La strada 181 è il percorso seguito dai due cineasti Eyal Sivan e Michel Kleifi, il primo israeliano il secondo palestinese, lungo i confini stabiliti nel 1947 dalla risoluzione 181 dell'ONU, che prevedeva la divisione della Palestina in due stati, uno israeliano e l'altro palestinese. Il viaggio intrapreso si svolge da Sud a Nord percorrendo una frontiera che in pratica non è mai esistita e che è all'origine di quella guerra che ancora oggi strazia palestinesi e israeliani.
Il fatto che i due autori viaggino insieme per realizzare un progetto comune lungo il confine nazionale stabilito convenzionalmente testimonia una presa di posizione forte: è la dimostrazione della pregiudiziale erroneità in cui incorre una soluzione che prevede, per citare una espressione spesso ripetuta dallo stesso Sivan, il divorzio prima del matrimonio. Un viaggio in una terra dilaniata dall'odio e dalla violenza per dar voce, e quindi libertà e dignità, a chi questa voce non ce l'ha: la gente comune incontrata casualmente su questa strada che non esiste.
Un documentario dunque che offre uno sguardo comune a partire da due visioni complementari. I due registi si alternano e si confondono nell'atto del domandare, nella volontà di interrogare il presente per ricostruire un passato che ormai appartiene al rimosso: alle attese rispettose del silenzio di Kleifi, capace di registrare la risposta con l'umiltà di chi è testimone della realtà umana, si accosta l'atteggiamento maieutico di Sivan, che in più di un'occasione interviene per informare, far ragionare, far riflettere chi fra i suoi interlocutori giustifica le proprie posizioni ripetendo pedissequamente il mantra sionista.
Le realtà che i racconti di questi uomini, donne, giovani e vecchi ricostruiscono vanno a disegnare un panorama sociale ed emotivo infinitamente complesso: ciascuno ha le sue ragioni, la sua verità, i suoi lutti, la sua memoria e queste storie nell'unitarietà del film perdono la loro componente di narrazione nazionale per diventare un racconto della Terra di Palestina. All'umanità e alla spontaneità di queste testimonianze orali che parlano di esperienze, ricordi, convinzioni, condizioni si contrappongono in un contrappunto sinestetico spontaneo le scritte sui muri, i cartelli stradali, che con slogan e indicazioni lapidarie di separazione, geografica o etnica che sia, rappresentano la parte disumana di questo conflitto. Prive di volto e di tono di voce segnano e sfregiano il territorio. Non raccontano, non spiegano; meglio, non si spiegano, tracce spersonalizzate di un odio codardo, di un odio senza nome.
Volume di 47 pag. (contenente due interviste ai registi completate dalla loro filmografia completa e da quattro poesie di prossima pubblicazione dell'autore palestinese Mahmoud Darwish) + 4 DVD: Il Sud; Il Centro; Il Nord; Extra (Introduzione, Scene inedite, I luoghi visitati, Risoluzione 181 dell'ONU, Cartografia, Gli autori, Elenco tecnico, Siti internet)
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