8 Donne e un mistero - Musica e immagine: inseparabili PDF 
di Luca Gricinella   

Può un compositore cinematografico commentare una commedia musicale nera di impianto teatrale, prodotta in Francia e che gioca con i cliché hollywoodiani del passato, senza scadere nella pomposità? Chiamato a scrivere le musiche di Otto donne e un mistero, Krishna Lévy ci è riuscito.

Innanzi tutto citando le partiture che Bernard Hermann ha firmato per le pellicole di Alfred Hitchcock (plausibili i paralleli, non casuali, tra il film di François Ozon e La congiura degli innocenti, prima collaborazione tra il maestro del brivido e il compositore di musiche per il cinema tra i più noti di sempre), poi attraverso passaggi da melodie romantiche ad atmosfere di pura tensione (così accade sui titoli di testa mentre la macchina da presa s'avvicina alla casa) senza tralasciare una vena ironica.

 

Krishna Lévy e François Ozon danno vita a una collaborazione che funziona: le canzoni interpretate dalle protagoniste della pellicola e la partitura originale riescono a convivere senza darsi fastidio; l'orecchio dello spettatore durante e a fine proiezione non soffre di sovraccarico acustico, un rischio che sulla carta poteva sussistere. In mezzo a personaggi che mentono a ripetizione è il compositore a innescare il dubbio nello spettatore e creare il torbido a sua discrezione, altro chiaro segnale della buona intesa con il regista. Ma proprio perché tra le musiche di Lévy e le immagini di Ozon si è creata una stretta dipendenza, il difetto principale della partitura sembra essere la perdita della sua imprescindibile e principale funzione sul supporto discografico.

Spesso le migliori colonne sonore cinematografiche sono capaci di guadagnarsi in fretta l'autonomia dal grande schermo e in molti casi un rapido divorzio è inevitabile e conveniente (tanti film di serie minori godono dell'apporto di ottime partiture). Riguardo a Otto donne e un mistero, il sincero e intenso coinvolgimento delle musiche originali nella vicenda messa in scena certo non le sminuisce: per apprezzare al meglio il nuovo lavoro di Krishna Lévy, autore già premiato con il Mozart du 7ème Art 2001 Prix Gras Savoie per le musiche di Ali Zaoua, prince de la rue, si consiglia dunque la visione (magari) ripetuta dell'ultimo capitolo della già ricca filmografia di François Ozon. Chi invece ha amato soprattutto le canzoni a cui hanno dato voce le attrici, può tranquillamente valutare l'acquisto della colonna sonora.

 


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