TFF 29/L'illusion comique PDF 
Federica Masera   

L'illusione, già, quell'illusione che sta alla base del teatro fin dalle sue origini, quell'illusione cui lo spettatore si abbandona per seguire una storia capace di emozionarlo, colpirlo, incantarlo... All’interno nella sezione Festa Mobile del 29° Torino Film Festival, L’illusion comique è il nuovo lavoro da regista di Mathieu Amalric, dopo il film sul new burlesque, Tournèe, presentato sempre a Torino nel 2010. Libero adattamento in chiave moderna dell’omonima piece teatrale di Pierre Corneille, opera in cinque atti, messa in scena all’Hotel de Bourgogne nel 1636 e pubblicata nel 1639. Ecco l'illusione di Almaric e, prima, di Pierre Corneille: un palcoscenico che si fa macchina da presa che si rifà palcoscenico. Meta-arte, meta-cinema, meta-teatro per questa fantastica illusione di Almaric che reinventa l'opera di Corneille trasformandola in una surreale “fantasia” contemporanea.

“Credi solo in ciò che vedi”, scrive Pierre Corneille ne L'illusion comique. Questo potrebbe essere il motto di tutto il film, che rispetta quasi pedestremente le regole del teatro classico e dell’”illusione originale”: versi alessandrini, costruzione dei personaggi secondo canoni ben precisi, il prologo del primo atto, la tensione che cresce fino all’epilogo svelando allo spettatore, attraverso Pridamante (il personaggio che ne è incarnazione e specchio), la realtà della vicenda. Non ultima la macchina da presa che viene in qualche modo “sostituita” o affiancata dal circuito di videosorveglianza dell’hotel, luogo chiuso e unico spazio dell’azione, palcoscenico ideale e reale della commedia. Alcandre/Amalric (Hervé Pierre) è il nostro anfitrione, trasformato oggi in un concierge di un hotel e in investigatore privato assunto da Pridamante (Alain Lenglet) per trovare Clindor, l'amato figlio dall'animo ribelle (Corbery Loic) di cui non ha notizie da 10 anni. La grotta di Corneille ora è una sala di video-sorveglianza nelle viscere dell'albergo. Qui Alcandre/Amalric destruttura la realtà e costruisce la sua illusione. Attraverso i monitor assistiamo allo svolgersi della commedia, divenuta meta-teatro digitale, attraverso lo sguardo del disperato Pridamante. I video, sapientemente “montati” da Alcandre, narrano una commedia dentro la commedia. Vediamo il giovane Clindor nella veste di assistente di Matamore (Denis Podalydes), folle ideatore di un videogioco “sparatutto”. Conosciamo la splendida Isabelle (Suliane Brahim), che suo padre Geronte (Jean-Baptiste Malartre) vuole far sposare con Adraste (Adrien Gamba-Gontard). Ma Isabelle arde di passione solo per Clindor. E, come sa bene chi ama il teatro, la gelosia è un ottimo motivo per commettere un omicidio. Sarà l'algida Lyse (Julie Sicard), anche lei innamorata di Clindor, a rivelare ad Adraste dove i due innamorati si trovano. Sul terrazzo dell'albergo avviene lo scontro e a rimetterci è Adraste che cade sotto i colpi di Clindor.

Giù il sipario. Il quinto atto, nel racconto di Corneille, è la fine dell'amore tra Lyse e Clindor. Amanti fuggiti via dall'ira di Geronte, ora sono divisi. Lei gelosa dell'indifferenza di lui. È qui che Pridamante decide di intervenite per fermare il figlio bugiardo e traditore. Armato da Alcandre lo fredderà sulla pista della discoteca. Ma ciò che il delirante padre vede non è la realtà. Clindor è un promettente attore che ha deciso di far aprire gli occhi al padre, e allo spettatore, con l’epilogo che svela tutta la messa in scena, tutti i meta-linguaggi che danno vita all’opera o, meglio alle opere, perché tutto è sogno, illusione, il teatro così come il cinema.

TITOLO ORIGINALE: L’illusion comique; REGIA: Mathieu Amalric; SCENEGGIATURA: Mathieu Amalric; FOTOGRAFIA: Isabelle Razavet; MONTAGGIO: Annette Dutertre; MUSICA: Martin Wheeler; PRODUZIONE: Francia; ANNO: 2010; DURATA: 77 min.

 


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