Frost/Nixon - Il duello PDF 
Filippo Magnifico   

Trasposizione cinematografica dell’omonimo dramma teatrale scritto da Peter Morgan, Frost/Nixon racconta evoluzione e concepimento dell’intervista che il presentatore britannico David Frost ha fatto a Richard Nixox nel 1977.Un lungo faccia a faccia televisivo che è riuscito a dare all’ex Presidente degli Stati Uniti quel processo che non aveva avuto, e che il popolo americano pretendeva. Oggi, visto anche l’andazzo, i picchi di ascolto di un duello mediatico come quello tenutosi alla fine degli anni '70 tra David Frost e Richard Nixon raggiungerebbero livelli stratosferici.

Certo ci sarebbe bisogno di facce nuove, ma provate ad immaginare un qualsiasi salotto da prima serata televisiva con nomi del calibro di Michele Santoro, Lucia Annunziata o (per par condicio) Bruno Vespa a tenere le redini di un pubblico processo in nome dell’auditel. A volerla proprio dire tutta non ci sarebbe neanche bisogno di un Berlusconi o di un Prodi a fare da antagonista, basterebbe l’ultimo scarto da reality a far impennare gli ascolti, purché venga messo alla gogna in nome del sensazionalismo. Così va il mondo, oggi più di allora, ed è anche per questo che un film come Frost/Nixon con tutta quella carica voyeuristica che lo contraddistingue risulta terribilmente attuale. Ma non di sola (auto)riflessione vive l’opera ultima di Ron Howard, visti anche i fatti di cronaca cui si ispira. Uno stralcio di storia estremamente doloroso per il popolo americano, che riguarda un uomo particolare e un particolare momento. Richard Nixon, la vergogna della Casa Bianca (e di tutto uno Stato). L’uomo dietro lo scandalo Watergate, unico Presidente (finora) ad essersi dimesso da questa carica. Nell’allestire lo scontro mediatico che nel 1977 ha tenuto incollati allo schermo milioni di americani Ron Howard – regista tra i più versatili dell’ultima generazione – è riuscito a ricreare atmosfere solenni che ricordano i vecchi duelli Western, onore e vanto di tutta una tradizione cinematografica a stelle e strisce, unendole ai ritmi di un incontro di boxe (della durata di quattro riprese). L’operazione è talmente vincente che, nonostante la dimensione verbale di ogni round, si riesce a percepire ogni singolo colpo, ogni caduta al tappeto, ogni conteggio dell’arbitro.

Frost/Nixon è un opera che stupisce proprio per questo, possiede un ritmo interno che riesce a coinvolgere nonostante la sua staticità. Merito anche dei due protagonisti, perfettamente calati nella parte.E’ soprattutto Frank Langella a stupire. Il suo Nixon è talmente “adorabile” che, alla stessa maniera del Bush/Brolin di Stone, si fa fatica a giudicarlo.

 


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