Irlandese mezzo sangue nato a New York - ora di stanza a San Diego -, Don Winslow è un ex investigatore privato con undici romanzi alle spalle. Oliver Stone ha appena presentato a Roma Le belve, tratto dall’ultimo libro di Winslow: è un noir con finale da western, un genere che mi piace, ha a che fare con le scelte morali. Tre protagonisti, due giovani californiani e una bionda fatale alla Baywatch, finiscono nei guai per colpa di qualche grosso carico di marijuana. Nel cast Benicio Del Toro e Salma Hayek. Winslow dice di aver pensato a Truffaut, nessuno può scrivere un romanzo con due uomini e una donna protagonisti senza pensare a Jules e Jim. In Italia è pubblicato da Einaudi, ma il suo esordio in terra nostrana risale al 1997 per Rizzoli, La leggenda di Bobby Z, da cui è stato tratto il film diretto da John Herzfeld e interpretato da Laurence Fishburne. Un titolo anche per Bompiani, Satori.
Genere poliziesco, altri direbbero noir, le sue pagine migliori hanno il marchio di un vero e proprio sottogenere, “narco-fiction”. Scrittore rapido e tagliente, una prosa millimetrica, frutto di un lavoro di ricerca, ostinazione e lunghe ore passate davanti allo schermo. Appartengo alla "generazione cinema". Sono cresciuto a film e televisione, quando creo molte delle mie immagini sono cinematografiche. È inutile far finta che non sia così. Questo non mi preoccupa, fa parte della nostra cultura comune, dei nostri valori. Winslow costruisce limpide sequenze di violenza e rabbia. Un paio di capolavori alle spalle, Il potere del cane, epopea definitiva sul narcotraffico e L’inverno di Frankie Machine, di cui Robert De Niro ha acquistato i diritti, la regia dovrebbe toccare a Michael Mann. Autore che lascia ad altri la purezza della letteratura per riflettere sulla contaminazione. Sono sempre stato convinto che ci sia una forte osmosi tra noir e cinema: per esempio, quando uno pensa al Falcone Maltese pensa al film e non al romanzo. È così perché la struttura di un thriller si presta benissimo al cinema. E personalmente penso che il mio modo di scrivere sia stato fortemente influenzato dal grande schermo: inconsciamente perché sono cresciuto con le pellicole; consciamente perché sono stato contaminato dal lavoro di registi come Fellini e Woo. Film come Otto e mezzo e La Strada mi hanno incoraggiato a prendere rischi con la struttura creativa dei miei romanzi.
A ottobre Winslow torna in libreria con il prequel de Le belve, titolo I re del Mondo. A dicembre riceverà la definitiva incoronazione a maestro del genere con la consegna dell’ambito Raymond Chandler Award.
Titolo: Le belve; Autore: Don Winslow; Editore: Einaudi (Stile Libero Big); Anno: 2011; Pagine: 456; Prezzo: 19,50€
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