Coco avant Chanel PDF 
Valentina Rossetto   

Coco avant Chanel arriva nelle sale in un momento di rinnovato interesse per la figura della più famosa stilista francese. Basta entrare in una qualsiasi grande libreria per trovare almeno 4 biografie che raccontano la sua vita, è da poco stata realizzata una fiction televisiva su di lei (in cui Coco è interpretata da giovane da Barbara Bobulova e da vecchia da  Sheirley MacLaine) e, oltre al film di Anne Fontaine, uscirà Coco Chanel & Igor Stravinsky di Jan Kounen che ha chiuso il festival di Cannes 2009. La vita di Chanel è stata caratterizzata da così tanti avvenimenti, da così numerosi e importanti incontri nel campo dell’arte, della musica e della cultura che i punti di vista da cui può essere raccontata sono molteplici. Nella fiction diretta da Christian Duguay viene mostrata l'intera vita di Chanel, mentre nel film di Kounen essa è già un'affermata stilista che ospita a casa sua Stravinsky e la famiglia in fuga dalla rivoluzione bolscevica. Anne Fontaine decide invece di occuparsi del periodo che precede la fama perché, anche se sono gli anni meno amati da Chanel, quelli di cui non le piaceva parlare e sui quali si inventava ogni genere di bugie, sono anche gli anni in cui la sua carica eversiva traspare in maniera più forte ed evidente. La regista ha dichiarato in una recente intervista che il film “si concentra sulla giovinezza di Gabrielle Chanel e non su un marchio”, e trattandosi di un personaggio molto moderno era per lei fondamentale farne vedere la genesi.

I primi anni della vita di Gabrielle Chanel sono segnati da un’infanzia trascorsa in orfanotrofio con la sorella Julie dopo la morte della madre e l’abbandono da parte del padre, dal lavoro come sarta e dai tentativi di affrancarsi da una condizione sociale penalizzante e senza prospettive. Anne Fontaine racconta la vita di Coco mettendola continuamente in rapporto con la realtà sociale e culturale che la circonda, un rapporto spesso conflittuale, soprattutto per quanto riguarda il ruolo che le viene imposto come donna. I primi anni del Novecento fino alla prima guerra mondiale vedranno una radicale trasformazione del ruolo della donna nella società, Chanel avverte prima di altri questi cambiamenti e in futuro, con la sua opera di stilista, ne sarà una delle protagoniste. Audrey Tautou, che interpreta Coco, descrive Chanel come una donna che “voleva la libertà nei suoi vestiti, la libertà di movimento, quella di respirare, ed è così che è riuscita a creare abiti completamente diversi e comodi che potevano permettere alle donne di camminare, fare sport, correre, andare a cavallo proprio come facevano gli uomini all’epoca. È per questo motivo che è diventata una icona mondiale, una femminista prima del tempo”.

L'ambiente sociale e culturale in cui si muovono i personaggi di Coco avant Chanel è stato ricostruito fedelmente dalla Fontaine, che per la prima volta nella sua carriera si confronta con un film in costume. Uno degli aspetti più interessanti del film è come i conflitti tra due diverse idee della donna e del suo ruolo sociale siano espressi, e non poteva essere altrimenti, attraverso gli abiti. Le taglienti osservazioni di Coco hanno come bersaglio i vestiti delle signore dell'alta società, sempre troppo ricchi, troppo elaborati, troppo carichi di accessori. Sembrano usciti da un museo, hanno un'aria poco vissuta, e danno a chi li indossa un aspetto fuori dal tempo, come se fossero stati presi da un quadro di metà Ottocento e portati in un'epoca che non è la loro. Una sensazione accentuata dal fatto che le donne che li indossano non si muovono, le vediamo sempre in pose statiche sedute su un divano a un tavolo o su una carrozza, il massimo che possono fare con i loro abiti è ballare. In questo modo la Fontaine ci fa capire quanto lontane dalla realtà siano queste donne e quanto poco attivamente vivano la loro vita. La regista ci mette nella stessa condizione di Coco mostrandoci chiaramente perché una donna dinamica attiva e curiosa come lei non potesse che essere contraria a quel modo di vestire e, in senso più ampio, di vivere. Quando Coco si cuce dei vestiti li realizza a partire da capi maschili o si ispira a quelli che vede addosso alle persone che lavorano, come la maglia a righe dei pescatori che ha incontrato sulla spiaggia. La donna che vuole essere Chanel lavora per mantenersi e per raggiungere uno status sociale elevato, quindi non può vestirsi come una ricca dama dell’Ottocento. Presto le sue esigenze saranno quelle di un’intera generazione di donne.

La regia di Anne Fontane ruota tutto intorno a Chanel e alla fedele messa in scena dei momenti più importanti della sua vita. Nel film non succede nulla senza la presenza di Coco, non c’è situazione che non la veda osservatrice o in primo piano, il suo personale punto di vista è sempre presente. Grazie all’interpretazione di Audrey Tautou, il personaggio acquista una forte credibilità sia per la grande somiglianza con Coco sia per la sua capacità di rappresentarne la personalità complessa sospesa tra determinazione e fragilità. Il risultato è un’accurata e lineare ricostruzione della vita della grande stilista, delle persone che ha incontrato, degli ambienti e delle situazioni in cui si è mossa, che a volte è fin troppo fredda e distaccata. La Fontaine abbandona la linearità della narrazione solo nella sequenza finale, la più bella del film. Dopo aver sofferto per la morte in un incidente stradale di Boy, ricco uomo d’affari inglese di cui era innamorata, Chanel si dedica sempre di più al suo lavoro. Nell’ultima sequenza la vediamo impegnata nella preparazione della sua prima sfilata, ma i vestiti indossati dalle modelle (tutti originali provenienti dalla collezione storica di Chanel) non appartengono alla stessa epoca. Seduta sulla scala del suo atelier, circondata da una parete di specchi, quella che Coco vede passare davanti a lei è il presente e il futuro della sua opera come stilista, l’intera storia delle sue creazioni. Per questa ragione Anne Fontane definisce la sequenza “onirica” e sembra volerci dire che fino a quel momento nel film abbiamo visto Coco e il percorso personale che l’ha portata a diventare Chanel, quello che viene dopo sono le sue creazioni fuori del tempo e dello spazio della sua epoca.

TITOLO ORIGINALE: Coco avant Chanel; REGIA: Anne Fontaine; SCENEGGIATURA: Anne Fontaine, Camille Fontaine, Christopher Hampton; FOTOGRAFIA: Christophe Beaucarne; MUSICA: Alexandre Desplat; PRODUZIONE: Francia; ANNO: 2009; DURATA: 105 min.

 


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