e ninfe protettive, la scena si adagia nelle mani di Astrea e di Celadon, volti e vesti trasparenti in un amore impedito, negato, sofferto, ritrovato. Per dare loro corpo e anima Rohmer si affida al romanzo L’Astrèe, di Honoré d’Urfé, scritto a pezzi dal 1607 al 1627, di cui esiste in circolazione una sola copia integrale, in una biblioteca svizzera. E realizza il sogno dell’amico-collega Pierre Zucca, morto nel 1995, che tanto avrebbe voluto dirigere una trasposizione di questo affascinante racconto tragicomico/pastorale, e che non ci riuscì. Per farlo Rohmer mette in gioco il cuore e lo spirito di tutto il suo cinema, fluttuando tra tanti temi a lui cari (la fedeltà, la gelosia, l’amore contrastato, l’immersione panica nell’immensità della natura), con uno stile classicheggiante che permette allo spettatore di sedersi comodamente su di una poltrona, con un ideale libro d’immagini in mano, per andare alla scoperta di un “c’era una volta, tanto tempo fa” che scorre in questo caso lontano dalla fiaba, ma vicinissimo ai recessi più nascosti della candida immaginazione.Image

Eppure, con sapiente controllo di situazioni, dialoghi e azioni, Rohmer riesce anche a essere moderno, a divertire e commuovere, a regalare al film un alone caldo e penetrante che spazza via ogni sospetto di semplice esercizio di stile. Una delle primarie fonti d’ispirazione per il maestro francese è infatti Shakespeare, modello imbattibile di modernità, il quale lascia sottotracce morenti (ma vivissime) di un Romeo e Giulietta virato verso i lidi icastici di una natura assaporata nei dettagli e negli anfratti, culla piacente da cui i personaggi e gli eventi restano in fondo magneticamente succubi. Le famiglie rivali, che impediscono l’amore tra Astrea e Celadon. Il presunto tradimento di quest’ultimo, che manda su tutte le furie la bella desiderata, la quale scaccia l’amato dalla sua vita. Il tentativo di suicidio di Celadon, stanco di vivere senza più il suo sogno. Lo struggente dolore della ragazza pentita del suo gesto. La seduzione vampirica delle ninfe lascive. Il ritorno nascosto, en travesti, di un Celadon più che mai deciso a riprendere in mano il proprio destino. La confusione dei sessi, il transgender, l’essere insieme uomo e donna per distruggere gli impedimenti sociali e lasciar trionfare la gloria di Amore. L’uomo che visse due volte. L’erotismo di alta scuola dove il film confluisce. Attorno a tutto ciò il vento, il sibilo dell’acqua che scorre, e poi gli usi raffinati di corte, il fascino di un linguaggio che fonde insieme letterarietà e quotidiano, i lunghi discorsi riguardanti una religiosità misteriosa e complessa, la rarefazione sensoriale di un’Arcadia ben fotografata e altrettanto ben ricostruita.

ImageSarebbe stato probabilmente contento d’Urfè di vedere il suo romanzo-fiume (5000 pagine), che nemmeno riuscì a completare (l’ultima parte fu terminata dal suo segretario e uscì postuma), messo in scena così, quattrocento anni dopo, con tale sensibilità e acutezza. E sarebbe, crediamo, stato altrettanto felice Zucca, che forse il film lo avrebbe fatto proprio così, o forse no, ma di certo avrebbe applaudito il lavoro dell’amico Rohmer. Gli amori di Astrea e Celadon è un viaggio di disintossicazione dai fumi nevralgici (e nevrastenici) del cinema contemporaneo, in cui l’immagine si prostituisce ingorda e senza dignità per il fine ultimo (e unico?) del facile consumismo. É un momento di riflessione, di studio analitico della capacità del cinema di poter sfondare le barriere del tempo per ridare vita a quei mondi lontani che abbiamo solo studiato e/o immaginato. É, infine, un saggio sull’amore, sulla forza che da esso scaturisce e che per esso abbatte i confini della società, delle leggi, delle regole, degli obblighi, degli sbagli.

Lottare per l’amore, nell’epifania di un seno scoperto con pudore, lasciandosi trasportare docilmente dal fascino immacolato di un soffio di vento.

SCHEDA FILM

TITOLO ORIGINALE: Les amours de Astrée et de Céladon; REGIA: Eric Rohmer; SCENEGGIATURA: Eric Rohmer; MONTAGGIO: Mary Stephen; FOTOGRAFIA: Diane Baratier; MUSICA: Jean-Louis Valéro; PRODUZIONE: Francia/Italia/Spagna; ANNO: 2007; DURATA: 109

 

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.