Vicky Cristina Barcelona PDF 
Marco Capriata   

La Spagna vista da un americano, o meglio immaginata dagli occhi di un turista con stereotipi culturali annessi e connessi quale odierna evoluzione di product placement, cui Allen pare essersi abilmente adeguato, dimostrando in questo film molta più abilità registica e narrativa di quanta non gli si voglia riconoscere. Molti spettatori amanti dell’Allen newyorkese da tempo ritengono che non sia più all’altezza del suo passato, che si sia perso dietro le grazie di giovani attrici di bellezza indiscutibile, ma dalle scarse capacità recitative, e che ormai abbia esaurito la sua vena creativa. Ma a loro si potrebbe obiettare che la sua discontinuità è stata presente anche in passato e che, invece, è solo ultimamente che ha dimostrato di saper aggiornare le proprie tematiche di fondo, sia in chiave drammatica sia in chiave comica. Si veda ad esempio la trilogia londinese - di cui due delle opere che la compongono, Match Point e Scoop, sono decisamente riuscite e pregevoli (al di là della “marchetta” produttiva) -, quale dimostrazione dell’intelligenza di un autore che ha saputo adattarsi al sistema produttivo per continuare a raccontare quello che sente più vicino alle proprie corde d’autore. E quest’ultimo film di matrice spagnola aggiorna, infatti, le sue riflessioni sull’amore e sulle dinamiche di coppia, fotografando alla perfezione le incertezze di cui siamo oggigiorno preda nel ricercare spasmodicamente qualcosa o qualcuno che possa stimolare il nostro interesse affettivo.

Vicky e Cristina sono due archetipi contemporanei, e al tempo stesso classici, dell’insoddisfazione strisciante che ci contraddistingue, della postmoderna inquietudine che ci rende individui più o meno tristi o affascinanti, comunque tormentati in amore e nella vita, anche quando, come Vicky, sembriamo sicuri delle nostre scelte, per poi scoprire che non vi sono certezze o che le stesse sono giganti dai piedi d’argilla come coloro che ci accompagnano, chiusi nei loro ferrei schemi mentali, e che Allen schernisce con pochi significativi tratti di pennello, arguendone la sterilità umana. L’autore si pone così la domanda retorica se la trasgressione sia la vera risposta alle nostre insoddisfazioni, lasciando infine lo spettatore con molti dubbi ed incertezze sul proprio stato interiore. Se all’inizio, infatti, le protagoniste ci vengono presentate da una voce fuori campo - corifeo indagatore dei loro stati d’animo - quali donne spinte da obiettivi divergenti e con visioni del mondo ben distinte, come denota formalmente lo split screen, nel finale, invece, sono accomunate da un piano sequenza che le vede complici e unite, seppur nelle loro differenze caratteriali, in un’infelicità di fondo che assume toni e sfumature di grigio, che contrastano con l’apparente calore e solarità del paese in cui hanno trascorso la loro tormentata estate. Allen sfrutta appieno i colori della Spagna e gli umori calienti di cui è intrisa, scegliendo un'ex coppia cinematografica e sentimentale quale Bardem-Cruz, che come un ciclone sconvolge le vite delle due americane, le cui premesse turbolente sono presagite dal viaggio in aereo sino ad Oviedo di Vicky, Cristina e José Antonio. La Cruz non ha difficoltà a rivestire un ruolo a lei congeniale, che non può non far pensare al suo mentore registico Pedro Almodovar, con tutte le conseguenze narrative che si possono dedurre e la sensualità di cui è foriera, dando luogo ad un triangolo apparentemente ideale per ogni uomo, in cui la bionda e la mora incarnano la classica dicotomia del femminino, e il triangolo viene a costituire l’unico equilibrio possibile per una coppia, incapace come particelle di materia ed antimateria di rimanere unita e appagata dalla propria passione.

L’arte diviene forse banalmente veicolo di conoscenza e di avvicinamento tra i vari componenti della liason, ma è un equilibrio temporaneo, una soluzione che non può sussistere all’infinito e che esclude Vicky, in quanto mera fruitrice e studiosa d’arte, come soggetto apparentemente più razionale e per questo distante dalle logiche dell’amore libero da vincoli sociali. Vicky è più semplicemente volta alla ricerca di un’ideale d’amore che sia frutto della passione per un uomo vitale e non comune come il proprio bidimensionale sposo, aspirazione che però si rivelerà fallace tanto da convincerla, infine, a ripiegare sulla banalità della propria routine matrimoniale. Cristina, invece, si scoprirà anch’essa dotata di un proprio talento artistico, che la aiuterà a cementare il proprio rapporto con José Antonio e Maria Elena, ma inevitabilmete sospinta dalla propria natura irrequieta si stancherà di questa relazione, forse perché destinata a divenire condizione frustra e bolsa, e tornerà ad essere ancora una volta infelice, insoddisfatta, turbata come tutti o quasi i protagonisti di questo girotondo d’amore, in cui l’ironia e la spensieratezza sorreggono abilmente tutta la vicenda, lasciando solo alla fine un senso di amarezza e di confusione tali da restituirci un'opera meno superficiale e vacua di quanto possa apparire ad una prima istanza.


TITOLO ORIGINALE: Vicky Cristina Barcelona; REGIA: Woody Allen; SCENEGGIATURA: Woody Allen; FOTOGRAFIA: Javier Aguirresarobe; MONTAGGIO: Alisa Lepselter; PRODUZIONE: USA, Spagna; ANNO: 2008; DURATA: 96 min.

 


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