Nel 1977 James Monaco scrisse How to read a film.
Col passare degli anni, il progressivo evolversi della storia del cinema e dei media lo ha spinto a periodiche revisioni. Per la prima volta sbarca in Italia la sua ennesima edizione. Un intero capitolo dedicato ai multimedia è stato aggiunto, segno del progredire della tecnica e dei mezzi di comunicazione.
Due terzi del libro sono dedicati al cinema. Si va dall'analisi del cinema come forma d'arte, alla descrizione della tecnologia che supporta il mezzo cinematografico, sino ai segni e alla sintassi, per finire con una scorsata storica e teorica. L'ultima parte è dedicata ai media (radio, dischi, televisione, video) e ai multimedia (sostanzialmente il digitale). Chiude una sezione dedicata alla cronologia relativa agli argomenti trattati. Le ultimissime pagine analizzano la cronistoria esclusivamente italiana.
Scritto in maniera sciolta, divulgativa, l'opera sa essere tecnica quanto basta per svelare alcuni piccoli misteri che si celano dietro il prodotto confezionato. Saranno soddisfatte le curiosità di chi vuole capire in cosa consistano la pellicola, gli obiettivi, i CD etc. La parte più affascinante risulta essere quella dedicata proprio alla tecnologia che affianca l'evoluzione dell'arte cinematografica, ma anche la rapida analisi del pensiero che si cela dietro il cinema stesso rinfresca la memoria e stimola a vedere il film non solo come mezzo di entertainment ma come veicolo di pensiero e oggetto degno di analisi semiotica.
Nell'edizione italiana – concordemente con Monaco – alcune parti relative alla storia della TV statunitense sono state decurtate. Tuttavia molti sono i riferimenti alla televisione a stelle e strisce, non fosse altro che per la sua nascita, punto di riferimento per tutti gli altri Stati.
Le prime 420 pagine, quelle dedicate al cinema, sono corredate da molte foto e da commenti – relativi alle foto – assai precisi, che rendono la lettura ancora più gradevole.
Un libro che, senza andare troppo in profondità (benché in 600 pagine di cose se ne dicano molte), fornisce svariate indicazioni e non annoia quasi mai. Meglio, comunque, la parte sul cinema.
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