Affidarsi ad agenzie matrimoniali al fine di trovare la compagna o il compagno ideale è un'usanza che ultimamente sta prendendo piede. Ma bisogna prestare attenzione perché ciò che può apparire un frizzante incipit esotico per il rapporto di coppia si può prontamente trasformare in un incubo. Omettendo i tanto numerosi quanto inutili thriller che prendono le mosse dalle inserzioni personali sui giornali specializzati, già Luigi Zampa aveva avvertito i suoi spettatori in Bello onesto emigrato in Australia sposerebbe compaesana illibata (1971), narrando le tragicomiche peripezie del solito Alberto Sordi alle prese con un'inaspettata Claudia Cardinale, smarriti all'interno del subcontinente australiano.
Casualità della sorte, proprio in quest'ultimo sono stati girati la maggior parte degli interni Birthday girl, la nuova opera del regista sceneggiatore Jez Butterworth (conosciuto in Italia per Soho, sua primo lavoro del 1998), la cui sinossi si avvicina in maniera indiscutibile e imbarazzante a quella ideata da Zampa.
Questa volta però il malcapitato è un timido, e in parte torbido, impiegato di banca del Regno Unito. La sua introversione è assecondata proprio da un ambiente volto a straniare piuttosto che incentivare e, di conseguenza, la sua solitudine è ormai un dato consolidato per se stesso, per i colleghi e per vicini di casa. La vita di John Buckingham è talmente monotona e piatta che neanche la peggiore delle disgrazie sembra poterla cambiare. Eppure all'interno di quel minuto operatore bancario una piccola fiammella d'amor proprio e ribellione brucia ancora, e sarà forse questa a spingerlo a "selezionare" una moglie di origine russa trovata via internet. La sua scelta cadrà su Nadia (Nicole Kidman), probabilmente la peggiore delle disgrazie.
Jez Butterworth mette in scena, con scelte registiche compassate e prive di sbavature, un'ottima commedia dotata di grande ritmo e di un certo umorismo. Questo però neutralizza la critica iniziale che il regista volge alla middle class britannica, interpretata da un mono-espressivo Ben Chaplin; anzi si avverte una forte discrepanza tra il prologo, intento a scoprire la personalità del personaggio principale e del microcosmo in cui è inserito, e il seguito della storia che si abbandona troppo spesso all'action movie. Il cammino di formazione-liberazione dell'impiegato di banca è seguito senza puntare l'attenzione ai momenti cardinali del suo cambiamento.
Alla riuscita di questa pellicola concorre in ogni caso la brillante interpretazione degli attori. Il cast, infatti, a parte Chaplin e Kidman, vanta anche la presenza di Vincent Cassel e Mathieu Kassovitz nei panni dei violenti russi, parenti della bella Nadia. Un coacervo abbastanza singolare se si pensa che la Kidman, anglòfona, ha dovuto imparare molte battute in russo, mentre i due francesi non solo si sono dovuti confrontare con la lingua straniera, ma anche con quella inglese, accentata da perfetti moscoviti in vacanza. Il risultato, chiaramente reso inane dall'ostinata traduzione realizzata per gli schermi italiani, è stato senza dubbio interessante.
Birthday girl è pertanto un prodotto confezionato seguendo le regole della maniera (inappuntabili chiaramente la fotografia, i costumi, la scenografia e il montaggio), che garantisce per i canonici 90 minuti un vero e proprio intrattenimento.
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