Caos calmo PDF 
Eva Maria Ricciuti - http://unavitaquasinormaleanzi2.blogspot.com   

ImageSeduto su una panchina ai margini di un parco cittadino, di fronte alla finestra della classe della figlia, Pietro Paladini aspetta. Il mondo si muove attorno a lui e lui lo osserva. Familiarizza con i personaggi del luogo, crea una ritualità e un protocollo di comportamento tutto suo che lo straniano dalla realtà e lo isolano nell’attesa del suono della campanella che annuncia l’uscita da scuola della figlia. Solo allora inizia a muoversi in quella che è una parvenza di vita fino a notte, fino al bacio della buona notte. Per poi ricominciare il giorno successivo, e ancora quello dopo, e ancora…all’infinito.

La moglie di Pietro è morta. La vita pulsa attorno lui e gli chiede prepotentemente di essere vissuta, ma Pietro si astiene. Partecipa quel tanto che basta per fornire serenità (apparente) alla figlia, in assenza della piccola osserva il mondo e valuta, conta, elenca particolari insignificanti della sua esistenza precedente al lutto, ascolta i colleghi che lo vanno a trovare, li accoglie sulla panchina come uno psicologo sul lettino dello studio. Non proferisce parola, non formula giudizi, prende appunti con la mente e li congeda con poche parole, gentili, pronunciate con tono rassicurante. Va tutto bene. Su quella panchina lo raggiungono anche amici e familiari, e lui li accoglie parimenti con gentilezza e camuffato senso di insofferenza, coinvolgendoli loro malgrado nel rituale dei suoi giorni al parco. Lui osserva: una ragazza porta il cane a spasso, un ragazzo down saluta al suono della chiusura dell’automobile, la figlia lo saluta dalla finestra, le mamme prelevano i bambini. Per un tempo che sembra infinito tutto si succede sempre esattamente uguale a se stesso: la panchina, il parco, la macchina, la ragazza col cane, il ragazzo down, il panino, la figlia alla finestra, la campanella. Finché, finalmente, il dolore irrompe nella possessione violenta della donna cui ha fatalmente salvato la vita il giorno del decesso della moglie e si scioglie in un pianto convulso, interminabile, straziante. Liberatorio. Punto di svolta della trama e chiave di volta della pellicola. Una scena dolorosa e magnifica, dopo la quale, seppure tutto rimanga invariato, il cambiamento è evidente. Un cambiamento interiore che si manifesta all’esterno con un arrivo improvviso che turba l’equilibrio costruito con tanto impegno. E solo allora, contravvenendo al rituale quotidiano, Pietro capisce che tutto può ricominciare. Di più, che deve ricominciare. Non da capo, ma da dove aveva lasciato.

Poche parole, dialoghi che potrebbero toccare qualsiasi argomento e sembrare egualmente strazianti, gesti misurati che, nascondendolo, enfatizzano il dolore e uso intelligente della voce fuoricampo laddove avrebbe potuto banalizzare il messaggio. Un Antonello Grimaldi strepitoso dirige un cast di attori affermatissimi (Valeria Golino, Alessandro Gassman, Alessandro Haber, Roman Polanski) guidati da un Nanni Moretti che intelligentemente non riempie la pellicola con il suo "personaggio", e, abdicando alla sua prepotente figura di intellettuale impegnato, presta il volto segnato dagli anni a Pietro, indossandone la pelle e i nervi, le lacrime e i sorrisi. Molti hanno puntato il dito sul debito che la pellicola ha nei confronti dell’omonimo romanzo, evidenziando quanto necessario sia conoscere la fonte letteraria per cogliere le sfumature della trama. Ma la questione è vecchia. Ci sono pellicole che non riescono a colmare i vuoti narrativi che necessariamente si creano nel passaggio della pagina scritta al film, ci sono film che volutamente si distaccano dalle fonti, e poi ci sono quelli che, come Caos calmo, sebbene non trasportino su pellicola l’esatta trama, ne riproducono però le atmosfere e più di tutto il messaggio. Ed ecco che, spostando il punto di vista, si acquista un nuovo valore, e la fonte non è più la pagina scritta, ma l’emozione del lettore. Che vive, pulsa, partecipa e ama quello che sente.

TITOLO ORIGINALE: Caos calmo ; REGIA: Antonello Grimaldi; SCENEGGIATURA: Nanni Moretti, Laura Paolucci, Francesco Piccolo; FOTOGRAFIA: Alessandro Pesci; MONTAGGIO: Angelo Nicolini; MUSICA: Paolo Buonvino; PRODUZIONE: Italia; ANNO: 2008; DURATA: 112 min.

 


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