Ultimatum alla Terra PDF 
Pietro Salvatori   

Se una pellicola come Ultimatum alla Terra la si vuole analizzare secondo i paradigmi dell’analisi critica, ne uscirà nettamente con le ossa rotte. Il guaio, però, è che anche a fronte di una lettura più disimpegnata, più attenta alla narratività del costrutto cinematografico, il film fatica a trovare aspetti che ne possano rendere valida la visione. Una sfera, elemento ricorrente in tanta parte di cinematografia fantascientifica, protagonista epigrafica di un romanzo di Chricton poi trasposto su grande schermo, atterra nel bel mezzo di Washington, location che si sostituisce alla più gettonata New York e che si segnala come unica, vera, innovazione di una trama che pesca a piene mani nel luogo comune. Militari con fucili spianati, polizia, aviazione, il comitato di accoglienza è di quello dei classici action-movie muscolari. Così come dal repertorio classico del genere nel mucchio urlante si distingue la bella scienziata pronta a salvare con il suo buon senso l’umanità, l’unica che riesce sin da subito a stabilire un rapporto con l’alieno che ha assunto sembianze umane, quelle di Keanu Reeves, giunto sulla terra con il compito di distruggerla. Convincerlo che l’umanità si merita una seconda possibilità sarà l'unico modo per salvare il pianeta.

Ci si perdoni la malcelata ironia, ma proprio non si può fare a meno di trattare con sarcasmo un girato che, in assenza di uno sguardo divertito, farebbe irritare non poco anche il meno smaliziato fra gli spettatori. Scott Derrickson, regista de L’esorcismo di Emily Rose, si assume l’incarico di dirigere su commissione il film apocalittico di Natale targato Fox, e lo fa senza lode e con una buona dose d’infamia, costruendo un contenitore vuoto, privo di spessore, senza nessuna capacità di catturare il pubblico. Una trama fin da subito banale, più che stereotipata, che non fa mezzo passo in più (o in meno) di quello che ti aspetteresti, adagiandosi talmente tanto sulle convenzioni narrative di quello che ormai, più che fantascientifico, si è caratterizzato come genere apocalittico, che non si sente in dovere di risolvere i più piccoli snodi narrativi che pone, configurandosi come una lunga serie di scene infilate l’una dietro l’altra senza soluzione di continuità. Si aggiunga che gli effetti speciali sono grossomodo l’unica cosa ripresa fedelmente dall’originale del 1951, e si avrà il quadro completo di quanto Ultimatum alla Terra sia un’operazione strumentale, nata senza quella verve e quel gusto nel mettere in piedi una storia che sono condizioni basilari affinchè un buon film di intrattenimento non cada nella temibile morsa della noia.

Se la pellicola del 1951 risultava così in qualche modo ingenua nel suo collocarsi utopisticamente nel bel mezzo dello scontro bipolare in atto in quegli anni, l’ecologismo pacchiano con venature scientologiste che segna indelebilmente il film di Derrickson si salva solo rispetto ad una morale finale che farebbe impallidire anche il più pedante dei libri per bambini. Ma davvero c’è bisogno di tutto questo per invogliare il pubblico ad andare al cinema, pur in tempi bui come questi?

TITOLO ORIGINALE: The Day the Earth Stood Still; REGIA: Scott Derrickson; SCENEGGIATURA: David Scarpa; FOTOGRAFIA: David Tattersall; MONTAGGIO: Wayne Wahrman; MUSICA: Tyler Bates; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2008; DURATA: 103 min.

 
 


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