Nei sobborghi di Melbourne, di notte, una ragazza prende un treno suburbano, gli auricolari nelle orecchie. Si accorge dei cadaveri che la circondano solo quando uno di essi si accascia davanti a lei. L’inizio di Noise ha tutti i presupposti per svilupparsi in un thriller angoscioso, eppure ben presto la storia ci introduce nella descrizione della varia umanità dei personaggi, descrivendo con grande sensibilità la casualità che può fare di un uomo un eroe o una vittima. Il poliziotto Graham McGahan deve sorvegliare l’area dove si è consumato un altro brutale omicidio, forse collegato alla prima strage. Gran parte del film è ambientato proprio nel caravan dove quest’uomo ironico e vulnerabile osserva e ascolta la realtà circostante e i personaggi che la popolano. “You are a good listener”, gli viene detto. Graham è afflitto da un disturbo uditivo, il tinnitus, che lo tormenta e lo angoscia, essendo un possibile sintomo di cancro latente. Noise allora è il rumore della malattia, delle vite che scorrono l’una accanto all’altra, dei sobborghi australiani, della morte improvvisa e senza senso. Ma in mezzo a questo rumore è importante saper ascoltare, saper mettere in gioco la propria umanità. Prendendo spunto da un fatto di cronaca, Matthew Saville sviluppa non tanto l’intreccio poliziesco, che pure cattura, quanto la personalità di un uomo, e la sua redenzione. Graham non è interessato al proprio lavoro, eppure il caso lo eleva a salvatore, anche se conserva totalmente le proprie umane debolezze. Non a caso il film è pieno di riferimenti cristologici. Il volto dell’identikit del killer ha le fattezze di Gesù Cristo, il caravan in cui alloggia con sua grande noia il poliziotto si trasforma ben presto in una sorta di confessionale, e la scena finale, a cui il film giunge con un vero e proprio climax di tensione e di coinvolgimento, si svolge durante la notte di Natale. Piange un bambino, ma non è il vero Gesù. Il “povero cristo” che compie il sacrificio, anche con suo grande e umano stupore, è Graham. Al pubblico del Torino Film Festival il regista, presente in sala al termine del film, ha spiegato che Noise ha come suggestione principale la reazione di una comunità di fronte a un fatto tragico e violento. Spesso il gruppo tende a compattarsi, e a trovare dei capri espiatori su cui riversare la propria paura e la propria frustrazione. Il protagonista nel film è come un occhio, anzi, un orecchio su tutto questo. Il lavoro compiuto sul suono dalla sound designer Emma Bortignon è straordinario, di grande impatto emotivo. Vi è una grande attenzione per come i suoni e le vibrazioni, oltre che le immagini, possano produrre emozioni violente, in un certo senso meno definibili e quasi più profonde di quelle prodotte dai colori, dai movimenti della macchina da presa, dall’interpretazione degli attori, che pure in questo film sono di alto livello. Ma il suono, anzi il rumore, è fondamentale. La memoria, l’inespresso, il silenzio, acquistano allora un valore ancora più profondo e prezioso, quasi che le persone, continuamente immerse in un panorama di rumore ossessivo, dimentichino di riflettere su sé stesse e di ascoltare chi incrocia la loro strada. Noise ha riscosso grande successo in Australia (nominato per la miglior regia, la miglior sceneggiatura e il miglior attore agli Australian Film Institute Awads) e al Sundance Film Festival, dove ha ricevuto una nomination per il Gran Premio della Giuria nel 2007. Matthew Saville ha realizzato molti telefilm di grande successo per la televisione australiana, come We Can Be Heroes e The Secret Life of Us. TITOLO ORIGINALE: Noise; REGIA: Matthew Saville; SCENEGGIATURA: Matthew Saville; FOTOGRAFIA: László Baranyai; MONTAGGIO: Geoff Hitchins; MUSICA: Bryony Marks; PRODUZIONE: Australia; ANNO: 2007; DURATA: 108 min.
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