Un ritratto di una delle coppie più interessanti del cinema americano contemporaneo: Joel ed Ethan Coen, rispettivamente regista e sceneggiatore, oppure, intercambiabilmente, registi, sceneggiatori, produttori (e anche montatori, se si accetta l'ipotesi del simpatico mistero sull'identità di Roderick Jaynes proposta nel libro). Due personaggi shakespeariani, un po' come Rosencrantz e Guildenstern, rivisti però osmoticamente da Tom Stoppard, senza cioè la verve tragica del bardo di Stratford.
Roland Bergan, biografo esperto, segue i Coen per un certo periodo di tempo, li osserva e li descrive. Non è detto che li capisca, però. Schivi (per evitare un biografia su di loro proposero a Bergan di riprendere la sua precedente opera su Stan Laurel ed Oliver Hardy e ristamparla sostituendone i nomi con Joel ed Ethan), irrimediabilmente bugiardi, insistentemente divertiti nel loro operato, i Coen vengono presentati come due teste perfettamente in linea, strettamente connesse, sempre in sintonia su quello che è il lavoro realizzativo finito, già progettato in modo dettagliato in sede di sceneggiatura. Da Blood Simple – Sangue facile (1984) a L'uomo che non c'era (2001), solo sfiorato, a dire il vero, perché uscito dopo che il libro era già stato ultimato, si delinea un ritratto dei singolari fratelli fatto di metabolizzazione di gran parte del cinema precedente (quanto Hitchcock, Capra, Heisler, Wilder, Preston Sturges è presente?), di letture attente e diversificate (Chandler, Hammett, Omero ecc.) sparse a piene mani in pellicole squillanti, apparentemente indisciplinate, energetiche ed eccentriche (si pensi alle prospettive allungate e stranianti di Arizona Junior di contro alla cura quasi calligrafica delle immagini di Fratello dove sei?).
Un profilo accurato, quasi sempre attento (anche Bergan cade ad un certo punto nel tranello dei Coen, spacciando per vera una creazione a tavolino dei due fratelli), spesso divertente. Un viaggio in una filmografia mai banale, con precise testimonianze di un modo non solo di intendere il cinema ma anche la vita stessa.
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