Le emozioni di Fernanda Pivano PDF 
Paolo Fossati   

Nell’estate 2009, poco prima della scomparsa di Fernanda Pivano, è uscito nelle librerie italiane un piccolo cofanetto edito da Fandango, contenente un documentario (Fernanda Pivano - A farewell to beat, girato nel 2001 da Luca Facchini) e un libro (Un po’ di emozioni scritto più recentemente dalla Pivano). Tracce di un viaggio. Un ritorno negli Stati Uniti, quell’America che Fernanda Pivano ha concorso a delineare nell’immaginario collettivo traducendone i sogni e i sentimenti intimi.

L’opera commuove fin dal titolo, che evoca un saluto definitivo al beat, segnando l’ennesimo e infine ultimo atto di un preannunciato e doloroso distacco da quel mondo di fermenti culturali, attraversato da voci di poeti, che la traduttrice e scrittrice ha avuto il merito di far conoscere nel nostro paese. Un addio lento e sincopato, iniziato forse con la morte di Hemingway e perfezionatosi, con il passare degli anni, ad ogni dipartita di un protagonista della cultura beat. Un lungo duello contro il tempo, affrontato con la consapevolezza della caducità dell’essere umano. Fronteggiando il destino con fiducia nella parola letteraria, che, sopravvivendo a chi l’ha proferita, consente nuove e infinite sfide. Sarebbe però un grave errore, e si farebbe un torto alla poesia stessa, se si considerasse quest’opera solo un omaggio al passato, riducendo il viaggio ad un’operazione commemorativa. Il diario dell’esperienza americana è un piccolo libro sul ritorno, un vero e proprio nostos, al quale Fernanda affida parole di speranza, non solo elogi a un tempo che fu. Un po’ di emozioni è un inno a un passato glorioso, carico di orgoglio e di riflessioni su una vita trascorsa tentando di convivere con emozioni talmente dirompenti da essere definite dall’autrice “quasi insopportabili”. E facendosi carico dell’arduo, ma meraviglioso compito di trasmetterle al prossimo, nonché della responsabilità del tentativo di avvicinarle all’eternità.

Fernanda Pivano è stata testimone oculare del Novecento. Oltre che in prima persona, sulla propria pelle, ha vissuto gli snodi centrali della storia contemporanea anche indagandone i significati profondi all’interno dei testi di alcuni tra gli autori più rappresentativi dello scenario culturale internazionale. Quest’appartenenza al secolo breve, questo suo esserne immersa ed intenta a scandagliarne i fondali, senza ignorarne le tensioni superficiali, è ben descritta dall’opera “bifronte” edita da Domenico Procacci, che ha chiesto all’autrice di confessare alcune delle emozioni private vissute nel corso di una vita avventurosa e corsara. Il libro che ne è recentemente scaturito è un prezioso scrigno contenente frammenti di sensazioni provate durante un’intera esistenza, che la Pivano stessa riscopre attraverso il viaggio del 2001 e ricompone metabolizzando per circa otto anni quell’ultimo pellegrinaggio nei luoghi del proprio passato. Cinema e letteratura lavorano in sinergia, documentando e descrivendo la (ri)nascita di un’emozione. La settima arte, archivio endemico del ventesimo secolo, si mette in A farewell to beat al servizio della mente che ha saputo difendere una nuova idea novecentesca di impegno letterario, che è stata perno e talvolta musa di un vero rinnovamento.  Una rigenerazione ottenuta marciando senza sosta, osservando il mutare dei panorami con il passare dei decenni. Partendo da Edgar Lee Masters, Hemingway, Fitzgerald e Faulkner, immergendosi nel beat di Kerouac, Ginsberg, Corso e Ferlinghetti, fino ad arrivare a Breat Easton Ellis e Jay McInerney. Senza dimenticare di donare uno sguardo appassionato all’Italia di Fabrizio De Andrè e dei cantautori contemporanei.

Fernanda racconta nel libro di non amare gli asettici Memorial costruiti per onorare i letterati, con le statue in bronzo, i souvenir e i turisti che fotografano. Ricerca, invece, la memoria nei luoghi che furono scenario degli eventi. Sente aleggiare lo spirito dei poeti e sa cogliere elementi elegiaci fin nei piccoli eventi dei quali è testimone, come la visione del coyote “elegante” che per due giorni di seguito attraversa il cimitero dove riposa Ernest Hemingway, incurante sia della troupe del documentario diretta da Facchini, sia della commossa visitatrice italiana, che annota nel suo diario di viaggio: “quando l’indomani, nel primo buio di uno stesso crepuscolo, lo stesso coyote (“My sweet dear coyote” diceva Hemingway) aveva di nuovo scavalcato il reticolo ed era ritornato a fare il giro della tomba, con un tonfo al cuore avevo pensato che forse in quel coyote si era rifugiata l’anima di Hemingway, la dignità silenziosa, l’integrità irriducibile, la disperazione segreta che facevano di lui un inerme eroe moderno”.

TITOLO: Un po’ di emozioni + A farewell to beat; AUTORI: Fernanda Pivano e Luca Facchini; EDITORE: Fandango; ANNO: 2000-2002; PAGINE: 129; DURATA DOC.: 68 min.; PREZZO: 20,00 €

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.