Il cinema brucia e illumina. Intorno a Fellini e altri rari PDF 
Paolo Fossati   

Appena prima di scomparire, il poeta Andrea Zanzotto ha festeggiato il suo novantesimo compleanno. Gli eventi hanno voluto che la dipartita dell’autore, lo scorso ottobre, si sia svolta in dissolvenza incrociata con l’uscita del suo ultimo libro, Il cinema brucia e illumina, che raccoglie articoli e testi sul cinema talora dispersi o inediti. Ironico quindi ritrovarsi a pensare che qualcuno, scorgendo l’opera sugli scaffali di una libreria, possa immaginarsi un instant book. Nel titolo si ha già la summa di un pensiero: la potenza e il potere del cinema, la rarità dei grandi maestri e l’omaggio al supremo rappresentante di un universo culturale.

Di un autore come Zanzotto si può dire che abbia attraversato il secolo breve, posando il proprio sguardo sulla realtà sia come osservatore, sia come protagonista degli eventi della cultura italiana. Nella sua attività saggistica riflette sul cinema con uno stile elegante e sobrio, che rende onore alla complessità della materia affrontata attraverso frammenti poetici mimetizzati nella prosa. Un saggio introduttivo del curatore dell’opera Luciano De Giusti contestualizza i contributi cinematografici di Zanzotto e la sua attitudine a far confluire suggestioni legate alla cultura dell’immagine nelle proprie poesie, mentre la preziosa conversazione sul cinema con il poeta che chiude l’opera si rivela una mappa per esplorare il corpus di testi con il piacere di rendere merito a uno degli intellettuali italiani più brillanti del Novecento. Di grande interesse sono i ricordi spettatoriali del poeta, che frequentava da bambino le sale del cinema muto ed è stato testimone di tante innovazioni, tendenze e stili. Fino a vivere l’esperienza di frequentare Cinecittà e descrivere in versi l’industria cinematografica. Osservare lucidamente la macchina del cinema da vicino e meditare sul suo impatto culturale non impedì al poeta di restare tale, tanto da affidare spesso le sue analisi critiche alla metrica poetica.

Molti sono gli scritti dedicati a Federico Fellini, con il quale Zanzotto collaborò e che definisce artefice e interprete della sensibilità di un’epoca. L’opera del regista "tocca tutti i sottofondi del vissuto individuale e collettivo dei recenti decenni, nei suoi aspetti antropologici, psicologici, etici, fantastici e realistici". Di più, lo definisce sciamano, in quanto osserva che "il secondo Novecento non è mai stato veramente tranquillo e Fellini è stato uno dei personaggi capaci di captarlo, uno dei maghi come in un certo senso è proprio il caso di chiamarli: col suo sciamanesimo misterioso coglieva nel profondo, pur correggendolo poi sempre con la sua vena umoristica, anzi vignettistica". E l’affinità elettiva tra Zanzotto e Fellini si coglie oggi mettendo in relazione due opere coeve, del 1986: la poesia Charlot e Gigetto (dedicata dal poeta a Charlie Chaplin per rendere onore anche a tutti i sosia della grande icona) con Ginger e Fred, film con il quale il regista critica duramente la nuova Italia ipnotizzata dalla televisione, omaggiando gli artisti di un tempo che fu. Di Pasolini, che chiama "maestro mirabile", il poeta Zanzotto afferma che oggi è presente soprattutto con la sua assenza (quella che porta tutti continuamente a chiedersi cosa direbbe della contemporaneità, date le sue lucide analisi sociali che rendono i suoi testi e le sue interviste un oracolo). Fu, "suo malgrado, l’ultima incarnazione del poeta che si fa portavoce e portacroce di tutta una società".

Poeta tra poeti, Zanzotto amava interrogarsi su quel lato della natura umana che tende a porsi quesiti e a cercare le motivazioni sublimi della vita. I poeti hanno l'abitudine inconscia di scrivere allineando parole che evocano un senso di grazia. Frasi capaci di riempire i silenzi interiori. Risposte a domande che aleggiano nell'aria, volteggiando in attesa di chi sappia coglierne l'urgenza. I poeti lavorano tutta la vita alla tessitura di un immaginario paracadute di parole, che renda meno dolorosa la loro assenza per chi resta, quando in solitaria si ritroverà ad analizzare i voli pindarici degli artisti, o la realtà stessa e la propria vita.

TITOLO: Il cinema brucia e illumina. Intorno a Fellini e altri rari; AUTORE: Andrea Zanzotto (a cura di Luciano De Giusti); EDITORE: Marsilio (Collana Biblioteca); ANNO: 2011; PAGINE: 180; PREZZO: 18€

 


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