Roots, bloody roots: le radici di John Hillcoat PDF 
Gianmarco Zanrè   

Il viaggio che porta al cuore della passione, e che spesso e volentieri sfocia in dramma, è una materia densa e pulsante che da sempre affascina il mondo del cinema. John Hillcoat, sfuggente autore dall'attività finora poco prolifica, pone le basi del suo viaggio sul grande schermo proprio con una pellicola che ha il suo punto focale nella passione vissuta, ricordata e dunque tornata a vivere: in un setting che riporta alla mente tutto il travaglio emotivo di Lezioni di piano, in cui la Natura diviene specchio dei cuori dei protagonisti, ad essere narrata è la storia di Jack, in bilico fra l’amore ossessivo per la defunta Rose e quello per Kate, che incarna ad un tempo il passato e il futuro.

Senza dubbio, prendendo visione con la coscienza del poi de La proposta e The Road, i semi della poetica del regista vengono sviscerati proprio nella giungla della Guinea di To Have and to Hold, che diviene così una sorta di fucina creativa e sentimentale dei temi che saranno poi ampliati e approfonditi nelle sue pellicole successive. Ripensando al rapporto quasi simbiotico di padre e figlio in The Road – per quanto questo sia tratto con strenua fedeltà dall’immenso lavoro di Cormac McCarthy –, è quasi naturale tornare con la mente alle immagini evocative di questo pur ancora acerbo lavoro del cineasta nativo del Queensland, attraverso le quali possono già scorgersi i drammi dei protagonisti riflessi nella tumultuosa natura che si stringe attorno a loro.

E il rapporto Rose/Kate, consumato anche grazie all’apporto di un’ottima Rachel Griffiths – forse più nota al pubblico italiano per le sue interpretazioni su piccolo schermo, da Six Feet Under a Brothers&Sisters –, diviene non solo simbolo del dramma umano di Jack, ma anche dell’uomo nel senso più universale del termine, alle prese con passioni che a stento (e raramente) riesce a controllare, finendo per soggiogare o ferire le persone che gli stanno attorno. Legato a doppio filo al concetto dei sentimenti umani è quello del rapporto con la Natura, crudele e calda come una relazione, impietosa come il peggiore (o il migliore) degli amori: la giungla della Guinea diventa funzionale alla narrazione per immagini almeno quanto i grandi paesaggi del western – e in questo senso funge da raccordo con il successivo La proposta, anch’esso segnato profondamente dall’utilizzo del paesaggio – o le desolate wastelands di The Road, parte integrante del romanzo così come della sua trasposizione. Una Natura che appare forte ed incisiva quanto un personaggio ribollente di vita, e ugualmente in grado di elargire amore e follia, calore e freddezza, salvezza e morte. Proprio Jack, nella sua contrapposizione con Rose/Kate, assume il duplice ruolo di protagonista e antagonista, assotigliando sempre più, ad ogni minuto di pellicola, il confine che separa una figura dall’altra: seguendo la tradizione ormai consolidata che sul grande schermo vede riportati i conflitti interiori dei suoi “eroi”, anche il dramma vissuto da Jack, e di riflesso dalle sue compagne di vita (e di morte), colpisce e coinvolge lo spettatore fondendosi con ogni aspetto, anche tecnico, del film: dalla fotografia all’ottima ed efficace colonna sonora.

Anche per John Hillcoat dunque, come spesso accade per i cineasti di talento, lo sguardo retroattivo sulle sue opere, per quanto difficili da decifrare, conduce inevitabilmente all’individuazione dei temi che verranno poi sviscerati nel corso della loro maturazione artistica, in un percorso volto a coglierne la parte più dirompente e libera da condizionamenti. Certamente To have and to hold non sarà una pellicola facile da affrontare, tanto forte è e resta il suo legame con il percorso fatto da Hillcoat in questi anni di attività dietro la macchina da presa, ma resta un punto di partenza di grandissima potenza per confrontarsi, proprio grazie all’opera, con se stessi. Un tratto, a ben guardare, distintivo non solo del lavoro di Hillcoat, ma anche di Nick Cave e McCarthy, suoi grandi ispiratori.

TITOLO ORIGINALE: To Have & to Hold; REGIA: John Hillcoat; SCENEGGIATURA: Gene Conkie, John Hillcoat; FOTOGRAFIA: Andrew de Groot; MONTAGGIO: Stewart Young; MUSICA: Blixa Bargeld, Nick Cave, Mick Harvey; PRODUZIONE: Australia; ANNO: 1996; DURATA: 99 min.

 


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