XXY PDF 
federico   
di Umberto Ledda
Sulla carta XXY era una sfida difficile. La storia di Alex, quindicenne ermafrodita alla scoperta della sessualità, della sua confusa famiglia e del microcosmo che gira loro intorno in uno sperduto villaggio di pescatori dell'Uruguay, portava con sé temi pericolosi e niente affatto semplici: da una parte il rischio della banalità, della retorica e della semplificazione, dall'altro le insidie della spettacolarizzazione morbosa, della sensazione, del colpo allo stomaco. Infine, un terzo rischio, meno dannoso ma altrettanto inficiante: il simbolismo, le elucubrazioni mitopoietiche sull'ermafroditismo, il tema del doppio. Se XXY non è esente da qualche scampolo intellettualista (soprattutto nella primissima parte), evita con cura e talento le altre insidie. Non è quindi la storia - abusata ormai dall'estetica del buonismo e del politically correct - di un uomo che si sente donna o di una donna che si sente uomo (o, nell'accezione codificata, una donna in un corpo da uomo, con tutti i parallelismi crisalidei e metamorfici). E mancano, per fortuna, i pietismi ipocriti di chi mostra la diversità implorando comprensione, ma cercando nello stesso tempo l'inquadratura più spettacolare per mostrarla. XXY è invece un'opera densamente umanista, e in quanto tale profondamente etica.
Si tratta sostanzialmente di un film sul caos dell'identità e sulla complessità irriducibile dell'essere umano: l'ermafroditismo di Alex lascia da parte le implicazioni biologiche e si fa compresenza disordinata, paritaria e belligerante, drammatica e viscerale. XXY racconta di una chiara quanto irrimediabile contraddizione vitale (una contraddizione contagiosa, che si espande attraverso il nucleo familiare e i rapporti affettivi), del tutto irrisolvibile: nel finale, Alex rifiuta l'operazione e accetta la sua doppiezza, e il suo non prendere decisione è segno non di resa ma di consapevolezza. Alex non sceglie la sua locazione sessuale, decide con forza in favore della propria ambiguità, gettando nello sgomento lo spettatore incapace di identificarsi razionalmente con un personaggio che, d'altro canto, non può che affascinarlo. C'è un elemento quasi filosofico in questo: è difficile non vedere in XXY la rappresentazione di un microcosmo sociale incapace di gestire la dissoluzione dei ruoli e degli incasellamenti tradizionali, incapace di razionalizzare la propria complessità latente e quindi di comprendere se stesso. Alex è un grimaldello che scoperchia una sensibilità immatura nei confronti, più ancora che degli esseri umani, dell'esistente. Per la piccola comunità di pescatori, la sua presenza aggressiva e incontrollata è una rivolta, una piccola apocalisse: la sua vitalistica esplosione ormonale, unita ad un disperato e ferino rifiuto della catalogazione sessuale, rivelano la sclerotizzazione di una civiltà che ha provato ad imbrigliare l'esistente in un significato univoco, dominato dall'incasellamento del senso, della definizione, della semplificazione. E l'incontro con lei segna anche l'inizio della presa di coscienza di Alvaro, ragazzo dalla sessualità estremamente sfumata e confusa, che proprio attraverso un rapporto con Alex comprenderà per la prima volta la sua probabile omosessualità. Alex è per molti sensi una figura epifanica (positiva per la mentalità fertile e elastica di Alvaro, annichilente per la rigida percezione sociale), lo scatto d'orgoglio di un universo che rivendica la propria inafferrabilità, la propria non riconducibilità al modulo che le è stato affidato.
Più tradizionale è invece la rappresentazione del rifiuto sociale di Alex, le violenze psicologiche e fisiche subite da una comunità chiusa nel suo mondo e per nulla pronta ad accettare ciò che le sfugge. Tradizionale, ma non meno matura nello sviluppo di questa diffidenza atavica e ottusa: il timore che Alex suscita nel prossimo si estende fin dentro la sua stessa famiglia, con il disperato tentativo della madre di normalizzare la figlia anche ricorrendo alla chirurgia. Da questo punto di vista, e coerentemente con l'impianto tematico, la diversità di Alex è risolta in modo opposto alle convenzioni di questo genere di film. A fronte di una pletora di pellicole dove la soluzione del conflitto avviene con il reinserimento in società, attraverso solitamente una forma di compromesso attraverso cui il diverso si fa ad essa compatibile (la società non accoglie mai realmente chi è realmente diverso), in XXY la Puenzo ha il coraggio di una soluzione meno conciliante: Alex accetta se stessa/o come ermafrodito, risolvendo quindi il conflitto strutturante del film, senza per questo fare alcun passo nei confronti della società, che prevedibilmente continuerà a considerarla/o alla stregua di un'anomalia inquietante.
Soluzione ottimista e dolorosa, complessa, che chiude una pellicola che sotto una apparente semplicità nasconde un viaggio piuttosto originale nelle profondità della coscienza, coagulandosi in un tributo alla libertà e alla sostanziale anarchia dell'universo.
XXY
(Argentina, 2007)
Regia
Lucía Puenzo
Sceneggiatura
Lucía Puenzo
Montaggio
Alex Zito, Hugo Primero
Fotografia
Christian Marohl
Musica
Andrés Goldstein, Daniel Tarrab
Durata
90 min
 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.